Castelvetrano e la politica metodo :”appuntidda porti”

“Ogni  maggioranza  ha l’opposizione che si merita  e viceversa ”.

A Castelvetrano, città famosa più per la “terra bruciata ” fatta al latitante Matteo Messina Denaro che per i templi di Selinunte ,  si sta consumando l’ennesima “tragedia” politica . Ormai , in quella città tanto martoriata , tutto sta diventando teatrale

I due schieramenti  in campo sono Il gruppo grillino rimasto e l’area delle opposizioni nuove e vecchie.    Aree politiche diverse e che dovrebbero essere alternative, vista la plebiscitaria elezione del 2019 del sindaco attuale. Un gruppo è  capitanato dal primo cittadino,   con i grillini  rimasti  e l’altro, da alcuni pezzi dell’opposizione. Sembra che stiano  per “unirsi” ,  grillini ed ex democristiani per dare vita ad una giunta di scopo , con la classica frase come slogan ; “per   il bene della città“. Quale Bene? Lo vedremo.

Sono state portate a Palazzo Pignatelli  di recente,  ” le porte girevoli” . Si esce e si entra senza imbarazzi dalle posizioni politiche del 2019. Oggi di qua e domani di là. Così, ( era inevitabile)arriva la polemica dura sui social. . Sono in tanti a chiedere le dimissioni . Manuela Cappadonna , ex assessore e grillina convinta ,su Facebook , con determinazione e senza peli sulla lingua, manda chiaro un messaggio negativo al progetto ipotizzato  dal sindaco.  Salvare il suo mandato, per l’ex assessore e consigliere,  usando la chimica politica o , detto in siculo, il metodo :”appuntidda porti” , è un errore politico grave per tutto il movimento .

Cioè,  far avvenire una reazione chimica atipica, , tra elementi  totalmente diversi per curriculum e ideologia, non fa bene alla politica del cambiamento. e alla città.  Chi conosce il siciliano sa cosa significa “appuntiddari porti“. Chi conosce la chimica sa pure cosa si rischia a mettere insieme elementi molto diversi tra loro.

“Appuntiddari”  è un termine usato nell’edilizia, ma dall’ampio significato metaforico. E’ da sempre considerata una scelta precaria e molto brutta anche  esteticamente.

Impegnato a rilanciare un dialogo ( in verità tardivo) tra chi ha avuto il mandato a governare la città  e le opposizioni , il sindaco attuale  sta” perdendo di vista ” diverse valutazioni. Dal fallimento di un progetto, si può tentare un nuovo cammino? Qualcuno ha detto che si può.

 

In che senso ? E’ una domanda legittima

Per rispetto agli elettori va ricordato che l’attuale sindaco è stato votato dal 70 % dei cittadini che si recarono alle urne nel 2019 . E’ stato eletto insieme  ad un gruppo di consiglieri che dava al sindaco una maggioranza assoluta in consiglio comunale. La giunta era protetta  da qualsiasi azione delle opposizioni. Il gruppo degli  sconfitti, uscito nelle urne , non aveva neanche nei sogni l’occasione per scalfire il progetto grillino.  Loro, avevano voti, opinione pubblica e stampa  dalla loro. Un mix ideale per lavorare.  Eppure, l’eccesso di posizione, alla fine, ha fatto solo danno alla maggioranza eletta. Una maggioranza (bulgara) che è  stata capace di farsi male da sola , rivitalizzando anche il gruppo all’ opposizione che i cittadini volevano lontani dal potere amministrativo esecutivo. 

Il messaggio nel 2019 fu chiaro: “dovete governare da soli”. Niente da fare. Il sindaco , ” sembra impossibile” dopo soli 3 anni,  si può salvare  solo con il “supporto” di consiglieri di lunga tradizione politica. Dopo il “NO” di PD , di Obiettivo Città,  di Fratelli d’Italia e di ex grillini, diventano “preziosi” due ex democristiani: Giuseppe Curiale e Francesco Casablanca. Evviva la politica delle porte girevoli!. Il primo , è stato anche assessore con la Giunta Pompeo e più volte consigliere; il secondo, è stato consigliere DC ai tempi del sindaco Bongiorno , con simpatie da sempre verso l’area di centro -destra.

Oggi, l’accordo  con Curiale e Casablanca  potrebbe dare vita alla nuova giunta-grillina-centro- centro destra . E’ evidente,  che la differenza di “vedute” dei due consiglieri con il mondo grillino è notevole. Non era certo questo l’obiettivo degli elettori nel 2019. Diciamo  che il  possibile “matrimonio”  con  gli ex   di area DC- UDC , sa di forzatura.  Il fine giustifica i mezzi diceva Machiavelli. Una città in ginocchio e piena di problemi  , ha bisogno di progetti chiari e di una visione politica definita e autorevole. I machiavellismi , forse è meglio evitarli.  Hanno già fatto molti danni in passato. Visto il poco interesse del sindaco a dimettersi, e non per innamoramento della poltrona che, peraltro,  risulta essere anche particolarmente calda, si potrebbe optare per una scelta  diversa. Una giunta tecnica e con gente nuova  e preparata. Un monocolore  di scuola democristiana  . Quante volte la Dc lo usò “per il bene del Paese”

 Il vecchio “monocolore”. Un modus già provato

Una giunta fatta con “supporti precari “non porta da nessuna parte. Visto l’interesse verso  gli ex Dc, si può suggerire  all’attuale sindaco ,un vecchio metodo democristiano:” far una giunta monocolore” . Che significa? Semplice. Il sindaco crea una nuova giunta tutta  tecnica , anche di area grillina ,senza avere una maggioranza politica , puntando sull’astensione costruttiva  o sull’appoggio esterno. Sempre meglio di un commissario? Forse. Altrimenti, tornare al voto.  Dare la parola nuovamente  agli elettori non è certo una vergogna

Foto: da cantiere edile generico

frase tratta dal simpatico lessico di un ingegnere saggio

 

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