“Sciagura Lampedusa”, inchiesta della Procura di Agrigento

Guardia costiera di Lampedusa e Squadra Mobile di Agrigento sono impegnate nelle indagini coordinate dalla Procura dopo l’ennesima tragedia dell’immigrazione clandestina appena avvenuta. I dettagli.

Dopo quanto accaduto al largo di Lampedusa la Procura della Repubblica di Agrigento ha avviato un’inchiesta avvalendosi della Guardia costiera dell’isola e della Squadra Mobile di Agrigento. I reati ipotizzati sono favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro reato. E si indaga soprattutto per risalire alla causa che ha provocato l’incendio a bordo che ha ucciso e ferito. Il procuratore reggente di Agrigento, Salvatore Vella, a caldo ha affermato: “Ci sono due bambini piccolissimi morti bruciati e diversi feriti. I migranti sono stati trasbordati sulle unità di soccorso e il barchino è stato lasciato alla deriva ancora galleggiante”. Sulla barca hanno viaggiato 37 subsahariani diretti a Lampedusa: 2 bambini sono morti, un maschio di 1 e una femmina di 2 anni, trasferiti nella camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana a Lampedusa. Poi una donna incinta di 25 anni, madre del bambino morto, è stata intubata e trasportata in elisoccorso all’ospedale “Civico” a Palermo insieme ad un bimbo di 2 anni con ustioni in tutto il corpo e un ragazzo con ustioni alle gambe. Un altro elisoccorso, partito da Pantelleria, ha recuperato altri due feriti, un uomo e una donna, anche loro poi atterrati a Palermo. Gli interventi sono stati coordinati dalla sala operativa del 118 di Palermo diretta da Fabio Genco. Due le ipotesi su quanto accaduto: l’esplosione del motore che avrebbe investito i due bimbi vicini, che sono morti carbonizzati, oppure lo scoppio delle taniche del carburante provocato da una scintilla del motore che i migranti hanno tentato di riaccendere perchè si sarebbe guastato durante la navigazione. Secondo le testimonianze dei migranti, la madre della bambina morta è stata sbalzata fuori dall’esplosione ed è dispersa in mare. E’ stato un motopesca tunisino a segnalare alla Guarda costiera di Lampedusa la barca teatro della sciagura in difficoltà in acque maltesi in prossimità delle acque italiane. Una motovedetta è giunta sul posto e i marinai hanno recuperato i migranti, alcuni dei quali già soccorsi dal peschereccio, e hanno trovato i due bambini morti. I pescatori tunisini hanno riferito di una esplosione avvenuta a bordo della barca, come poi raccontato dai migranti testimoni, i 29 dei 37 che sono adesso ospiti del Centro d’accoglienza in contrada Imbriacola. Il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, è esasperato, e impreca: “Il presidente della Commissione Europea venga a Lampedusa a vedere quello che succede. E’ un inferno. Sono sindaco da appena 100 giorni e ho già contato 5 morti. L’Europa deve fare immediatamente qualcosa, non è più possibile far morire la gente”. Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef Italia, denuncia: “Da dieci anni bambine e bambini innocenti muoiono di fame, di sete, ustionati, annegati in mare. E’ il grande genocidio nel Mediterraneo di questo secolo. Anche stavolta, come in passato, siamo spettatori inermi. Fanno male certe notizie, proviamo tanta rabbia e tristezza per questi 10 anni di colpevole indifferenza. Non scrivo più neanche basta. Mi inginocchio e chiedo scusa. Spero lo facciano anche i più umani tra i leader europei, che sono prima di tutto padri e madri, e tutti gli uomini e le donne che hanno a cuore l’umanità. E’ un giorno tristissimo”.

 

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