Agrigento

COMPLICITA’ E SILENZIO NON FANNO BENE AD AGRIGENTO

COMPLICITA’ E SILENZIO NON FANNO BENE AD AGRIGENTO

di Paolo Cilona

Non tutti amano Agrigento. Si assiste alla complicità e al silenzio. Uomini che propongono di sostituire il gusto del potere al piacere dell’arroganza. Uomini entrati nella stanza dei bottoni in forza di liste civiche che nascono prima della competizione e muoiono all’indomani dei risultati elettorali. Bisogna cambiare legge stabilendo che le liste civiche debbono essere registrate almeno tre anni prima delle elezioni per mettere fine ad un malcostume che si ripercuote sulla elezione dei sindaci. Agrigento paga fortemente l’assenza di un vero partito di opposizione. Questa realtà è dovuta al fatto che ad Agrigento si sale sempre sul carro del vincitore. Tutti liberali con Nicolò Gallo; tutti popolari con padre Sclafani; tutti fascisti; tutti democristiani; tutti berlusconiani; tutti meloniani. È l’ unica città che non ha mai registrato alcuna alternanza a Palazzo dei Giganti. İ risultati sono sotto gli occhi di tutti : crisi idrica permanente, posteggi incompiuti e rivolti alla privatizzazione, strade colabrodo, sporcizia massima, disservizi etc. etc. È la città dei Tolli e della frana. È la città che distrugge le ville per fare spazio alle colate di cemento. A nostro modo di pensare il titolo di Capitale della cultura non è dovuto alla millenaria storia di Akragas ma al gioco di alcune forze politiche di Governo  che hanno sostenuto  con determinazione la candidatura. Noi da cittadini che amano la città, difenderemo l’appuntamento del 2025, sperando di non vedere in corso d’opera ulteriori scempi.