Messina denaro sospesa la maestra

L’assessore regionale all’Istruzione, Turano, ha incontrato a Roma il ministro Valditara sul caso “Laura Bonafede”. L’insegnante sospesa fino alla definizione del procedimento penale. 

Il caso di Laura Bonafede, ovvero l’insegnante di Campobello di Mazara a lavoro a Castelvetrano che avrebbe incontrato e mantenuto contatti di corrispondenza con Matteo Messina Denaro durante la latitanza, ha valicato i confini della provincia trapanese, della Sicilia ed è approdata a Roma. E’ stato l’assessore regionale all’Istruzione, Mimmo Turano, a trasferire la pratica in Viale Trastevere, sul tavolo del ministro all’Istruzione Giuseppe Valditara. I due si sono incontrati dopo che la preside della scuola dove insegna la Bonafede l’ha sospesa preventivamente per 10 giorni, e il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Giuseppe Pierro, presente anche lui a Roma, ha convalidato il provvedimento di sospensione estendendolo fino alla definizione del procedimento penale. Contestualmente è stato attivato un procedimento disciplinare per il quale sarà valutata più nel dettaglio la condotta della docente. Laura Bonafede è figlia del capomafia defunto di Campobello di Mazara, Leonardo Bonafede, è moglie di un ergastolano, Salvatore Gentile, e i suoi cugini, Emanuele e Andrea Bonafede, sono indagati per esseri stati parte della rete di protezione stretta a Campobello intorno a Messina Denaro. Lei è stata assunta nel 2005, dopo un concorso pubblico. E rientrando da Roma in Sicilia, l’assessore Turano, anche lui originario della provincia di Trapani, di Alcamo, ha commentato: “Ringrazio il ministro Giuseppe Valditara per avermi ricevuto e per il proficuo scambio di opinioni avuto durante il nostro cordiale colloquio che ha preso lo spunto dalla vicenda dell’insegnante sospesa dall’Istituto comprensivo Capuana – Pardo di Castelvetrano. Chi mantiene atteggiamenti ambigui o complici nei confronti dei mafiosi non può mettere piede in un’aula scolastica. E adesso grazie al ministro Valditara e all’Ufficio scolastico regionale abbiamo raggiunto questo risultato”. E poi l’assessore sottolinea: “Io e il ministro conveniamo entrambi sulla necessità di una linea rigida e univoca rispetto alla necessità di proseguire a tempo indeterminato la sospensione dell’insegnante Bonafede dal servizio, e la sua tanto opportuna, quanto indispensabile, lontananza ‘sine die’ da un’aula scolastica, dove notoriamente si coltivano fin dall’infanzia valori di etica, rispetto e legalità”. E il presidente della Regione, l’avvocato Renato Schifani, rincara la dose: “Condivido appieno il provvedimento del ministro Valditara. Non possono esserci situazioni ambigue e per di più all’interno di un istituto scolastico. I bambini, durante la loro crescita, hanno bisogno di esempi positivi e, certamente, il comportamento dell’insegnante non è tale. Bene ha fatto anche l’assessore Turano a condannare l’atteggiamento equivoco, sollecitando provvedimenti rigorosi”. All’atto della preliminare sospensione per 10 giorni, la preside della scuola “Capuana – Pardo”, Vania Stallone, non ha usato mezzi termini: “Non voglio più l’insegnante Bonafede nel corpo docente della mia scuola. Sino al giorno in cui l’autorità giudiziaria ha reso pubbliche le foto dell’incontro con Matteo Messina Denaro al supermercato e il contenuto delle lettere tra i due, la signora Bonafede era una docente che nulla aveva mai fatto trapelare sul luogo di lavoro. Nessun comportamento sospetto. Ma quando abbiamo visto e saputo dei contatti con Messina Denaro siamo rimasti tutti a bocca aperta”.

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