De Luca: “Vincerò col partito parallelo del centrodestra”

PALERMO – “Caterina Chinnici si è ritirata, i 5 stelle voteranno per me e nel centrodestra c’è un partito parallelo. Col testa a testa dei sondaggi, volete che un Micciché, al quale hanno candidato l’acerrimo nemico Schifani, non faccia votare per me? O uno Stancanelli, con i torti che ha subito dalla Meloni! E anche Musumeci farà la sua parte perché vuole dimostrare che senza di lui il centrodestra è meno forte”. Lui lo chiama “Catemoto”, per chiunque sarebbe un delirio a una settimana dal voto, ma da quando Enrico Mentana ha stoppato il sondaggista Swg sul caso De Luca, vicino al testa a testa con la corazzata del centrodestra, qualcosa, anche tra i big, ha iniziato a vacillare. Non che sia possibile intimidire l’armata di Forza Italia e di Fdi, soprattutto sulla scia dell’election day. Ma l’ex attacchino giovanile Cateno De Luca, divenuto acclamato sindaco di Messina, rilancia e punta sul voto disgiunto a presidente. Lo abbiamo intervistato, scavando dietro quella foto in mutande che circola, De Luca fattura anche un milione di euro l’anno alla sua Fenapi, la creatura schizzata a oltre 20milioni di fatturato con una rete infinita di patronati e circa 2mila dipendenti. Ecco l’intervista.

Scaldiamoci subito, lei non pensa che sia il caso di chiedere scusa al collega Pipitone?

“No, perché non ho ricevuto le scuse da Pipitone per le operazioni che ha fatto”.

Quindi restano quelle parole che noi però abbiamo condannato

“Assolutamente sì e quel comportamento scorretto”.

Chi è Cateno De Luca?

“Un uomo che ama la Sicilia, che non accetta le cose storte, che reagisce in malo modo. Che proviene da una famiglia umile, mia madre contadina, mio padre muratore, si è fatto da solo, non dipende dalla politica. Il suo posto lo ha creato da solo e ha questa passione per la politica. Ho iniziato a 12 anni, ero il capo degli attacchini. Adesso sto continuando il percorso che ho iniziato il 2007, quando ho fondato Sicilia Vera, che fa tremare tutti i potentati. Abbiamo organizzato il sogno sturziano, la Sicilia sopra i partiti”.

Ma lei è arrivato a questa conclusione dopo averne girati molti di partiti!

“Ovvio, mi sono formato attraverso i partiti. Sono stato democristiano, poi ho seguito in vari rivoli i democristiani e poi sono stato uno dei fondatori dell’Mpa”.

Quindi si è seduto attorno a un tavolo con Raffaele Lombardo?

“Certo, nel 2005 a Bari lavoravamo tutti a un progetto autonomista, che poi si è rivelato trasformista. Ho detto a Lombardo che faceva l’autonomista in Sicilia e il pagnottista a Roma, si è rotto l’incantesimo, sono stato eletto contro il suo volere”.

Raffaele Lombardo ha esagerato con i toni nei suoi confronti in una occasione

“Ha detto che deve prendermi a calci in culo davanti a 2mila persone”.

Ma lei non è un santo!

“Assolutamente no, io mi diverto in queste cose, con Raffaele uscito al naturale. Lui è uscito di testa perché è consapevole che non prenderà il 5%, che è fallito il suo progetto. Io ci sto riuscendo e ci riuscirò, parallelamente al progetto Sindaco di Sicilia c’è quello Sindaco d’Italia, un progetto alla Catalana, un partito regionale forte e uno nazionale pure”.

Lei nel 2006 era candidato con Mpa e Lega Nord!

“Sì e per scelta ero il 30esimo, il mio motto era più Sud al Sud e mi preparavo alle regionali in cui sono diventato il primo a Messina, battendo il candidato di Raffaele Lombardo e quello di Lino Leanza”.

Molto spesso, quando si parla di De Luca, spunta la foto in mutande!

