Castelvetrano , la politica del girarrosto e il ritorno del dominio partannese nel Belice

Mai entusiasmarsi per le vittorie, mai avvilirsi per le sconfitte

Tutti bruciati e bravi a farsi male. La città non ha forse gradito i candidati

Nicola Catania il più votato a Castelvetrano .Un risultato che dovrebbe far riflettere la rissosa classe politica locale. 

Il paradosso: la moglie di Berlusconi ottiene a Castelvetrano 4.300 preferenze. Sa il rischio che corre? Nessun titolo ? Nel regno del boss tutti questi voti? Datevi da fare . Materiale da propaganda antimafia ne abbonda

Questa volta ad indagare   sulle  ragioni della sconfitta dei candidati castelvetranesi non sarà solo la magistratura o l’antimafia di potere. Indagare su possibili contatti con il boss e perdere così ,  da polli al girarrosto non sarebbe credibile.   I mafiosi “sperti” non fanno queste minchiate. In ogni caso, indagare  bene, non fa male . In particolare se lo si fa in modo obiettivo e lontano da inutili sospetti

Potrebbero indagare anche sull’assenza dal voto di oltre il 50% dei votanti castelvetranesi? Come mai?   Con un pò di volontà, si potrebbe fare una bella inchiesta. Magari si scopre chi erano gli infiltrati al comune

Chi ha avrà dato l’ordine di non votare? Come mai tutti questi assenti? Cosa si nasconde dietro il non voto? Magari a breve ci sarà il solito libro dell’antimafia che ci spiegherà il fenomeno con qualche “pizzino” ritrovato. Vedrete che la colpa sarà di Matteo Messina Denaro e di Castelvetrano. Viene da ridere , ma anche  da piangere . Le lacrime sarebbero anche  più opportune. 

Un’operazione politica alla “partannese” conduce un sindaco di un comune di meno di 15 mila abitanti ad avere ragione sui tanti candidati di altre città. E’ iniziata la  seconda era di “culicchiana” memoria? Nicola Catania , neo deputato, “fratellino ” dell’ultima ora è cresciuto alla corte del defunto, Vincenzino Culicchia. Un democristiano diventato “fratello d’Italia” e che di destra ha ben poco. A lui va il merito di aver vinto anche a Castelvetrano. Una vittoria che dimostra una chiara debolezza della classe politica locale

Nel 2018 tutti giuravano che la Meloni  fosse una piccola voce  quasi sepolta da Salvini, tant’è che i giornalisti di sinistra si misero tutti a tifare contro con la storia del fascismo , perché era l’unico modo per distruggerla. Non ci sono riusciti .La vera sconfitta su Castelvetrano non è solo per i politici locali. Lo è per quella antimafia che usato la città per raccogliere il consenso e poi ha lasciato solo il sindaco Alfano e l’intera comunità. Solo fango mediatico e pochissima sostanza. Forse anche per questo molti castelvetranesi non hanno votato. Non ci credono più. Anche l’onorevole Turano, ancora una vota “prende” voti a Castelvetrano. Stavolta usa la strategia del candidato locale che ha lavorato per arrivare secondo con la speranza di prendere il posto dell’onorevole alcamese qualora avesse ricevuto il premio dagli elettori di un posto al Senato. Così non è stato. Turano sapeva bene del rischio romano. La lega a Castelvetrano, prende più voti del PD. Pd che esce sconfitto pesantemente anche a Castelvetrano e nel Belice. A proposito, avete notizie dell’ex potente Baldo Gucciardi? L’ex assessore alla Sanità ai tempi di Crocetta sembra essersi eclissato. Forse starà riposando dopo oltre 20 anni di poltrone politiche nella sua Salemi. Un aiuto a Venuti lo poteva dare. Forse era troppo stanco e ha vinto il trapanese Safina. Nel Belice adesso si riparte dal dominio politico di Partanna. Corsi e ricorsi storici. Lo diceva Vico, mica Peppe pagghiahttps://ilcircolaccio.it/2022/09/28/castelvetrano-la-politica-del-girarrosto-e-il-ritorno-del-dominio-partannese-nel-belice/