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Amministratori cattolici. Anche in Sicilia si presenta la “Rete di Trieste”, con 5 punti programmatici 

Si è svolta la prima delle tre conferenze stampa di presentazione in Sicilia della “Rete di Trieste”, il network degli amministratori cattolici che punta a sviluppare progetti e iniziative condivisi attraverso una collaborazione “trasversale”.

Presenti fra gli altri Margherita La Roca Ruvolo, deputata Regionale, sindaca di Montevago e componente del Coordinamento Nazionale, Giuseppe Mattina, ex assessore al Comune di Palermo e referente Rete in Sicilia, Emiliano Abramo della Comunità di Sant’Egidio e tantissimi amministratori locali, sindaci, assessori e consiglieri comunali, esponenti del mondo ecclesiale e dell’associazionismo. I lavori sono stati aperti da un messaggio dell’Arcivescovo di Catania, S.E. Mons. Luigi Renna.

Presentati i cinque punti programmatici su cui gli amministratori della Rete hanno iniziato a confrontarsi: al centro la partecipazione democratica dei cittadini, le politiche giovanili, il welfare territoriale, la transizione ecologica e la tutela del territorio e lo sviluppo delle aree interne.

Costituita a febbraio 2025, la Rete conta oggi circa 1.000 fra amministratori e operatori sociali che in questi giorni si stanno dando appuntamento in diverse città italiane per presentare la loro piattaforma programmatica costruita “dal basso” e “dal di dentro” della quotidianità dei territori. L’obiettivo è l’elaborazione di una proposta politica trasversale, disponibile ad essere adottata dalle amministrazioni locali così come dai partiti e dalle forze civiche.

“L’ambizione che ci anima – sottolinea Francesco Russo, portavoce nazionale della Rete – non è intervenire sul sistema partiti, ma rilanciare la partecipazione cambiando il modo di far politica. Vogliamo modificare radicalmente stile e agenda nazionale, dimostrando che esistono temi condivisibili tra schieramenti diversi. I cattolici possono tornare protagonisti del dibattito pubblico con amministratori che pongano al centro i bisogni di persone e comunità. La ‘Rete’ non nasce per creare micro partiti o correnti, ma per evidenziare quanto sia decisivo il contributo dei cattolici e della Dottrina Sociale alla vita del Paese”.

Come detto, ad aprire i lavori stamattina è stato un intervento dell’Arcivescovo di Catania, Mons. Luigi Renna, che ha affermato di “accogliere con gioia accolgo l’approdo in Sicilia della Rete di Trieste, movimento trasversale nato dall’incontro e dal dialogo fra amministratori cattolici.” Per Mons. Renna, “la Dottrina Sociale della Chiesa – da Rerum Novarum a Fratelli Tutti – è la nostra bussola: nessun partito da solo incarna pienamente i suoi principi, ma in ogni schieramento i credenti possono operare con sguardo critico. La politica è alta forma di carità e organizzazione della speranza! Non temete il dialogo: proprio nella diversità di posizioni, uniti dalle radici cristiane, potete offrire un contributo unico alla costruzione del bene comune. Questo cammino, nato dalle Settimane Sociali, risponde alla chiamata a servire le comunità con coraggio profetico.”

Margherita La Rocca Ruvolo ha sottolineato come “la ricca partecipazione alla giornata di oggi ha confermato sia la trasversalità della Rete sia il suo radicamento, pur essendo solo all’inizio di questo nostro percorso. La partecipazione di tanti amministratori locali e tanti rappresentanti del mondo ecclesiale è stata la conferma di quanto sia forte la voglia di partecipare e rendere vivi e presenti i valori della Dottrina Sociale nel nostro agire quotidiano di amministratori pubblici. Un particolare ringraziamento va a Monsignor Renna, che oggi ha rivolto all’avvio della Rete in Sicilia parole piene di speranza e incoraggiamento, che sono sprone per tutti noi ad agire con passione e rigore.”

