Condannato il confrate dell’inchino a casa Riina

Il giudice monocratico del Tribunale di Termini Imerese, Fabio Raia, ha condannato a 6 mesi di reclusione il confrate Leoluca Grizzafi, per il reato di turbamento delle funzioni religiose. Il 29 maggio del 2016, a Corleone, quando la processione di San Giovanni Evangelista giunse innanzi alla casa della famiglia Riina, in via Scorsone 24, il confrate Grizzafi suonò la campanella e tutti si fermarono per – così ha riconosciuto in sentenza il giudice – ossequiare la famiglia del capo di Cosa nostra. Il pubblico ministero, Daniele Di Maggio, a conclusione della requisitoria, ha invocato la condanna di Grizzafi a 2 anni di carcere. Il difensore del confrate, l’avvocato Pierfrancesco Puccio, ha sostenuto che i Carabinieri e i Poliziotti presenti si sono sbagliati, perché quel giorno, davanti la porta di casa Riina, non vi è stata la moglie di Riina, Ninetta Bagarella. L’avvocato Puccio annuncia appello. Nel frattempo, l’arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, ha vietato a tutte le processioni di transitare da vicolo Scorsone.