Castelvetrano e l’ospedale “piccolo piccolo”: la lunga storia del fallimento di una classe dirigente

Siamo alle solite. Quando c’è da togliere qualcosa nel territorio trapanese , il primo posto da sacrificare e’ sempre Castelvetrano. 

Nel 2018 arriva il colpo di grazia per l’ospedale di Castelvetrano. Razza, come Gucciardi , devono far spazio agli ospedali più grandi. Nel trapanese Mazara del Vallo è più importante di Castelvetrano. Tra l’ospedale di Marsala e quello di Mazara ci sono meno di 20 chilometri. Eppure, gli “amici “potenti” di questa Provincia stanno trattando la “cosa” come il Tribunale. Doveva nascere a Castelvetrano , fu costruito a Marsala. Erano gli anni 60. Qualche politico più rissoso, fu accontentato con i classi ci posti in banca, al comune o alla regione per figli , mogli o nipoti. E tutto tornò nella massima tranquillità. A Castelvetrano la classe dirigente locale fino al commissariamento , non ha fatto nulla. No Comment su Alfano. Non sappiamo cosa stia facendo

 

HANNO ANCORA  IL CORAGGIO DI PARLARE. VECCHI POLITICI CHE HANNO TOCCATO TUTTE LE POLTRONE LOCALI DIFENDENO L’OSPEDALE .

 HANNO ANCORA IL CORAGGIO DI PARLARE:   VIENE DA RIDERE

 

E’ stato così per il Tribunale che i  marsalesi fecero costruire nella loro città , negli anni 60, dopo che la Commissione parlamentare aveva , giustamente , indicato Castelvetrano come sede logistica più opportuna. Una presenza importante  a favore dei cittadini della Valle del Belice .  Un territorio, come risaputo, ad alta intensità mafiosa. Invece nulla. I marsalesi subito, e senza perdere tempo,  fecero muovere i loro deputati più  potenti  di allora. In primis”  lu zu Turuddu Grillo” ,amico stretto dei Salvo e padre di Massimo che fu anche deputato nazionale. Uniti e compatti i marsalesi ,come sempre, vinsero. Fu per loro come un gioco di ragazzi a scuola.  Il Tribunale si costruii a Marsala ,a 20 chilometri dall’ altro Tribunale dì Trapani, lasciando una intera zona sprovvista di uffici giudiziari. Il Tribunale si sa, porta molto lavoro e Marsala non poteva perdere questa battaglia. A distanza di anni, la storia si ripete. Ancora una volta Castelvetrano deve essere penalizzata. Probabilmente sarà colpa del boss latitante. Niente arresto. Niente ospedale e anche speranza. (ci crederanno in Lapponia?)

Invece sta bene , la sanità privata che gode di ottima salute.

L’ospedale costato oltre 60 milioni del vecchio conio sta per terminare la sua corsa, diventando “Cittadella della Salute”

Per ” colpa” di un santaninfese per bene, al secolo il senatore Bellafiore, l’ ospedale di Castelvetrano dopo 20 anni dalla posa della sua prima pietra, avvenuta negli anni 70, vede finanziato il progetto di completamento. Per anni, la struttura rimase incompleta e i politici castelvetranesi, come sempre divisi , tra grilliani, manniniani, culicchiani, pizziani, mangrilliani e caniniani, più che pensare a finire l’ ospedale, cercavano di spartirsi posti di lavoro nel pubblico impiego e varie clientele di altri settori  ,con l’ appoggio dei deputati locali di Partanna, Marsala , Alcamo e Trapani. Grazie all’ intervento del senatore Bellafiore, l’ ospedale fu completato. In quel periodo la politica castelvetranese era troppo impegnata alle fognature Saiseb di Marinella di Selinunte. Altro che ospedale.

Beppe Bongiorno , con l’Alleanza Cittadina,  si schierò a difesa della struttura, mobilitò le coscienze . Si ottenne il trasferimento nel nuovo ospedale dal vecchio. Quasi un miracolo

 

Nonostante i circa 60 miliardi di lire spesi, (circa 100 milioni di Euro attuali) i marsalesi e i trapanesi fecero di tutto per non farlo aprire. La protesta di tanti cittadini , di qualche medico    e dell’ allora sindaco Bongiorno che appoggiò il commissario Scialdone,  fece rompere gli indugi e il nuovo ospedale vide la luce. Era il 1993. Da allora i politici del rango di Massimo Grillo e successivamente ,Massimo Russo si diedero da fare per le loro comunità. Presi dall’ orgoglio e dall’ investitura di depositari di ogni legalità, si attivarono per farsi finanziare i nuovi ospedali di Mazara del Vallo e Marsala.  Non potevano sopportare che Castelvetrano avesse un ospedale nuovo di zecca . Bisognava trovare i soldi. E cosi è stato, nonostante qualche “lecchino” schierato con i poteri contrari all’ospedale.

