Il maxi processo e l’omicidio di Salvo Lima


5 LimaCome appena detto, il 12 marzo 1992 venne ucciso, a Palermo, l’On. Salvo Lima.
Su tale omicidio, oggetto, peraltro, nell’originario unico procedimento, anche di una specifica imputazione a carico di Bernardo Provenzano poi, però, stralciata per le condizioni di salute di quest’ultimo imputato che non gli consentivano, all’epoca, la cosciente partecipazione al processo e che successivamente lo hanno condotto alla morte, è stata ugualmente svolta un ‘ampia istruttoria
dibattimentale per la rilevanza che, secondo l’accusa, l’episodio ha avuto nell’evoluzione delle successive vicende che hanno dato luogo alla c.d. “trattativa Stato-mafia”.
In particolare, sono state acquisite le dichiarazioni di numerosi collaboranti (tra i quali anche alcuni degli esecutori materiali dell’omicidio) ed sono state, altresì, acquisite le sentenze, divenute definitive, con le quali sono stati condannati alcuni esponenti dell’associazione mafiosa “cosa nostra” (tra i quali Salvatore Riina) quali responsabili dell’omicidio in questione (sentenza della Corte di Assise di Palermo nei confronti di Riina Salvatore +31 pronunziata in data 15 luglio 1998; sentenza della Corte di Assise di Appello di Palermo in data 29 marzo 2000; sentenza della Corte di Cassazione in data 27 aprile 200 I; e, successivamente a quest’ultima, sentenze della Corte di Assise di Appello di Palermo del 10 maggio 2002 nei confronti di Madonia Francesco ed altri e del 5maggio 2004 nei confronti di Aglieri Pietro ed altri). Per la ricostruzione del fatto, dunque, può certamente rinviarsi alle predette sentenze definitive, evidenziando soltanto che il primo parziale esito avutosi con la sentenza della Corte di Cassazione del 27 aprile 2001 prima ricordato è stato
certamente influenzato dall’assenza di conoscenza di elementi di fatto soltanto successivamente acquisiti grazie ad ulteriori sopravvenute importanti collaborazioni con la Giustizia da parte di altri esponenti mafiosi. Basti pensare, per ciò che rileva in questa sede in relazione alle conclusioni del
paragrafo precedente, ad esempio, con riguardo alla mancata prova di una riunione della “commissione provinciale” di Palermo precedente all’omicidio Lima, che tale riunione era stata allora riferita soltanto Brusca Giovanni ed è stata, pertanto, ritenuta non riscontrata nella sentenza della Corte di Cassazione del 27 aprile 2001.
Nel ricordato paragrafo precedente, però, si è già dato conto della sopravvenuta collaborazione di Antonino Giuffrè avvenuta dopo il suo arresto in data 16 aprile 2002 e delle dichiarazioni da questi rese in proposito (“lo ho partecipato alla riunione in Cosa Nostra del dicembre del 91, se la memoria non mi inganna, dove appositamente c’è stata la famosa riunione della resa di conti tra Cosa Nostra e le persone ostili a Cosa Nostra, tra cui i politici da un lato e tra cui Salvo Lima e altri politici, e la resa dei conti nei confi’onti dei Magistrati, quali Falcone e Borsellino. Questo è stato fatto in una famosa riunione del 91, del dicembre del 91. Tanto è vero che poi nel 92 ci sarà l’uccisione di Lima e del dottore Borsellino, del dottore Falcone, eccetera, eccetera. Da tenere presente che nella lista dei politici vi erano … Non vi era solo Lima, ma vi erano i Salvo, che poi Ignazio Salvo è stato ucciso, Mannino, Vizzini, Andò e altri personaggi importanti nell’ambito politico, appositamente per il discorso che era partito politicamente della inaffidabilità, ed ecco il discorso dell’87, quando c’è stato il cambiamento di rotta, venivano… Erano stati considerati inaffidabili questi politici”).
