L’imprenditore Totò Moncada è morto di crepacuore, ucciso dalla ‘mafia dell’antimafia’. Recentemente si era costituito parte civile nel processo contro il ‘sistema Montante’

Sulla prematura morte dell’imprenditore Salvatore Moncada, oltre al nostro cordoglio, vogliamo esprimere la nostra vicinanza alla famiglia, per ricordare a futura memoria quanto abbiamo pubblicato qualche anno fa nel libro ‘Il sistema Montante‘. Moncada si era costituito parte civile nel processo ‘Montante bis‘ i cui imputati sono i componenti di un’associazione a delinquere capeggiata da Antonello Montante. A dargli, per così dire la caccia, rendendogli la vita impossibile, è stato in modo particolare Giuseppe Catanzaro, l’ex delfino e successore di Montante alla guida di Confindustria Sicilia, anche lui sotto processo a Caltanissetta. A sostenere questa tesi, giova ricordarlo, era lo stesso compianto Moncada che ha più volte denunciato il Catanzaro, per le indebite pressioni esercitate nei suoi confronti, anche presso le sedi istituzionali.

Ora Moncada, sicuramente un testimone assai scomodo per donne ed uomini facenti parte del cosiddetto ‘Sistema Montante‘, attualmente sotto processo presso il Tribunale nisseno, non c’è più, non potrà più parlare. Un altro problema in meno per chi si deve difendere dalle sue pesantissime accuse, risalenti a qualche decennio addietro, ma mai tenute in debito conto presso alcuni uffici giudiziari agrigentini e palermitani.

Dopo il doveroso silenzio, in questo tristissimo momento di cordoglio, spero che si ritorni a parlare di lui. Anche per capire il motivo per cui nella nostra Terra, in Sicilia ed in modo particolare nell’Agrigentino, certa mafia dell’antimafia continua a non far crescere neanche un filo d’erba.

Ci piace ricordare Moncada riproponendo ciò che abbiamo scritto, in un capitolo del libro ‘Il sistema Montante‘, pubblicato nel 2019, dall’emblematico titolo ‘Via col vento‘. Proprio adesso che Totò se n’è andato via, mentre stavano continuando a provarci, con le solite bufere giudiziarie proprie dei ‘falsi professionisti dell’antimafia’…

Via col vento

Di pesanti ritorsioni parla anche un imprenditore agrigentino, Salvatore Moncada, il quale ha riferito pubblicamente che il delfino e successore di Montante alla presidenza di Sicindustria, Giuseppe Catanzaro, una decina di anni fa gli voleva imporre di diventare a tutti i costi suo socio nella realizzazione di un parco eolico a Licata. Cose regolarmente denunciate alle Autorità Giudiziarie, di cui a oggi nessuno ha tenuto conto. Nel momento in cui egli oppose
un suo netto rifiuto a quella proposta imprenditoriale iniziarono i suoi guai. Come primo antipasto gli fu imbastita contro una campagna ambientalista da un certo Tony Licata. Si tratta di uno stimato consulente del sindaco di Licata, con un passato da sindacalista e di ambientalista a intermittenza. Oggi sta
tentando di difendere, con destrezza e astuzia, dando un botta al cerchio e una alla botte, l’indifendibile Girgenti Acque, la società di gestione dei servizi idrici agrigentini, la cui quantità di liquami fognari, che riversa ovunque, è proporzionale al numero di truffe perpetrate ai danni di centinaia di migliaia di cittadini della provincia di Agrigento. Oltre alla vicenda della mancata realizzazione del parco eolico in quel di Licata, il Moncada, che, all’epoca dei fatti era uno dei principali produttori di energia da fonti rinnovabili d’Italia, tentò di favorire la costituzione di alcune cooperative. Aveva realizzato una fabbrica per produrre pannelli solari, coinvolgendo nelle sue iniziative imprenditoriali mille e cinquecento giovani. Ma anche in questo caso la lobby di Confindustria Sicilia che aveva di fatto in mano il Governo Regionale, si mise di traverso, non solo ostacolandolo a livello burocratico, ma addirittura mettendo in discussione, in maniera strumentale e tendenziosa, la legittimità di alcuni suoi interessi imprenditoriali. In poche parole fu costretto a scappare dalla Sicilia per schivare anche i colpi mancini, per sua fortuna non andati a segno, culminati in dei tentativi di sequestro giudiziario di alcuni suoi preziosi beni. Dulcis in fundo, quando nell’area industriale di Porto Empedocle il Moncada fece costruire a sue spese una caserma dei Carabinieri, non gli diedero neanche il piacere di organizzare una cerimonia di inaugurazione perché nel frattempo, debitamente screditato, sempre la stessa lobby di cospiratori lo aveva fatto cadere in disgrazia. Oggi, anche Salvatore Totò Moncada risulta iscritto nell’elenco delle vittime della Confindustria di Catanzaro e Montante. Per sua fortuna non è il solo, è in buona compagnia.

L’ultima conferenza stampa del compianto Totò Moncada:

https://youtu.be/wQgH02PYFN4