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I CITTADINI   COME COMPARSE  PER UNBECKETTIANO FINALE DI PARTITA

di Paolo Cilona

M’hanno detto: Ma è questo l’amore, ma sì ma sì, devi credermi, vedi bene che è facile.

M’hanno detto: Ma è questa l’amicizia, ma sì ma sì te l’assicuro, che vai ancora cercando.

M’hanno detto: Ecco fermati, alza la testa e guarda questo splendore. Quest’ordine!

M’hanno detto: Andiamo, non sei mica una bestia, pensa a queste cose e vedrai come tutto diventa chiaro. E semplice! (da “FINALE DI PARTITA” di Samuel Beckett)

In questi tempi di ville distrutte, di crisi idrica, ritorna di attualità il discorso dell’allora Arcivescovo mons. Francesco Montenegro nel corso dell’incontro con i giornalisti del 16 aprile 2017: “Il nostro e’ un territorio che grida perché vuole rispetto…ha voglia di èssere ammirata, ma e’ anche maltrattato…e tanti ne potrebbero approfittare. Ma io dico alla mìa Chiesa:noi non possiamo tirare diritto. Abbiamo il dovere di sentire queste grida. Non saremo capaci di dare tutte le risposte ma abbiamo il dovere di fermarci, di ascoltare queste grida e di metterci accanto a chî grida. Non possiamo passare innanzi senza fermarci e senza ascoltare… e’ nel DNA della nostra terra purtroppo/guardare al passato e avere paura di guardare al futuro/.Con stato con amarezza che quando si fa una proposta per migliorare qualcosa, la prima risposta e’molto spesso di chiusura, e’ negativa”. Mons. Montenegro nella sua lucida esposizione ai giornalisti continua a rilevare :”Stiamo riscoprendo tutto ciò che e’ antico, ma non facciamo molto perché questo antico continui nel presente perché Agrigento merita, perché ha una bellezza di storia e di persone. Dobbiamo sèntirciprotagonisti di una storia che può cambiare. Agrigento ha bisogno di gente che vuole cambiare”. Parole davvero importanti ed attuali. La gente non e’ più disponibile a subire la prepotenza di sedici consiglieri che hanno deciso con il loro voto la morte della Villa del Sole e che protesta contro i bla bla bla dell’Amministrazione comunale in ordine alla crisi idrica, allo spreco di un 1.200.000,00 euro per i due concerti del Volo. Una volta la crìtica avveniva nei bar o nelle sale dei barbieri. Oggi volenti o nolenti la gente critica attraverso il telefonino divenuto strumento di democrazia popolare. Questa nuova realta’ non piace ai potenti di turno i quali male sopportano le critiche ritenute opera di detrattori.