ENZO BIAGI SU LEONARDO SCIASCIA

ENZO BIAGI SU LEONARDO SCIASCIA

(Enzo Biagi nasceva 9 agosto 1920)

“Leonardo Sciascia mi piace come scrittore e come persona. Anche la sua vita è rispettabile. Faceva il maestro elementare, ma senza passione. È difficile insegnare a un bambino che ha fame la grammatica e le moltiplicazioni. Adesso vive coi diritti d’autore e con qualche articolo. Le due ragazze sono sposate. La signora Maria non ha mai avuto bisogno della domestica. Qualche volta va lui a fare la spesa. Hanno poche necessità: accendono la televisione soltanto quando si elegge il presidente della repubblica, e non funziona. Sono andato a trovarlo nella casa di campagna, a Racalmuto: un ettaro di terra, che è sempre stato dei suoi. Sciascia ha tirato su i muri nuovi, perché ormai ci vuole l’acqua e la luce, ma il paesaggio è immutato: la trazzera piena di buche, gli ulivi drammatici, il vento che ribalta le erbe secche. Questo è il suo orizzonte: il pastore che gli regala la ricotta, i bottegai, i contadini, un professore che ogni tanto viene a trovarlo e gli porta frutta e vino. Sciascia ama la solitudine: non sa guidare l’automobile, sul caminetto ci sono dei libri, alle undici di sera già riposa, e l’ultimo pensiero è sempre per la morte; vorrebbe affrontarla da sveglio, forse per giudicarsi un’ultima volta”.

(in Panta n. 27, Milano, Bompiani 2009).

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