Per Giuseppe Mattina, che sarà referente della Rete in Sicilia “dopo un lungo lavoro che ha coinvolto già centinaia di persone a livello nazionale, oggi si avvia anche nella nostra regione un percorso che sarà profondamente radicato nelle realtà locali, dando voce e visibilità ai bisogni ma anche alle risorse e alle energie delle nostre comunità. Mai come oggi è importante che l’azione politica ed amministrativa abbiano al centro il tema dei diritti, della legalità e della persona, specialmente in una realtà difficile e complessa come quella Siciliana che più che altrove mostra le contraddizioni di un sistema che spesso favorisce disparità, non crea opportunità e dove i diritti rischiano di trasformarsi in favori.”

Per Emiliano Abramo, della Comunità di Sant’Egidio, “presentare e proporre la rete di Trieste è anche una responsabilità umana oltre che politica. È un modo di tendere l’orecchio verso i bisogni delle persone e dei territori, la domanda di futuro dei giovani, il gemito dell’ambiente che soffre, la paura della solitudine degli anziani. Essere uniti per trovare risposte è una delle motivazioni che più ha motivato i partecipanti a questa giornata catanese”.

I PUNTI PROGRAMMATICI

Sono cinque i punti individuati che toccano alcune delle questioni più urgenti e che toccano e incidono sulla quotidianità delle comunità e sull’intero sistema democratico del Paese. Anzitutto, la partecipazione dei giovani alla vita politica. Porre i giovani al centro delle strategie pubbliche significa costruire una società più giusta e lungimirante. Per favorire la partecipazione dei giovani, vengono proposti si propongono percorsi di formazione specifici, quote generazionali nelle liste elettorali, la promozione di spazi di socialità, aggregazione e coabitazione.

 Il tema della partecipazione democratica non riguarda però solo i giovani. L’astensionismo rappresenta infatti, oggi uno dei maggiori problemi per la tenuta democratica del Paese: ad ogni tornata elettorale, sono circa il 50% degli aventi diritto a presentare alle urne per esprimere il proprio voto. Occorre quindi lavorare per stimolare la partecipazione democratica dei cittadini, sviluppando nuove prassi e promuovendo strumenti di democrazia partecipata e di consultazione che contribuiscano a ricostruire un rapporto di fiducia tra cittadini e le istituzioni, come assemblee pubbliche e bilanci partecipativi. Avviare, inoltre, processi di collaborazione paritaria tra pubbliche amministrazioni, Terzo Settore, comitati o gruppi informali. Infine, istituire organi consultivi giovanili per favorire la progettazione continua e il dialogo con l’amministrazione.

La Rete si propone, poi, di ripensare interamente il welfare di prossimità, sviluppando un sistema cooperativo che valorizzi le realtà sociali, a partire da azioni concrete di coprogettazione, coprogrammazione e amministrazione condivisa con gli enti di Terzo Settore riconosciuti. L’obiettivo è rispondere in maniera efficace alle fragilità attraverso un’integrazione virtuosa di pubblico, privato e Terzo Settore. Tra le proposte presentate, le scuole aperte nel pomeriggio, il potenziamento delle reti solidali di recupero delle eccedenze di cibo per contrastare lo spreco alimentare e il rilancio del diritto all’abitare e la vivibilità dei centri storici.

La sostenibilità e la transizione ecologia del territorio rappresentano oggi uno dei più importanti investimenti per il futuro delle comunità. In un contesto di profondo mutamento climatico, la proposta è di incentivare la nascita delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) attraverso gli incentivi specifici e la semplificazione delle normative, la pedonalizzazione degli spazi pubblici e la mobilità dolce.

Infine, le aree interne e le periferie: ripensare le aree marginali del Paese come laboratori di innovazione e comunità resilienti. In parte lo sono già: alcune delle migliori esperienze di rigenerazione urbana e di micro imprenditoria sono nate proprio in questi luoghi. È il segno che, se incentivate, le aree interne possono essere luoghi pieni di vita, che garantiscono la tenuta dei territori più complessi del fragile suolo italiano. Da qui delle proposte specifiche per incentivare il ritorno e il restare in questi luoghi, come una flat tax per i piccoli comuni, nuovi criteri per la distribuzione dei fondi pubblici, la promozione di nuove forme di auto-organizzazione economica e di hub di territorio.

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