Porto Empedocle, il rigassificatore in pendenza al Tar
Sarà discusso il prossimo 21 maggio innanzi al Tar il ricorso contro la proroga alla costruzione del rigassificatore a Porto Empedocle. L’intervento di Legambiente.
Innanzi al Tar del Lazio pende un ricorso, in discussione il prossimo 21 maggio, presentato da diverse associazioni ambientaliste per ottenere l’annullamento di un decreto del governo regionale siciliano del 2023 che ha concesso una proroga di altri 70 mesi per la conclusione dei lavori di costruzione del rigassificatore a Porto Empedocle, inizialmente prevista entro il 2020. Legambiente si è sempre opposta all’opera, sollevando conflitti evidenti e insormontabili con i vincoli di tutela paesaggistica, idrogeologica e archeologica. Il rigassificatore sarebbe infatti costruito a ridosso della Valle dei Templi, inserita dal 1996 dall’Unesco tra i beni patrimonio dell’umanità e dal 2000 Parco archeologico e paesaggistico. Legambiente, tramite gli avvocati Daniela Ciancimino del foro di Agrigento e Diego Aravini del foro di Roma, adesso ha aderito al ricorso e il segretario regionale, Tommaso Castronovo, ribadisce: “Siamo contrari all’opera perché condannerebbe la Sicilia e l’Italia alla dipendenza dal gas fossile proveniente da altri Stati per i prossimi 50 anni, allontanandoci dagli obiettivi di decarbonizzazione e neutralità climatica. E’ oramai evidente come famiglie e imprese continuino a pagare bollette energetiche salatissime a causa delle speculazioni sul prezzo del gas. Possiamo e dobbiamo liberarci dalle fonti fossili e dagli altissimi costi ambientali legati al loro sfruttamento, che continuano a gravare sui cittadini, accelerando la transizione energetica attraverso la diffusione degli impianti da fonti rinnovabili, a terra e a mare”.
teleacras angelo ruoppolo