Sicilia, si infuoca il confronto sulla rete ospedaliera
Riserve e critiche sul progetto della nuova rete ospedaliera in Sicilia. Si profilerebbe una riduzione di 367 posti letto rispetto al periodo pre – covid.
Riserve, perplessità e critiche sul progetto della nuova rete ospedaliera in Sicilia. Si profilerebbe una riduzione di 367 posti letto rispetto al periodo pre – covid, ovvero il 2019. La dotazione complessiva in Sicilia sarebbe di 18.000 posti. E poco più di un quarto, il 27,8%, sarebbe reso a disposizione dalle strutture private convenzionate. Dunque: dei 18.000 pressappoco, circa 13.000 nelle strutture pubbliche e 5.000 tra i privati accreditati. L’Anci, l’Associazione dei Comuni, interessata perché la rete ospedaliera impatta anche sugli enti locali e sulle aspettative dei cittadini, attende la bozza definitiva del piano per valutare. Nel frattempo ha sollecitato l’assessore regionale alla Sanità, Daniela Faraoni, a convocare una “Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e sociosanitaria”. E poi un’audizione al presidente della Commissione Sanità e Servizi sociali all’Assemblea Regionale, Giuseppe Laccoto. Ancora nel frattempo, nelle more dei lavori in corso sulla nuova rete ospedaliera, non mancano le reazioni politiche. Il Movimento 5 Stelle punta il dito contro il presidente della Regione, Schifani, “perché propone una rete ospedaliera che risponde a logiche di spartizione politica per una sua ricandidatura a discapito del diritto alla salute dei siciliani. Saltano posti letto negli ospedali di Comuni dove non vi sono amici di partito o dove vi sono avversari politici come a Gela, e aumentano laddove vi sono sponsor politici come a Paternò, città di Ignazio La Russa”. Sulla stessa lunghezza d’onda si sintonizza la Cgil, secondo cui “la bozza della nuova rete ospedaliera siciliana non sostiene gli interessi dei siciliani ma tutt’altro. Sia sospesa la presentazione del piano abbozzato e si avvii un serio confronto con le parti sociali e con le rappresentanze del territorio”. Il sindacato riscontra in particolare “una scarsa attenzione alle aree interne della Sicilia, con una riduzione dei posti letto, contraddicendo il diritto alla salute di tutti i cittadini. E poi si privilegia la lunga degenza e dunque l’ospedalizzazione con l’intasamento che ne deriva, trascurando quindi la medicina del territorio”. E poi “il mancato potenziamento dei Pronto soccorso, uno dei settori più in crisi del sistema sanitario regionale, dove si riscontrano i maggiori problemi, soprattutto le continue aggressioni al personale, anche a causa delle carenze di organico, e la fuga dei sanitari dal pubblico al privato, aggravando l’emigrazione sanitaria” .
teleacras angelo ruoppolo