La morte della piccola Elena, uccisa dalla mamma per gelosia

L’omicidio di Elena del Pozzo, la bambina trovata morta a Mascalucia, è stato premeditato. “Prima di andare a prendere la bambina all’asilo, la mamma, Martina Patti,  si è procurata una pala e una zappa e le ha portate sul luogo”, hanno affermato i carabinieri nel corso di una conferenza stampa.

Il cadavere della piccola è stato trovato in un campo incolto, sulla via Turati, a Mascalucia, nel Catanese. La madre, che ha fatto trovare il cadavere e che è stata portata via dai carabinieri, abita in via Euclide che è il proseguimento di via Turati.

Dal luogo del ritrovamento alla casa della donna ci sono circa 200 metri. Sul posto sono in corso i rilievi degli investigatori.

Il padre della piccola Elena è giunto stamane vicino al luogo del ritrovamento del corpo della figlia, ed è scoppiato in lacrime.

“Abbiamo creduto alla sua versione, perché non avremmo dovuto?”. Lo ha detto ai giornalisti Rosaria Testa, nonna paterna di Elena del Pozzo. Martina Patti, la madre, “se la prese con mio fratello – ha aggiunto Martina Vanessa Del Pozzo, sorella del padre di Elena – che una volta fu arrestato, ma poi venne del tutto assolto. Ci disse che se lui sapeva qualcosa, doveva parlare, ma mio fratello non ha precedenti penali, come è stato scritto in questi giorni. Certo è che una volta dovette toglierle la bambina dalle mani, perché lei l’aveva picchiata”.

Martina Patti e Alessandro Del Pozzo non erano sposati, ma dalla loro unione sono nati due figli: Elena e un’altra. Da quando si erano separati, i due genitori avevano avuto momenti di scontro, ciascuno spalleggiato (come spesso accade nelle separazioni) dalla propria famiglia, ma niente, da quel che finora è emerso, che potesse far pensare a un omicidio. La madre era in genere “affettuosa” con la bambina ma anche, secondo la versione della famiglia di lui, un “po’ strana, autoritaria, aristocratica”.

Alessandro del Pozzo, ha raccontato ancora la nonna di Elena, era finito nel 2020 in guai giudiziari per una rapina, fatta in realtà da un’altra persona. “Fu assolto per non aver commesso il fatto”, insiste la famiglia, a volerlo assolvere ancora una volta di fronte ai sospetti di ieri, rilanciati da alcuni media. Alessandro è, allo stato dei fatti, un’altra vittima di questa tragedia forse frutto di un raptus.

A Martina Patti sono stati contestati i reati di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere