“La coppia di Matteo Messina Denaro”, altri indizi e prove

Altri dettagli su indizi e prove che avrebbero incastrato i due coniugi arrestati a Campobello di Mazara perché presunti fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro.

Sono parecchi gli indizi di colpevolezza che hanno determinato l’arresto a Campobello di Mazara di Emanuele Bonafede, 50 anni, terzo dei Bonafede arrestati dai Carabinieri, e di sua moglie Lorena Ninfa Lanceri, indagati di avere protetto e favorito la latitanza di Matteo Messina Denaro, soprattutto ospitandolo a casa loro per il pranzo e per la cena, adoperandosi, come vedette, affinchè lui entrasse e uscisse indisturbato. A incastrare i due, tra l’altro, vi è una fotografia che ritrae Messina Denaro nel loro salotto con un bicchiere di cognac nella mano destra e un sigaro nell’altra. La foto è stata trovata nel telefono cellulare dell’ex latitante. Lei, la donna, si sarebbe inoltre resa utile nel circuito di comunicazioni che ha garantito a Messina Denaro i contatti con le persone a lui care, come sarebbe stata Laura Bonafede, figlia di Leonardo Bonafede, storico capo della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, e cugina di Andrea ed Emanuele Bonafede. E ancora lei, Lorena Lanceri, sarebbe stata molto legata al boss, che per lei avrebbe scelto il nome in codice “Diletta”. E lei, Lorena, avrebbe inviato alcuni biglietti d’amore a Messina Denaro.

Lettera che Diletta, per gli inquirenti pseudonimo usato da Lorena Lanceri, arrestata per favoreggiamento, scrisse a Messina Denaro nel 2019. (npk)

Ad esempio, nel 2019, in un pizzino trovato a casa della sorella di lui, Rosalia Messina Denaro, gli ha scritto: “Il bello nella mia vita è stato quello di incontrarti, come se il destino decidesse di farsi perdonare facendomi un regalo in grande stile. Quel regalo sei tu. Sei un grande anche se non fossi MMD (che sarebbero le iniziali di Matteo Messina Denaro). Tua Diletta”. E poi in un altro messaggio gli avrebbe scritto: “Penso che qualsiasi donna nell’averti accanto si senta speciale, ma soprattutto tu riesci a far diventare il nulla gli altri uomini. Con te mi sento protetta, mi fai stare bene, mi fai sorridere con le tue battute, e adoro la tua ironia e la tua immensa conoscenza e intelligenza. Certo, hai anche tanti difetti, la tua ostinata precisione… ma chi ti ama, ama anche il tuo essere così. Lo sai, ti voglio bene, e, come dico sempre, un bene che viene da dentro. Spero che la vita ti regali un po’ di serenità e io farò di tutto per aiutarti”. E a testimonianza di quanto anche Messina Denaro fosse legato alla sua “Diletta”, vi sono alcuni messaggi che lui invia alla sorella Rosalia. Lui racconta le ore successive all’intervento chirurgico subito il 4 maggio del 2021 alla clinica “La Maddalena” a Palermo. E scrive: “Ero tutto bagnato dal sudore, Diletta che lavò i miei indumenti li torceva ed uscivano gocce di acqua, era senza parole”. E tra altre prove raccolte dai Carabinieri vi sarebbero anche dei video che testimonierebbero la frequentazione della casa dei due coniugi da parte di Messina Denaro. I video si riferiscono al periodo compreso dalle ore 20:51 del 7 gennaio 2023 alle ore 21:12 del 23 gennaio. Ebbene, dai filmati emerge che il capomafia è andato quasi ogni giorno, fino alla domenica prima del suo arresto, nell’abitazione dei Bonafede, in via Mare 89, a ora di pranzo e di cena, e si è trattenuto per numerose ore. I video hanno inoltre registrato la presenza dell’automobile del latitante, la “Giulietta” Alfa Romeo, posteggiata nei pressi della casa di Emanuele Bonafede e Lorena Lanceri. Tutto ciò ha smentito ciò che marito e moglie hanno raccontato ai Carabinieri recandosi loro in caserma dopo l’arresto di Messina Denaro: “Abbiamo conosciuto il latitante, ignorando la sua vera identità: ci è stato presentato da un parente come un medico in pensione di nome Francesco Salsi. Con quest’uomo avevamo una frequentazione sporadica”. Ed il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Alfredo Montalto, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, commenta e scrive: “Si è trattato di una ospitalità che ha senza dubbio avuto dei costi non irrilevanti per una famiglia non particolarmente benestante. Quindi è del tutto irragionevole pensare che possa essersi assunta il pieno sostentamento di uno sconosciuto medico in pensione”. Emanuele Bonafede e la moglie Lorena Lanceri avrebbero conosciuto Messina Denaro almeno dal 2017, anno in cui il boss è stato padrino di cresima al figlio dei Bonafede. E regalò alla coppia 6.300 euro per comprare al ragazzo un Rolex. L’orologio è stato trovato in casa dei Bonafede: è stato comprato l’11 gennaio 2017 alla gioielleria “Matranga” di Palermo. Nei pizzini trovati nell’ultimo appartamento abitato da Messina Denaro in vicolo San Vito 4 a Campobello di Mazara, i Carabinieri hanno trovato un pizzino in cui il boss, in merito alle spese, ha appuntato: “6300 OROL”.

teleacars angelo ruoppolo