Piersanti Mattarella come Chiara Poggi
Gli stessi periti che lavorano sulle impronte del delitto di Chiara Poggi a Garlasco adesso si occupano di un’impronta sull’auto killer di Piersanti Mattarella. I dettagli.
Gli stessi esperti che oggi si occupano del delitto di Garlasco adesso lavorano su un’impronta trovata sullo sportello della Fiat 127 usata dai killer dell’ex presidente della Regione Siciliana, Piersanti Mattarella, ucciso la mattina di domenica 6 gennaio 1980 a Palermo. Come per l’omicidio di Chiara Poggi, i periti si affidano alle nuove tecnologie per rilevare nell’impronta tracce biologiche e confrontarle con i profili genetici dei due indagati: Antonino (Nino) Madonia, boss di Resuttana, e Giuseppe Lucchese (Lucchiseddu). La squadra incaricata dalla Procura di Palermo è composta da specialisti di genetica forense, docenti universitari e uomini della polizia scientifica. Tra loro vi è anche Ugo Ricci, responsabile dell’Unità di genetica forense di Firenze, dove attualmente si svolgono le analisi sul caso Garlasco. Il reperto della Fiat 127 non è un’impronta digitale nitida, ma una strisciata lunga circa tre centimetri su cui pesa il trascorrere del tempo: più di quattro decenni potrebbero avere compromesso in parte le tracce biologiche, rendendo complesso l’esame. Per l’agguato mortale a Piersanti Mattarella sono stati condannati i vertici di Cosa Nostra, riconosciuti come mandanti. L’identità di coloro che spararono e guidarono l’automobile non è stata svelata in modo certo. I sospetti gravano su Madonia, come esecutore materiale, e Lucchese, come autista della 127. Contro Mattarella fu rivolta una pistola Colt 38 Special, otto proiettili a meno di un metro di distanza, alla tempia, al torace e alle spalle. Inutile la corsa in ospedale. La giunta di centro-sinistra di Mattarella, battezzata alla Regione nel 1978, si formò con l’appoggio esterno del Partito Comunista, in continuità con la politica del “compromesso storico” inaugurata da Aldo Moro. Anche ciò è una traccia, non biologica ma politica, affidata alla storia.
teleacras angelo ruoppolo