Ovviamente , come accade ai potenti furbi, ci sono riusciti, senza mai beccare indagini su certe scelte. Cosi, la provincia di Trapani, ha costruito  ospedali nuovi e costosi per scelte politiche non di logica sanitaria

In tutto questo gioco al nuovo ospedale   , il Pino di Salemi, al secolo Giammarinaro (definito la Montagna)  che in quel periodo , dopo aver gestito la sanità dell’ USL Castelvetrano-Mazara del Vallo, ” sistemando ” come  si conveniva a quel tempo, medici e infermieri , molti dei quali di Castelvetrano, diventando addirittura assessore regionale alla sanità, dopo i 50 mila voti di preferenza con la benedizione di Giulio Andreotti, poteva non far fiorire l’ ospedale di Salemi? Ovvio che si. Ospedale che diventò successivamente  tanto caro a  Baldo Gucciardi

Salemi, con i suoi 10 mila abitanti circa, non poteva non avere l’ ospedale o qualcosa di simile, vista la struttura di Castelvetrano?  Nessuno tocchi Salemi.  Per i potenti della zona, l unico ospedale di ” suvecchio” era quello di Castelvetrano che non doveva crescere. Troppo ingombrante. Ai castelvetranesi sono state date altre cose.

Infatti i grandi politici trapanesi, con la complicità dei piccoli lecchini di Castelvetrano, pronti ad accettare promozioni  e raccomandazioni per stare zitti e attaccare i loro stessi paesani, si misero all’ opera per costruire i mega ospedali di Marsala e Mazara del Vallo. L’ effetto provocato, sarebbe stato inevitabilmente il limitare lo sviluppo di Castelvetrano. Che importa la logistica. Che importa se da Poggioreale a Marsala ci sono 80 chilometri  di strade da terzo mondo. Che importa che a Castelvetrano erano stati spesi tanti soldi. Che importa arrecare danni ai cittadini? Negli ultimi dieci anni, tutti i politici regionali, hanno cercato di limitare Castelvetrano. Dopo Cuffaro che per piazzare qualche medico trombato a Palermo, potenzio’ Il nosocomio castelvetranese con la Chirurgia Plastica e la rianimazione, tutti hanno  sempre parlato di chiusure.  L’unica a non soffrire ,la cardiologia.  Sembra sia stata graziata da Gucciardi nel 2017. 

 

Dal 2018 notevole lo sforzo di “Orgoglio Castelvetranese” e di altre associazioni, per l’ospedale. Purtroppo , pochi  i risultati ottenuti

 

Castelvetrano e l’Unità Coronarica

 

 Qualche anno fa, Castelvetrano ospedaliera si permise di sognare. Si pretese l’Unità Coronarica. Marsala , ancora una volta, impose la sua forza e l’ unità coronarica non si fece. 

Quasi per inerzia logica a Castelvetrano ,sono stati attivati la rianimazione  ematologia e l’ oncologia. Quasi errori di percorso.

In sintesi, dopo 26 anni dalla sua inaugurazione, il Vittorio Emanele ll , rimane ancora la struttura da battere. Perchè?  

 I potenti trapanesi conoscono le debolezze dei castelvetranesi “mezzi potenti” Sanno che per un posto al sole personale si giocherebbero pure i parenti. Piaccia o no, la vicenda dell’ospedale assume adesso un valore storico. Se  la classe dirigente di Castelvetrano, con questo nuovo piano , perderà anche un solo servizio esistente in ospedale, con  il sostegno  tacito di chi ha il potere per evitarlo, non dovrà più parlare di bene comune. In città si parli di altro.  Non si può solo attaccare. La battaglia in difesa dell’ ospedale non è una questione di appartenenza politica ma di diritto alla Salute . Smettano di parlare i vecchi politici. Se l’ospedale sta per chiudere la colpa è anche loro. Basta con il baratto. Non svendete più questa martoriata città.