Michele Navarra il boss di Corleone …

Dott. Michele Navarra ( 5 gennaio 1905 – 2 agosto 1958 ) è stato un importante esponente della mafia siciliana , Cosa Nostra . Era un medico qualificato che è stato sponsor del cantone (mandamento) di Corleone dal 1943 al 1958 . Il suo soprannome era “U Patri Nostru” (“Padre nostro” in dialetto siciliano ).

Michele Navarra era il primogenito di otto figli di una famiglia appartenente al ceto medio; il padre Giuseppe, piccolo proprietario terriero e membro del Circolo dei nobili del paese, esercitava le professioni di geometra e di maestro nella locale scuola agraria. Lo zio materno di Navarra era Angelo Gagliano, un mafioso corleonese assassinato nel 1930, mentre suo cugino era il mafioso Angelo Di Carlo, emigrato negli Stati Uniti nel 1926 per sfuggire alla repressione del prefetto Cesare Mori.

Nonostante avesse un carattere ribelle incline alla spavalderia, Navarra si applicò con profitto negli studi, tanto che, terminate le scuole ordinarie, si iscrisse all’Università di Palermo, prima alla facoltà di ingegneria e poi a quella di medicina. Si laureò nel 1929 in medicina e chirurgia e successivamente si trasferì a Trieste per prestare servizio militare come medico ausiliario. Nel 1942 ottenne il congedo definitivo con il grado di capitano e tornò a Corleone per esercitare la sua professione.

Nel 1945, Angelo Di Carlo tornò a Corleone dopo aver combattuto nei Marines e scelse il cugino Navarra per guidare la locale cosca mafiosa, sostituendo Calogero Lo Bue, considerato ormai “non adeguato ai nuovi tempi”; Di Carlo e Navarra riuscirono a precedere il mafioso corleonese Vincenzo Collura, detto “mister Vincent”, il quale era rimpatriato dagli Stati Uniti per prendere le redini della cosca ma dovette rinunciare, venendo però nominato vicecapo di Navarra. Dopo aver ottenuto il comando della cosca di Corleone, Navarra fece assassinare Liborio Ansalone, comandante dei vigili urbani locali, che nel 1926 aveva collaborato con gli uomini del prefetto Cesare Mori per fare arrestare numerosi mafiosi a Corleone.

Omicidi di Placido Rizzotto e Giuseppe Letizia

Il 10 marzo 1948 scomparve Placido Rizzotto, segretario della Camera del Lavoro di Corleone. Rizzotto venne attirato in trappola da Pasquale Criscione, suo compagno nel sindacato, che faceva parte della cosca di Navarra. Rizzotto aveva umiliato in pubblico Luciano Liggio: durante una rissa scoppiata nella piazza centrale di Corleone tra sindacalisti e uomini di Navarra; il sindacalista aveva infatti osato sollevare Liggio e appenderlo all’inferriata della villa comunale.

Liggio aveva costituito un’altra società di autotrasporti ed era entrato a far parte della vecchia società armentizia di Piano della Scala. Aveva in mente di prendere parte alla costruzione della diga che avrebbe irrigato oltre centomila ettari di terra. Era un grande progetto che vedeva a capo il Principe di Giardinelli. Quest’ultimo era il rappresentante del Partito Liberale Italiano alle elezioni del 1958. Nonostante Liggio e i suoi, ai ferri corti con Michele Navarra, l’avessero aiutato nelle elezioni, a spuntarla fu la Democrazia Cristiana, grazie soprattutto a Michele Navarra.

Il 2 agosto 1958, alle ore 15.30, Michele Navarra fu ucciso mentre rientrava a Corleone, in una zona rurale del limitrofo territorio del comune di Prizzi, a bordo di una Fiat 1100 nera, assieme a colui che gli aveva dato un passaggio, il giovane medico Giovanni Russo, completamente estraneo a qualsiasi fatto criminale. La Fiat 1100 venne crivellata di proiettili e poi fatta scendere giù per una scarpata: vennero ritrovati 124 bossoli a terra e 94 proiettili nel corpo del capomafia. A sparare furono tre pistole automatiche, un mitragliatore Thompson e un mitra calibro 6.35.

Due giorni dopo vennero celebrati i funerali nella chiesa di San Martino di Corleone. Quel giorno il paese ospitò mafiosi provenienti da tutta la Sicilia. Venne proclamato il lutto cittadino. Per l’omicidio di Navarra, Luciano Liggio fu condannato all’ergastolo. In seguito all’omicidio di Navarra i Corleonesi iniziarono la loro ascesa alla guida di Cosa Nostra.