L’agenda rossa, le perquisizioni Tinebra e La Barbera
L’agenda rossa di Paolo Borsellino: dopo le perquisizioni in casa Tinebra, la memoria storica ripropone le perquisizioni in casa La Barbera.
I Carabinieri del Ros, su incarico della Procura di Caltanissetta, hanno dunque perquisito la settimana scorsa tre abitazioni e una cassetta di sicurezza del già Procuratore di Caltanissetta nel ’92 Giovanni Tinebra, alla ricerca dell’agenda rossa di Paolo Borsellino. In un appunto del capo della Squadra Mobile dell’epoca, Arnaldo La Barbera, presunto regista del depistaggio delle indagini sulla morte del giudice, firmato il 20 luglio ’92, l’indomani della strage di via D’Amelio, si legge della consegna di uno scatolo in cartone contenente una borsa in pelle ed un’agenda appartenenti al giudice Borsellino. La Procura nissena non ha le prove che lo scatolo sia stato poi materialmente consegnato a Tinebra, nè che si trattasse proprio dell’agenda rossa o di un’altra ordinaria. Ebbene a fronte di ciò è utile rispolverare quanto accaduto nel dicembre del 2023. Diversi testimoni hanno raccontato che la borsa di Borsellino è stata poggiata per vari giorni su un divanetto nell’ufficio di La Barbera. E la Procura di Caltanissetta ha ordinato delle perquisizioni a casa della moglie e della figlia di La Barbera il quale avrebbe conservato in casa l’agenda rossa che poi, dopo la sua morte, sarebbe stata ancora conservata in casa, nella disponibilità della moglie e della figlia, come secondo volontà dello stesso Arnaldo La Barbera. Così ha raccontato il padre di un’amica di Serena La Barbera, figlia di Arnaldo. La figlia di tale testimone si sarebbe rivolta al padre così: “La mia amica Serena (ovvero Serena La Barbera, figlia di Arnaldo) non si sente più di tenere una cosa di suo padre. Potresti conservarla tu?”. E il padre le ha chiesto: “Ma cosa è?”. E la figlia, amica di Serena, gli ha risposto: “E’ l’agenda rossa di Borsellino”. Nel novembre del ’92 Arnaldo La Barbera consegnò la borsa alla famiglia Borsellino. La figlia Lucia si arrabbiò: “Dov’è l’agenda rossa? Era dentro la borsa”. La Barbera si rivolse alla madre di Lucia: “Signora, sua figlia probabilmente ha bisogno di uno psicologo, è molto provata, delira”. Il 5 novembre del ’92, pochi giorni prima della riconsegna della borsa alla famiglia di Borsellino, il pubblico ministero, Fausto Cardella, firma il verbale di apertura della borsa, e scrive: “Dentro la borsa ci sono: due pacchetti di sigarette marca Dunhill, un paio di pantaloncini da tennis bianchi, un costume da bagno, un carica batterie per telefono con batteria e accessori, un ritaglio di giornale, un paio d’occhiali, un mazzo di chiavi, un pacchetto di fazzoletti, uno scontrino fiscale, tre fogli di carta spillati, e una rubrica telefonica marrone”.
teleacras angelo ruoppolo