Ma, in ogni caso, anche dalla più riduttiva sentenza della Suprema Corte prima ricordata, ancora per quel che rileva in questa sede, in estrema sintesi, si ricavano, comunque, l’esistenza di risalenti rapporti tra l’organizzazione mafiosa “cosa nostra” e l’On. Lima (v. la citata sentenza della Corte di Cassazione: ” … l’on. Lima, figlio d’uomo d’onore, aveva coltivato legami, per scambio di favori con uomini d’onore, quale esponente rappresentativo del partito di maggioranza in Sicilia, già all’epoca in cui era sindaco di Palermo, e sino alla sua morte, quando era parlamentare europeo … “) e la riconducibilità dell’omicidio alla stessa “cosa nostra” (ibidem: ” … l’induzione univoca che il delitto sia frutto del concorso di più persone, per ragioni di mafia … “).
Quanto al ruolo della “commissione provinciale”, d’altra parte, anche la successiva sentenza pronunziata dalla Corte di Assise di Appello in sede di rinvio il 10 maggio 2002 (divenuta irrevocabile ed acquisita agli atti), sulla scorta di precise risultanze probatorie (nonostante non fosse ancora sopravvenuto l’apporto collaborativo di Giuffrè), ha evidenziato “come in svariati ambienti di cosa nostra si fossero fatti strada, ancor prima della conclusione del maxiprocesso, sentimenti di forte ostilità nei confronti di Lima, circostanza questa che già di per sé porta ad escludere che la decisione di uccidere tale uomo politico possa essere stata il frutto di una autonoma decisione di Salvatore Riina”, concludendo che, fermo restando la necessità di individuare le responsabilità individuali dei componenti della “commissione provinciale”, la regola che assegnava a quest’ultima la decisione di simili delitti “era, all’epoca del delitto Lima, ancora pienamente attuale”.
La medesima sentenza, nel contempo, ha confermato anche la causale dell’omicidio in esame nel risentimento nutrito dai mafiosi nei confronti di quell’uomo politico accusato di inerzia riguardo alle aspettative dei mafiosi medesimi.
Nel presente processo, quindi, ancora in sintesi, sono stati, innanzitutto, ulteriormente confermati i rapporti tra esponenti di “cosa nostra”, tra i quali specificamente Salvatore Riina per il tramite dei cugini Antonino e Ignazio Salvo, e 1’on. Salvo Lima (v. dich. Giovanni Brusca: ” … il contatto con
l’onorevole Lima era più quasi esclusiva di Totò Riina … …… Sì, attraverso i cugini Salvo … …. … il rapporto con i Salvo era privilegiato esclusivamente con Totò Riina …. … …. i Salvo erano cugini, uomini d’onore. appartenevano alla famiglia di Salemi ed erano autorizzati a poter contattare … cioè, poter avere rapporti direttamente con Riina senza l’autorizzazione del loro capo famiglia o capo mandamento”) e, più in generale, il ruolo di quest’ultimo di “referente” dell’associazione mafiosa per i rapporti di questa con gli ambienti politici.
In proposito, oltre alle dichiarazioni dell’imputato Brusca Giovanni, possono ricordarsi le dichiarazioni di Giuffrè Antonino, il quale, pur riferendo di non avere mai personalmente conosciuto l’On. Lima, ha, però, confermato, appunto, che quest’ultimo costituiva il principale referente provinciale dell’organizzazione mafiosa (” .. era il referente ufficiale di Cosa Nostra a livello provinciale. Le posso tranquillamente dire che nel nostro mandamento (PAROLA INCOMPRENSIBILE) era … Si votava per gli uomini del Riina, per la corrente di Riina … di Lima. chiedo scusa …. … … Quello che mi risulta, a partire da Stefano Bontade. Michele Greco, Salvatore Riina e così via di seguito. Tutti diciamo gli esponenti più importanti di Cosa Nostra. in modo
particolare a livello della provincia di Palermo erano in contatto con l’Onorevole Lima …. … … .Il referente, per quello che ricordo. diciamo che il principale era lui, faceva parte della corrente di Andreotti, vi erano anche altri personaggi importanti quali i cugini Salvo, Ignazio e Nino Salvo, Vito Ciancimino, questi sono quelli più importanti che mi ricordo. Cioè poi altri personaggi importanti potevano essere Mannino, per ipotesi, sull’agrigentino questi sono i personaggi più importanti che mi ricordo in questo momento”).
