Il sistema Montante. Era un via vai di borse e valigette piene di soldi e di denunce. A controllare il traffico a Fiumicino c’era il vicequestore Savastano. Mentre in Sicilia Maria Grazia Brandara e Mariella Lo Bello facevano il resto…

Il ‘Sistema Montante’  consentiva di fare circolare impunemente borsette e valigette piene di soldi, come  potete leggere in queste  informative di polizia.

La prima riguarda un’intercettazione ambientale dell’ottobre del 2015. L’ex assessora regionale Mariella Lo Bello e l’allora commissaria dell’IRSAP (Istituto Regionale Siciliano per le Attività Produttive) Maria Grazia Brandara, entrambe segnalate da Antonello Montante a Rosario Crocetta per ricoprire tali incarichi, tentavano  di consegnargli una borsetta di denaro.

Questa seconda informativa riguarda invece il traffico di valigette, senza effettuare alcun controllo, che si registrava all’aeroporto di Fiumicino  quando passava Montante ed i suoi amici. L’addetto a tale traffico era il vicequestore Vincenzo Savastano che, secondo gli organi inquirenti, avrebbe ottenuto in cambio una minicar. Lo stesso Savastano  quantifica il valore complessivo di questa sua attività omissiva consistente nel far passare liberamente le valigette in questione. Egli dice testualmente: “io per lui valgo 170-180 milioni di euro“. Il Savastano si riferiva a Montante, anche se nelle sue conversazioni tra amici amava chiamarlo  Montalbano. Forse per rimarcarne la vicinanza ad Andrea Camilleri, inventore del celebre personaggio letterario e televisivo, il commissario Montalbano.

Ma lo stesso ‘sistema‘, per fare affari, aveva bisogno di fare circolare, presso Procure e Tribunali, anche valigette piene di denunce, funzionali a sbarazzarsi di quei rompiscatole che segnalavano  la rete di corruzione messa su dall’ex ‘apostolo dell’antimafia’, Antonello Montante. Più denunciavi e più ricavavi benefici. La posta in palio era  il conferimento, spesso illegittimo, di incarichi pubblici.

E’ il caso ad esempio della valigetta piena di denunce smarrita, e poi ritrovata, dall’attuale sindaca di Naro, Maria Grazia Brandara, fatta nominare da Montante, all’ex presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, commissaria e/o presidente di vari enti pubblici.

Nel caso che segue potete leggere quanto frenetica fosse l’attività di  denuncia di Maria Grazia Brandara, funzionaria delle Agenzie delle Entrate di Canicattì, quando  l’ex presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, l’aveva nominata, siamo nel 2017, commissaria del Comune di Licata. Stando a quanto riportano gli organi inquirenti nell’informativa che di seguito potete leggere, litigò di brutto con un suo diretto superiore, minacciando di denunciarlo. In quel caso il destinatario di una delle tantissime denunce che produceva su scala industriale fu  Giuseppe Marino,  detto Pippo. Il Marino all’epoca dei fatti era commissario del Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento, anche lui nominato da Crocetta, nonché dirigente provinciale, in pensione, dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento. Enzo Sardo, anche lui funzionario dell’Agenzia delle Entrate, nonché politico racalmutese di lungo corso, allora si mise in mezzo, cercò di far da paciere, come a volte si usa tra colleghi dello stesso ufficio. O forse per  onorare i rapporti che li legavano, visto che  tutti e tre appartenevano allo stesso ‘sistema’ di potere. Siamo sicuri che quella mediazione del Sardo è andata in porto, visto che di quella paventata denuncia della Brandara non se ne sa più niente. L’unica cosa certa è che non sappiamo quanto i due, la Brandara ed il Marino, avessero diritto a ricoprire i loro rispettivi incarichi pubblici, essendo entrambi dei funzionari esterni all’Amministrazione Regionale.  Ma in questi casi tutto fa brodo. Per i giovani che aspirano a ricoprire degli incarichi direttivi, preso la pubblica amministrazione, è necessario avere una laurea e partecipare ad un concorso. In questi casi c’era la deroga prevista dal  ‘Sistema Montante’ e non solo. Per fare  il commissario dell’IRSAP, dell’IAS, o del Comune di Licata bastava, per esempio, anche un semplice diploma, e non era necessario essere un funzionario regionale. Ma, a questo punto, poco importa. Chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato.

E per finire un pò di gossip. La Brandara stava andando in gita a Capri. Si rivolge a Diego Di Simone Perricone, capo della security di Confindustria Nazionale, adesso suo coimputato nel processo Montante bis. C’è da risolvere il problema del motoscafo e quello di come, e soprattutto dove, piazzare la solita immancabile valigia. Il Di Simone Perricone è stato condannato il 10 maggio del 2019, in primo grado, l’appello si concluderà nei prossimi giorni, in un altro processo, ad oltre 6 anni di reclusione, perché dal 2009 al 2016 si è occupato di spionaggio e di dossieraggio calunnioso, per conto di Antonello Montante che, a sua volta, è stato anche lui condannato, nel medesimo processo, a 14 anni di reclusione.

Questa è la compagnia di giro, anche nei momenti di svago e di relax, in questo caso, di quello che possiamo definire il ‘gruppo vacanze Montante‘.