“Messina Denaro”: condannato un altro Bonafede
La Corte d’Appello di Palermo ha condannato l’operaio comunale di Campobello di Mazara, Andrea Bonafede, presunto favoreggiatore di Matteo Messina Denaro.

Andrea Bonafede, 56 anni, di Campobello di Mazara, operaio comunale, è stato condannato dalla Corte d’Appello di Palermo a 6 anni di reclusione, ovvero 8 mesi in meno rispetto alla sentenza di primo grado. L’imputazione è favoreggiamento aggravato da mafia e procurata inosservanza di pena a beneficio di Messina Denaro. Sia la Procura di Palermo, che poi la Procura Generale, hanno proposto il doppio della condanna, contestando a Bonafede il reato di associazione mafiosa. Bonafede è cugino e omonimo del geometra di 61 anni che ha prestato la propria identità a Matteo Messina Denaro. Sarebbe stato lui, il Bonafede di 56 anni, arrestato dai Carabinieri del Ros il 7 febbraio del 2023, a ritirare le prescrizioni mediche del dottor Alfonso Tumbarello per farmaci, esami clinici e ricoveri destinati a Messina Denaro. E lui avrebbe consegnato al medico i documenti sanitari ricevuti dal boss nel corso delle cure. Secondo i magistrati accusatori Bonafede non sarebbe stato solo un favoreggiatore di Matteo Messina Denaro, ma un associato a Cosa Nostra: non si sarebbe limitato a ritirare le ricette dal medico Tumbarello, ma sarebbe stato al tempo stesso uno dei riferimenti di Messina Denaro per le sue attività, come mantenere i contatti sul territorio e continuare ad esercitare il potere. Andrea Bonafede si è difeso così: “Prima non ho mai saputo che il vero destinatario dei documenti medici fosse Matteo Messina Denaro”. E i magistrati domandano: “Perchè non è andato dai Carabinieri dopo l’arresto di Messina Denaro?”. E Bonafede risponde: “Anche per paura sinceramente… Uno cerca di continuare a fare la sua vita in maniera coerente, mi aspettavo di essere chiamato sinceramente, e non mi aspettavo di essere arrestato, completamente, per me era una cosa impensabile questa”. E poi Bonafede spiega: “Sono stato incaricato da mio cugino Andrea Bonafede di prendere le ricette al suo posto perchè non voleva fare sapere di essere malato”. E i magistrati domandano: “Ma il dottore non le chiedeva perchè non andasse allo studio il suo assistito, quindi suo cugino?”. E Bonafede risponde: “No, perchè era stato avvertito da lui. Non ci fu bisogno di spiegarsi con Tumbarello perché il medico lo sapeva che io andavo al posto di mio cugino, perché sennò non penso che mi avrebbe mai dato… mi sembra che una volta me l’ha chiesto, dice: ‘Come sta?’ Ci dissi: ‘Ma a me sembra che sta bene’, solo questo”.
teleacras angelo ruoppolo