Contatti addirittura personali, poi, sono stati riferiti sia da Siino Angelo che da Di Carlo Francesco.
Il primo, in particolare, nel corso del suo lungo esame, ha, tra l’altro, appunto riferito che nella sua attività concernente la gestione degli appalti per conto di “cosa nostra” egli aveva come referente politico l’Ono Lima (“Debbo dire che anche politicamente sono stato accreditato perché il mio referente politico, che allora era l’Onorevole Salvo Lima, mi disse: tu guarda che da questo momento in poi gestisci gli appalti per conto mio e per conto di altri .. “) e che, per tale ragione, i rapporti si erano via via intensificati e mantenuti sino al suo arresto nei 1991 (“Allora, debbo dire che ho avuto, avevo una (PAROLA INCOMPRENSIBILE) per ragioni politiche la frequentazione con l’Onorevole Lima. Debbo dire che queste frequentazioni politiche che avevano, erano conseguenti al fatto che io ero Consigliere Comunale di San Giuseppe lato per quindici anni all’incirca, con. .. Della Democrazia Cristiana, per questo avevo modo di avere conosciuto sia il Lima e di avere dei rapporti con lo stesso. Debbo dire che immediatamente dopo il mio inizio di collaborazione con la questione degli appalti, debbo dire che questo rapporto si intensificò e io,
malgrado il relativo ruolo non di vertice che avevo, sia in Cosa Nostra, sia in politica, praticamente continui ad avere un rapporto più diretto con lo stesso. Rapporto che si è protratto fino al mio primo arresto. Stiamo parlando del luglio 1991… … . .. avevamo un rapporto che naturalmente anche per la
differenza di età lui mi dava dell’Angelo del tu e io lo citavo Onorevole, ci dicevo Onorevole, e questo era il tipo di rapporto. Lui mi diceva spesso e mi sollecitava: evitiamo sta camurria di Onorevole e io ci dicevo … Insomma, finivo sempre con il chiamarlo Onorevole. Debbo dire che la frequentazione nostra avveniva la mattina presto, nella sua villa di Mandello, era una villa che lui
aveva comprato da un mio amico che era perito nella famosa cosa di … L’aereo che era caduto su Montagna Longa e poi debbo dire che lui mi riceveva nei luoghi più impensati, anche la sua segreteria sita nel grattacielo che c’era in Via Emerico Amari e poi alle volte, quando veniva da Roma, sia tardi che presto, comunque mi doveva, mi diceva che questo rapporto doveva restare
riservato perché praticamente si ni sbentano, questo era il suo modo di parlare, che era un modo di parlare molto palermitano, si ni sbentano semu consumati, per cui evidentemente cerca di stare più attento possibile anche nei tuoi interessi, nel tuo interesse. Cioè, mi metteva in guardia che con il fatto che si scopriva questa cosa, saremmo finiti non nei guai, ma nei guai più terribili, in
effetti cosa che è successa”), tanto che proprio l’On. Lima gli aveva consegnato una copia del rapporto “mafia e appalti” (” .. io sapevo nei minimi particolari quale era il contenuto del rapporto mafia e appalti e questo rapporto mi fu dato, principalmente dato, proprio materialmente consegnato dall’Onorevole Lima, Lima Salvatore, che praticamente mi disse che gli avevano dato questo rapporto e che praticamente mi disse di stare attento .. “) dopo avergliene parlato per la prima volta circa sei o sette mesi prima del suo arresto (” .. praticamente diciamo un sei mesi – sette mesi prima ho avuto conoscenza di questo rapporto e se non mi sbaglio uno dei primi che me lo mostrò, e non so se fu il primo, è stato l’Onorevole Lima, che prima mi avvisò verbalmente e poi mi disse stai attento ca viri ca sti sventaru. La sventata era il fatto che avevano potuto sapere di quella che era la mia attività nel settore degli appalti, che però io capii che c’era del dolo quando ho capito che c’era notizia di questa mia attività nel settore degli appalti, ma non c’era effettiva notizia di quel che era il settore degli appalti in Sicilia, che era veramente una cosa enorme … “).
