Si aggrava la frattura in Forza Italia siciliana

Alla festa del Tricolore di Fratelli d’Italia a Catania volano gli stracci tra Marco Falcone e Gianfranco Miccichè: il botta e risposta.

La frattura in Forza Italia siciliana è scomposta e multipla. Non è praticabile al momento nemmeno l’ingessatura per attendere rimedio. All’Assemblea Regionale siedono 13 deputati azzurri, divisi un due gruppi. In “Forza Italia”, fedeli a Gianfranco Miccichè, vi sono 4 deputati, con capogruppo Michele Mancuso. In “Forza Italia all’Ars”, benedetti da Renato Schifani, militano gli altri 9 deputati, con capogruppo Stefano Pellegrino. Lo strappo si profila difficilmente sanabile. Anzi, si aggrava, come testimonia quanto appena accaduto alla festa tricolore di “Fratelli d’Italia” a Catania dove sul ring in pubblico si sono scontrati l’attuale assessore regionale all’Economia, Marco Falcone, già assessore a Infrastrutture e Trasporti nel governo Musumeci, e l’ex presidente dell’Assemblea Regionale, Gianfranco Miccichè, che giovedì scorso, in occasione delle dichiarazioni programmatiche rese in aula dal presidente della Regione, ha rimproverato a Schifani di governare – come annunciato – in continuità con il governo Musumeci, e di avere nominato in giunta assessori di Musumeci, come Falcone. E Miccichè, rivolgendosi a Schifani, si è espresso così: “E’stato un grande errore avere ceduto la delega alla Programmazione all’assessore all’Economia Marco Falcone. La Programmazione deve rappresentare la visione del presidente della Regione, se questa visione la cede lei che fa? E’ lei presidente Schifani che deve chiamarsi gli assessori e i dirigenti per dare le direttive. Altrimenti finisce come il ministro del Mare senza i pesci. Veniamo da cinque anni di presa per il cu… , con un assessore all’Economia, Gaetano Armao, davvero imbarazzante. Anche se non lo amo molto io ho fiducia in Marco Falcone, che è più stro… ma più serio di Armao”. Ebbene, adesso a Catania così Falcone si è rivolto a Gianfranco Miccichè: “Miccichè, le tue bugie sono a ripetizione, davvero una dietro l’altra, la verità è che non hai votato Galvagno alla presidenza dell’Assemblea. Con Musumeci di notte chiedevi gli assessori, di giorno criticavi, basta… devi andare via da Forza Italia”. E Miccichè ha controbattuto: “Non dico mai bugie, noi abbiamo votato Gaetano Galvagno, mentre non abbiamo sostenuto la vicepresidente Luisa Lantieri, dovete cercare franchi tiratori altrove. Sono stato molto chiaro anche in Aula. Non capisco che guadagno può avere Schifani da questa operazione, non credo mi butteranno fuori da Forza Italia dopo 27 anni, porto risultati matematici e lavoro da ormai 40 anni con Silvio Berlusconi. In politica il fatturato sono i voti e, finché sono un suo dirigente, continuerò a portare sempre il meglio, pur non vivendo clientele elettorali. Investo su persone brave. Non avrei mai fatto una scortesia all’amico Galvagno, che stimo molto, ma c’era un accordo diverso che non è stato rispettato dal presidente Schifani. Inoltre il presidente della Regione non può avere suoi gruppi nel Parlamento siciliano, perché è il presidente di tutti. Tra l’altro sono io il depositario del simbolo di Forza Italia, che non può essere usato da altri. Se mi devono buttare fuori da questa coalizione, poi ci divertiremo dopo, perché io sono sempre Miccichè, e mica possono pensare che me ne vado in pensione, anzi, se volevo andarci non ci vado più, questo è poco ma sicuro”.

teleacras angelo ruoppolo