Messina Denaro: non morirò di tumore

Nel maggio 2022 Messina Denaro ha scritto alla sorella: “Non morirò di tumore. Appena non ce la faccio più mi ucciderò”. Altri dettagli sulle indagini: il boss a Campobello forse già dal 2017.

Andrea Bonafede, 59 anni, il geometra di Campobello di Mazara, attualmente detenuto per associazione mafiosa, che ha prestato l’identità a Matteo Messina Denaro, sarebbe stato a disposizione del boss almeno negli ultimi 4 anni. Così ritiene il Tribunale del Riesame di Palermo, che ha respinto l’istanza di scarcerazione presentata dagli avvocati difensori di Bonafede. I giudici, come si legge testualmente nelle motivazioni, addebitano ad Andrea Bonafede “un fascio di condotte di assistenza a tutto tondo alla latitanza del capomafia, dalla consegna dei propri documenti di identità, all’avergli procurato un medico, all’acquisto dei due appartamenti usati come covo, e di due automobili, una Fiat 500 e una Giulietta. Bonafede ha messo a disposizione se stesso come alias di Messina Denaro consentendogli la libera circolazione nel territorio, gli acquisti per la copertura della latitanza, l’accesso alle cure”. Nel frattempo un testimone colloca la presenza di Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara prima della pandemia covid, forse già nel 2017. Per più o meno cinque anni il latitante ha goduto di protezione e silenzio. Peraltro, nel 2017 Messina Denaro, padrino di cresima del figlio, avrebbe regalato ai coniugi Emanuele Bonafede e Lorena Lanceri 6.300 euro per comprare al figlio un lussuoso orologio Rolex. Il testimone racconta di essersi imbattuto in Matteo Messina Denaro quando ha abitato in via San Giovanni 260, altro immobile che è stato perquisito dopo l’arresto ma trovato vuoto. E ciò anche perché nel giugno 2020 il boss si sarebbe trasferito in vicolo San Vito 4, ultimo covo fino allo scorso 16 gennaio. Il testimone aggiunge: “Quando ho visto quel volto nuovo, ho chiesto informazioni ad Andrea Bonafede. E lui mi disse che il nuovo ospite si chiamava Francesco, ed era fratello della sua compagna. Dopo l’arresto, appena la foto di Messina Denaro è stata pubblicata, ho capito chi fosse davvero l’uomo. Ricordo che se ne andava in giro con una Fiat 500 L” – conclude. Infatti, la Fiat 500 L sarebbe l’automobile permutata da Bonafede per acquistare l’Alfa Romeo “Giulietta” usata dal latitante che, secondo altre fonti, avrebbe cavalcato anche una moto, una Bmw enduro. Ancora nel frattempo, dalle indagini è emerso che, in un pizzino diretto alla sorella Rosalia, il 10 maggio del 2022 Matteo Messina Denaro ha scritto: “Non morirò di tumore. Appena non ce la faccio più mi ucciderò a casa. Ho capito, anche se già lo sapevo, che ho una forza di volontà stupefacente, invidiabile. Non cammino col fisico, cammino con la forza di volontà. Io mi fermerò appena morirò, non prima”. A fronte di quanto scritto, Messina Denaro è adesso sorvegliato giorno e notte all’interno del carcere de L’Aquila per evitare che tenti il suicidio. Da latitante, in occasione dello scambio di lettere architettato e spiato dai Servizi segreti con l’ex sindaco di Castelvetrano, Antonino Vaccarino, Matteo Messina Denaro gli ha scritto: “Con la morte ho un rapporto particolare. Da ragazzo la sfidavo con leggerezza da incosciente. Da uomo maturo la prendo a calci in testa perché non la temo”.

Teleacras ruoppolo