Messina Denaro, la verità sull’arresto

Traendo spunto dai pizzini della sorella, svelati tutti i retroscena della cattura di Matteo Messina Denaro. Demolite tutte le illazioni sull’arresto “concordato”.

Il 18 maggio del 2022 gli investigatori che inseguono Matteo Messina Denaro osservano la sorella Rosalia Messina Denaro che si siede sul ciglio di uno scalino a casa. Lei appare turbata. Appoggia la mano sulla fronte, sconsolata. Poi si comprenderà perché quando lo scorso 6 dicembre i Carabinieri trovano un pizzino nascosto in una sedia nell’abitazione. E si legge: “Dopo il 18 maggio senza forze”. Il tumore, per il quale Matteo Messina Denaro è stato già operato due volte, è rifiorito, testimoniando l’aggressività. Nello stesso pizzino sono annotate delle date che poi si rivelano determinanti. Il 3 novembre del 2020 il boss si sottopone a una colonscopia a Castelvetrano. E gli è diagnosticato il tumore. Dopo sei giorni il ricovero. Dopo ancora quattro giorni l’intervento, il 13 novembre del 2020 all’ospedale “Abele Ajello” di Mazara del Vallo. Poi il 4 maggio del 2021 l’intervento al fegato per le metastasi alla clinica “La Maddalena” a Palermo. Il 6 luglio 2021 il tumore è risorto in tre punti. Tre cicli di chemioterapia. Il tumore si riduce. Nel gennaio del 2022 altra tac: se il tumore risulta ridotto saranno ridotti anche i livelli della chemio. Invece, altri esami, e il 18 maggio del 2022 il tumore si rivela troppo aggressivo. I Messina Denaro sono in fibrillazione. I Carabinieri se ne accorgono, trovano il pizzino il 6 dicembre, lo fotografano e lo analizzano. Si consultano con medici specialisti, lontano dalla Sicilia, per sicurezza. Sono i medici a spiegare che vi è una banca dati, l’Sdo, acronimo di “Scheda di dimissioni ospedaliera”, dove sono annotati gli ingressi e le dimissioni di tutti i pazienti italiani. I Carabinieri accedono al sistema e scommettono sulla banca dati dei ricoveri in Sicilia. Dubitano, perché, ad esempio, Bernardo Provenzano fu operato alla prostata a Marsiglia in Francia. Le ricerche si protraggono parecchi giorni. Il cerchio si stringe, prima su un centinaio di pazienti, poi su 40. Poi la svolta. A Campobello di Mazara sono piazzate telecamere ovunque. Una telecamera registra il vero Andrea Bonafede che passeggia in strada, in una delle date, il 4 maggio del 2021, scritte nel pizzino di Rosalia Messina Denaro e confermata dal database. Il 4 maggio del 2021, infatti, Bonafede risulta sotto intervento chirurgico alla clinica “La Maddalena”. Dunque bisogna scoprire colui che il 4 maggio del 2021 è stato operato. Che si tratti di Matteo Messina Denaro gli investigatori lo capiscono pochi giorni prima dell’arresto, perché Andrea Bonafede si sottopone a una visita oculistica: strabismo all’occhio sinistro, esattamente la patologia del boss. L’11 gennaio i Carabinieri si presentano in Procura con tutto il materiale acquisito, e si pianifica l’arresto. Il 16 gennaio è prevista la nuova sessione di chemioterapia. Al mattino si attende il susseguirsi dei tamponi di coloro che accedono in clinica e che si prenotano per l’esame. Poi il semaforo verde: Bonafede si è sottoposto al tampone. La clinica è circondata. Scatta l’irruzione, ma di Bonafede non vi è più traccia. Si teme il fallimento dell’operazione. Invece i Carabinieri esaminano in tempo record le immagini di ingresso dei pazienti. Riescono a rintracciare una sua immagine e a trasmetterla a tutti i militari che hanno circondato “La Maddalena”. Il boss è scovato dentro l’automobile, una Fiat Bravo bianca, in via Domenico Lo Faso, a pochi metri dalla clinica. Si ipotizza che Messina Denaro abbia notato gli accerchiamenti dei Carabinieri, e che perciò abbia tentato la fuga. “Come ti chiami? Come ti chiami? Matteo Messina Denaro”…

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