LE “DONNE” DI PIRANDELLO al Posta Vecchia di Agrigento
di Maria Concetta De Marco- fotogallery di Diego Romeo
Un Pirandello (Pippo Alvaro che firma la regia) pensoso, meditabondo, che scrive e racconta di donne, le sue donne/personaggi, tragiche, disperate, drammaticamente vere, che evidenziano la dicotomia tra realtà e illusione, tra palcoscenico e vita vera, tra l’al di qua e l’al di là del sipario.
È questo l’incipit dello spettacolo proposto dall’Associazione Culturale Concordia, al Teatro della Posta Vecchia, la sera del 17 maggio e il pomeriggio del giorno successivo.
Due momenti teatrali, ben studiati e integrati tra loro, nei quali si snoda la storia di due “Donne pirandelliane” e quella de “L’altro figlio”, dramma tratto da “Novelle per un anno”, datato1902, che ci mostra quanto sia incredibilmente vero il fatto che, a volte, su un uomo possono pesare più le colpe altrui che le proprie.
E non solo.
Si inizia con “la figliastra” (Selina Vilardo), figura femminile da “Sei personaggi in cerca d’autore”, e la sua terribile storia di violenza, costrizione e quasi incesto; segue poi Laura (Lia Cipolla) che, ne “L’innesto “, metafora magistralmente recuperata dal Maestro Pirandello, pone caparbiamente l’accento sul Diritto alla Vita di un’anima innocente, quel figlio che la donna attende e che è frutto di violenza, diritto garantito dalla forza dell’Amore (la maiuscola è voluta), in grado di accettare e superare la pur immensa tragedia degli accadimenti narrati.
A questo piccolo, non ancora nato, ma già immensamente amato, fa da contraltare la figura di Rocco Trupia, “l’altro figlio”, che paga da una vita intera lo scotto di un genitore brigante, con il rifiuto del riconoscimento da parte di colei (Lina Gueli) che lo ha messo al mondo e che, per questo, dovrebbe amarlo più di tutti.
Tre attrici (la Vilardo, la Cipolla e la Gueli) dalla presenza scenica potente, coinvolgente, che scuote gli animi sul palco e in platea, toccando il sacro tema della Maternità, mancata, desiderata, voluta, ma anche negata, rifiutata, rinnegata.
Una scena semplice, essenziale, priva di orpelli, quella in cui gli attori muovono le azioni e le parole tra: credibili comari, un Dottorino ignaro, una cinica sarta, faccende quotidiane e financo sedute volutamente diverse, perché diverse le abitazioni cui appartengono; realistico, l’allestimento dei costumi, poveri, datati, coperti dalla polvere della fatica quotidiana e, nel contempo, curati nei singoli dettagli. Storie di vita, tragiche dicevamo, che colpiscono, feriscono, lasciano attoniti, con l’intensità dei volti, dei gesti, delle lacrime versate, per l’ora e per l’allora. Sipario. Applausi.
(con Lina Gueli-Laura Di Fede- Patrizia Cordaro- Vanessa Bordino- Francesco Brocato- Gabriele Onolfo- Franco Curto- Andrea Balletti- Selina Velardo- Lia Cipolla- Pippo Alvaro che firma anche la regia-scenografia e costumi di Donatella Giannettino- musica originale di Pietro Puma- fonico e luci Toni Bruccoleri- direzione artistica Angelo Cinque)

