Le stragi e Caselli: “Nessun collegamento con mafia – appalti”
L’ex Procuratore di Palermo all’epoca delle stragi, Giancarlo Caselli, ascoltato in Commissione antimafia sulle indagini dopo la strage di via D’Amelio.

Il magistrato Giancarlo Caselli si insediò Procuratore della Repubblica a Palermo il 15 gennaio del 1993, il giorno dell’arresto di Totò Riina. E’ stato appena ascoltato in audizione dalla Commissione nazionale antimafia, impegnata sul versante intricato delle indagini sulla strage di via D’Amelio contro il giudice Borsellino. E tra l’altro ha dichiarato: “Non vi sono elementi per affermare che la strage via D’Amelio sia collegata all’indagine mafia-appalti e, inoltre, nè prima del mio arrivo alla procura di Palermo nè dopo vi è stata una cattiva gestione di quell’indagine. Ridurre la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, eroi moderni di epica grandezza, al tentativo di fermare l’inchiesta mafia-appalti significa ridimensionare il loro valore storico. Entrambi, sia Falcone che Borsellino, sono stati uccisi per una vendetta postuma di Cosa nostra che li riteneva i suoi peggiori nemici. In più Borsellino fu fermato per impedire che riferisse ai magistrati di Caltanissetta, qualora mai l’avessero convocato, quanto a sua conoscenza sull’attentato a Falcone. Trovo ingiusto strumentalizzare una tesi a discapito di altre”. Giancarlo Caselli ha poi ricordato i successi dell’azione della magistratura all’epoca delle stragi, e ha proseguito: “Dopo la reazione dello Stato, seguita agli attentati del ’92, vi è stato il più alto numero di collaborazioni con la giustizia, segno di un cambio di egemonia politica e sociale, perché il mafioso si pente quando si fida dello Stato. Non dimentichiamo poi i successi contro l’ala militare di Cosa nostra, che ha subito colpi durissimi (come le condanne a 650 ergastoli e centinaia di anni di carcere), e le indagini sul lato oscuro dei rapporti tra pezzi dello Stato e boss. Quei magistrati hanno diritto a rispetto autentico.”
fonte teleacras angelo ruoppolo