Le vignette di Tringali danno tanto fastidio: dopo le querele intimidatorie del poliziotto Giudice e del prefetto Dispenza, adesso arrivano anche le minacce di morte

Ieri è apparso un post su Facebook, davvero inquietante, in cui il vignettista di Vittoria Emilio Tringali è raffigurato con un una mitragliatrice puntata alla tempia, con sotto un pesante avvertimento che lo stesso Tringali commenta così:

MINACCE VELATE?
Tale “Vitangela Mosca” ci tiene a ricordarmi che i vignettisti di “Charlie Hebdo sono stati sterminati a mitragliate. Ennesima minaccia, di stesso stampo? (lo avevo anticipato nell’ultima intervista a “fatti & opinioni”: https://fb.watch/ctWqLuBoIu/). Domani presenterò denuncia.

Numerose sono le battaglie che, da anni, Tringali sta conducendo a Vittoria, la sua città, la città che ospita il mercato ortofrutticolo più importante del Sud Italia. Recentemente, non solo con le sue vignette, ma anche attraverso un suo libro, “Sbirromafia“, nonché con qualche intervento televisivo, aveva focalizzato l’attenzione su alcuni traffici illeciti di rifiuti, sulle duemila aste giudiziarie più o meno pilotate con cui è stato dato un colpo di grazia a numerosissime aziende, ad un intero tessuto economico-produttivo. Alla sua attenzione non poteva sfuggire inoltre la fallimentare, se non proprio deleteria, e spesse volte assai ridicola, gestione commissariale del Comune, durata 39 mesi, dopo un’opinabile scioglimento per mafia. Sotto l’ombrello della ormai arcinota antimafia di facciata sono stati messi al riparo piccoli e grandi affari. Tra le cose marginali, anch’esse finite al centro del chiacchiericcio di piazza, c’è stata una discutibile gestione dei fondi del Ministero dell’Istruzione, anche da parte di qualche scuola vittoriese. A dare il là all’utilizzo delle somme in questione è stata la dirigente generale Dott.ssa Giovanna Boda che, a quanto pare, è parente del capo della terna di commissari che ha amministrato Vittoria, sino ad ottobre del 2021. La Boda è poi assurta agli onori della cronaca per avere tentato il suicidio, dopo essere stata messa sotto inchiesta proprio per la gestione allegra di alcune decine di milioni di euro di fondi destinati alle scuole.

I Commissari inviati dal Ministero dell’Interno si sono occupati anche di altre questioni di ben maggiore rilevanza economica, quali il tentativo di far fagocitare il mercato ortofrutticolo di Vittoria ad Italmercati. Si sono contraddistinti per avere riaffidato, per due anni, la proroga dell’appalto dei rifiuti alla stessa ditta che aveva causato lo scioglimento per mafia del Comune. Hanno affidato ad una società privata la riscossione dei tributi, anziché fare assicurare tale servizio ai dipendenti pubblici, peraltro pagati per svolgere questa attività. In tre anni e tre mesi, non sono riusciti a recuperare i 5 milioni e 300 mila euro destinati per la bonifica di una discarica comunale dismessa. Si trattava di somme che in passato erano state impropriamente distratte dalle precedenti amministrazioni comunali.

E adesso cerchiamo di capire quali sono le colpe ed i peccati commessi dai tanti soggetti che sono stati bersagliati da una gragnola di querele, e tra questi anche il Tringali. Nel suo caso particolare, stando ad una certa corrente di pensiero lui parla troppo. Poi si è messo pure a scrivere. Pretende addirittura di far riflettere la gente e persino di farla sorridere. Col rischio magari che qualche ridicola figura istituzionale rischiava, e rischia ancora, di essere definitivamente seppellito dalle grosse e grasse
risate che suscitano certe divertenti vignette. Ma, soprattutto, il Tringali,  non doveva risuscitare certi fantasmi del passato, quali ad esempio l’omicidio, da parte di una pattuglia di poliziotti, del boss Emmanuello, risalente al 2007. Piccolo ma non trascurabile dettaglio: il capo pattuglia è di Vittoria ed, a febbraio scorso, è stato rinviato a giudizio perché ritenuto vicino alla criminalità organizzata.

Prima di quest’ultimo brutto segnale, che è una vera e propria minaccia, era stata esternata molta insofferenza da parte dei destinatari delle vignette di Tringali il quale, a proposito delle querele ricevute, faceva questa interessante riflessione:

Poi ci penso … mi hanno querelato per una vignetta! Ma vi rendete conto? Prima, mi hanno querelato per aver scritto un libro che reclama verità! Ma non è un caso. Ho toccato il “club” di Montante? La Sbirromafia? Non devo scrivere più? Non devo disegnare più? Ricevo messaggi in privato di vario genere, alcuni minacciosi, altri di sostegno. In questa terra dove i delinquenti che uccidono il territorio sono in circolazione, dove delegati della legge fanno accordi scritti con la malavita, dove la mattanza delle aste prodotte da decenni di sopruso mafioso vanno ancora avanti, chi ha il coraggio di scrivere viene perseguitato da chi ancora veste divise e rappresenta il potere del “sistema”. Io non cedo, anzi … Vittoria è epicentro di interessi mastodontici, indispensabili alle mafie, sappiatelo. L’assedio è continuo, l’assalto progressivo. Proseguo a raccogliere testimonianze e prove di uno scempio che ha dell’incredibile, che non può non avere coperture. Ieri, in piazza, in tanti a raccomandarmi di stare attento, che mi finisce male a pestare i calli a certa gente. Può darsi. Ma io rispondo sarcasticamente che sono “in missione per conto di Dio”, come i Blues Brothers!