Una fimmina calabrisi

Ricordo il giorno in cui mio padre mi annunciò che avremmo pubblicato un libro scottante di un autore importante. Era il 2011 e io studiavo a Roma. “Alberto fra pochi giorni verrò a Roma per incontrare Mauro Mellini “. Non conoscevo il personaggio, ma dopo una piccola ricerca, ho capito subito che ci saremmo avventurati in qualcosa di veramente importante. Mio padre non ha insistito più di tanto nel portarmi con lui. Non appena ho varcato la soglia dello studio di Mauro Mellini ho sentito subito il profumo di quella carta che fin da piccolo mi ha accompagnato nelle mie giornate. Era una biblioteca. “Editore io voglio pubblicare il mio ultimo libro dal titolo Il partito dei magistrati”. La nostra casa editrice aveva già pubblicato un saggio d’inchiesta interessante: “Il Giallo della benzina solida” del giornalista Salvatore Cosentino . Da quel giorno il destino della casa editrice è stato segnato, impegnandoci anche in pubblicazioni coraggiose dal carattere di denuncia nei confronti di qualsiasi forma di ingiustizia. Segue “Demagogistris” di Alessandro Iovino , “Il Caso Speziale” di Simone Nastasi , altro caso scottante. Quindi tutti gli altri saggi scritti da Mauro Mellini come “Il mercato dei Marò”, “Gli arrabbiati d’Italia” e la sua ultima memoria “C’era una volta Montecitorio”. Negli anni sulla stessa linea sono seguiti “Federica la ragazza del lago” di Massimo Mangiapelo . Per ultimo e non per caso il saggio d’inchiesta Il sistema Montante” di Salvatore Petrotto , caro amico del nostro Mauro Mellini. Dopo quasi 11 anni dal giorno in cui ho conosciuto Mauro Mellini, mi convinco sempre più che gli incontri, almeno quelli interessanti, non sono mai casuali. Lui da lassù continua a seguirci e a dare indicazioni, noi da quaggiù continuiamo a impegnarci affinché quello che lui ha segnato non venga perduto. Oggi è la volta di Lea Garofalo, donna uccisa dalla ‘ndrangheta, a opera del suo compagno. Con una penna tagliente e nel contempo elegante ed emozionante il nostro autore, Paolo De Chiara ha contribuito a mantenere viva la memoria di questa grande donna attraverso il libro “Una Fimmina Calabrese, così Lea Garofalo sfidò la ‘ndrangheta”.

Noi continuiamo a guardare lontano, osservare l’altrove, “oltre il confine”, per darci e vincere sfide che sembrano soltanto apparentemente impossibili.

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