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Sicilia e siccità, previsioni e rimedi

E’ difficile prevedere se l’attuale condizione degli invasi sarà sufficiente a fronteggiare la siccità in estate. I rimedi prospettati dall’assessorato regionale all’Agricoltura.

Non è ancora possibile prevedere se l’attuale quantità d’acqua nei bacini della Sicilia occidentale sarà sufficiente per sostenere la siccità durante l’estate, soprattutto per gli agricoltori. Ecco perché, per prudenza, l’assessorato regionale all’Agricoltura è impegnato a predisporre un piano al fine di garantire le irrigazioni di soccorso. In particolare si valutano le condizioni per recuperare dagli invasi sia acqua a fine potabile che irriguo. Tecnicamente si tratta di un utilizzo promiscuo. “E ciò – sottolinea l’assessore all’Agricoltura, Salvatore Barbagallo – senza togliere nulla alle risorse necessarie al fabbisogno domestico”. Più nel dettaglio, l’acqua a fine irriguo sarebbe prelevata pescandola dagli spazi morti delle dighe, che sono coperti da fango e detriti. Tale metodo, che si pratica con delle zattere di galleggiamento, è stato già adoperato lo scorso anno in alcuni invasi a uso potabile ridotti quasi a pozzanghere, come il Fanaco. Barbagallo precisa tuttavia che sono sistemi che non è ancora certo che saranno impiegati e che tutto dipenderà dalle condizioni meteo da ora fino ad ottobre. La Sicilia da circa un anno affronta una crisi idrica senza precedenti: secondo l’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, negli ultimi due decenni le precipitazioni si sono ridotte del 30%. E dalle statistiche dell’assessorato regionale ai Servizi di pubblica utilità emerge che le riserve idriche negli invasi dell’isola sono diminuite del 50% rispetto alla media dell’anno precedente. Le aree interne delle province di Caltanissetta, Agrigento, Trapani e Palermo sono le più colpite. L’accesso limitato e il razionamento dell’acqua hanno inciso negativamente sulla qualità della vita, obbligando in molti casi gli abitanti ad acquistare autobotti d’acqua da privati per continuare a svolgere le proprie attività quotidiane. Un impatto ancora più grave è stato riscontrato nelle campagne. Gli agricoltori delle zone più colpite lottano per mantenere in vita le loro colture e il bestiame. E’ stato stimato che oltre il 70% delle aziende agricole siciliane ha subito perdite economiche significative a causa della scarsità d’acqua. La Regione ha quantificato danni per 2,5 miliardi di euro. La produzione di colture tradizionali siciliane, come il grano, le olive e gli agrumi, è diminuita drasticamente.

teleacras angelo ruoppolo

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