“La prima volta in mutande ho fatto arrivare l’acqua a Lipari. La seconda volta, dopo essere stato buttato fuori e aver bloccato alcune operazioni di Cuffaro, avevano provato a boicottare la mia conferenza stampa, ma feci spargere la voce che mi sarei spogliato e venne pure la Rai”.

Quando si rappresenta De Luca in mutande, si sorvola sul fatto lei che sia molto furbo, ha fondato il Fenapi, è stato anche arrestato per questo e poi assolto?

“Sì, sono partito con la valigia di cartone e i soldi prestati, 800milioni di lire, i miei genitori fecero pure un finanziamento. Oggi abbiamo 2mila dipendenti, non sono direttore generale perché sono in aspettativa. Tutto inventato da me quando avevo 20 anni”.

Quindi altro che mutande, lei stacca una fattura da un milione di euro l’anno. Per quale prestazione?

“Certo, ma non è una, la mia media è 500mila euro l’anno, quando dichiaro un milione di euro è per un premio di produzione per i risultati assegnati dai consigli di amministrazione. Fenapi fattura circa 25milioni di euro, parliamo di una struttura che è una delle più importanti in Italia”.

Gaetano Armao ha condannato i suoi attacchi alla Siracusano e parlato del bluff di alcune sue operazioni amministrative a Messina, definendo “vergognoso” il suo modo di fare politica

“Gaetano Meravigliao, parliamo dello stesso Armao vicepresidente della Regione di Forza Italia, candidato presidente contro Forza Italia. A questo personaggio dovremmo dare credito? Gaetano Armao è stato per 11 anni il più longevo assessore al bilancio e i bilanci sono fasulli e ho dimostrato dove erano le falsità del bilancio. Sono cambiati tanti pupi, ma lui è rimasto il guardiano dei conti”.

C’è stata una fuga di esponenti da diversi partiti che hanno scelto di candidarsi con lei, come il sindaco di Maletto di Forza Italia, per non parlare degli esponenti del centrosinistra, Bosco e Villari. Perché sono passati con lei?

“Perché Sicilia Vera è andata oltre perché ha lanciato una sfida. Villari e Bosco hanno subito un’operazione squallida, un vero processo di piazza, che ha portato alla loro esclusione messa in atto dall’uomo di Raffaele Lombardo, Antony Barbagallo, del Pd. Io ci sono passato dalle vicende giudiziarie. Tanti sindaci hanno scelto di candidarsi con me perché non ho candidato deputati uscenti e so cosa significa subire l’onta di un processo”.

Il M5S ha superato nel 2018 il 50% in molti seggi alle politiche. Poi non ha mantenuto le promesse, quell’elettorato potrebbe confluire nel suo serbatoio. Ne abbiamo parlato col candidato del M5S Nuccio Di Paola, che ha detto che lei è il sosia di Crocetta e sta scopiazzando il M5S

“Parliamo di Nuccio Di Paola che non ha mai amministrato un condominio. Io ho amministrato tre comuni, con risultati eccellenti. Per quanto riguarda il mio metodo, ho sempre fatto comizi, ho utilizzato una certa strategia che mi ha portato a fare il sindaco di Messina, riducendo il M5S al 4%. Lui si deve preoccupare del fatto, ed è reo confesso, che la gente gli chiede il volantino di Conte. A me chiedono il mio volantino, dopo Grillo non c’è stato nulla. Loro stanno aspettando Conte per fare incontri in piazza. L’unico che si è avventurato a fare comizi, ben 110, sono stato io. Paolino aspetterà Conte per fare quattro comizi in giro”.

L’accusa di essere il sosia di Crocetta…

“Mi fa piacere, complimenti al posto dei vaffa, ho ringraziato Crocetta, che ha espresso un giudizio positivo su di me. I 5 stelle sono stati il supporto di Crocetta. Di Paola è l’apoteosi dell’incompetenza e dell’inesperienza”.

Teme di essere sgretolato dal voto dell’election day col traino dei partiti nazionali?

“Berlusconi è molto preoccupato, chiama ogni notte Micciché perché i loro sondaggi ci danno a percentuali alte, anche a livello nazionale. E mentre Berlusconi ha capito che non c’è alcuna partita per la presidenza della Regione…”

 

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