Antimafia da salotto: il duro attacco di Maricetta Tirrito

L’antimafia di facciata, quella che organizza eventi “per non dimenticare”

 

Lo sfogo dell’associazione Co.GI. Da troppi anni si aspetta di sapere la verità. In particolare sui depistaggi e sui falsi pentiti che hanno offeso il prezioso lavoro dei veri collaboratori di giustizia. Spesso l’antimafia oltre a fare passerella e a scrivere libri, ha dimenticato il vero senso della sua esistenza che non è certo quello di diventare la “polizia politica ” per aggredire avversari. il senso è un altro. Se ti allontani dai principi  costituzionali sei lontano dalla democrazia. I mafiosi e i loro compari “amano ” questa antimafia che perde tempo in commemorazioni e fotte anche chi con la mafia non c’entra nulla. Liberare un popolo dall’arroganza mafiosa richiede un profondo impegno nel sociale. Se la gente continua a vivere nel bisogno i criminali non moriranno. Sequestrare e distruggere ha portato solo danno allo Stato. Senza dimentica il caso Montante e Crocetta

 

Dal giornale “Paese Roma”

A parlare è Maricetta Tirrito, portavoce del Co.G.I. (Comitato dei collaboratori di Giustizia).

Alla soglia del trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio, dobbiamo purtroppo registrare indagini della magistratura su finte manifestazioni e/o commemorazioni, sfruttate per ricavarne qualche migliaio di euro di prebende.

Queste notizie mi arrivano come un pugno nello stomaco, perché le rivedo come un ‘intervallo di un film che replica un tempo già visto’, come ho ritenuto di definirle da pellegrina in questa meta di Giustizia Fallita.

Da giorni sono impegnata a Palermo in manifestazioni di preludio al trentennale delle stragi, ma sono delusa e arrabbiata, perché noto che si sono radicate associazioni che ormai da vere ‘professioniste dell’antimafia’ hanno fatto negli anni e fanno ancora passerella nel nome di parenti e vittime che hanno dato la vita nella battaglia per per la legalità. La stessa che oggi viene sporcata con la pochezza e l’affarismo.

E’ uno schiaffo a Falcone e Borsellino, un insulto verso tutte le vittime di mafia. La Sicilia, l’Italia intera, non ha bisogno di questa antimafia di facciata. Le manifestazioni – conclude Tirrito – si fanno col cuore, non servono soldi. Chi pensa di lucrare sul nome delle vittime di mafia non è migliore di chi dice, a parole, di voler contrastare. E va combattuto alla stessa stregua”.

Francesca Romana Cristicini