Di Carlo Francesco, invece, ha raccontato di avere conosciuto Salvo Lima sin dagli anni sessanta (“.. L’Onorevoie Lima … Ci sono stati, tante volte a Palermo, tante volte a Roma, molte volte c’è stato Nino Salvo di presenza e … Frequentazioni, non ero la persona che andava a chiedere posti di lavoro o chiedere … Così, va bene. Forse per questo mi frequentavo di più, perché non ho chiesto mai, solo … Anzi, lui mi ha chiesto una volta un piacere, perché non so se era suo figlio o era figlio del fratello, no, il figlio del fratello era, che ha voluto aprire un laboratorio, era medico, giovanissimo, ad Altofonte, e allora la prima cosa che ha fatto, fammelo sapere, ci siamo incontrati, ti raccomando stu ragazzo. E ha aperto, ma poi è stato un anno e se ne è andato… ‘” … L’Onorevoie Lima l’ho conosciuto quando era già a Palermo, l’ultimo periodo, che era Sindaco, credo che era l’ultimo anno, poi è diventato parlamentare. L’ho conosciuto non mi ricordo in quale occasione, però l’ho conosciuto. Non so se è stato Nino Salvo o Ignazio Salvo a presentarmelo … ‘” … Anni 60″) e che, da allora, lo aveva molte volte incontrato presso il suo ufficio ricevendo sempre un trattamento di riguardo (” .. da Lima c’era sempre una sala d’aspetto che aspettavano tutti, quello che non aspettava ero io, basta che ci facevo sapere, subito mi faceva entrare. C’era un professore che ci faceva da segretario che mi conosceva, non mi ricordo come si chiamasse, e entravo .. “).
Tra i tanti incontri, Di Carlo, inoltre, ha ricordato di avere partecipato nel 1980 ad una riunione nell’ufficio dell ‘On. Lima a Roma (” .. è stato nell’80, a fine 80, che c’è stata una riunione e io ero nell’ufficio di Lima a Roma intendo .. “) cui erano presenti, tra gli altri, il Gen. Santovito, l’Avv. Guarrasi e Nino Salvo. Giuffrè Antonino, quindi, ha riferito l’insoddisfazione che montava sempre più nell’ambito di “cosa nostra” per il più recente operato dell ‘On. Lima, tanto che già alcuni mesi prima della riunione della Commissione del dicembre 1991, nella quale, poi, Riina avrebbe ufficialmente comunicato la decisione di uccidere, tra gli altri, anche Salvo Lima, egli era stato informato da Bernardo Provenzano di quell’intendimento (v. dich. Giuffrè: “Diciamo che i primi discorsi, come è venuto fuori ieri, sono stati in un periodo anche antecedente al dicembre del 91, del discorso in seno alla Commissione. Diciamo che con Bernardo Provenzano, come è stato io magari non mi ricordavo, è venuto fuori nel discorso di ieri già con il Provenzano e antecedente a questa data mi aveva detto che prima o poi doveva essere eliminato il Lima. Ora, cioè, non mi vado a
ricordare se sia il 90, se sia il 91, quando è stato questo non lo so. Dice: prima o poi va a sbattere e ci rompemu i corna. Chiedo scusa per il termine che è un pochino brutale, che dico. 11 tutto poi diciamo si è enunciato sempre in quella riunione di cui abbiamo parlato, dal dicembre del 91, sulla resa dei conti, dove l’Onorevole Lima, l’Onorevole Andò e l’Onorevole Mannino e l’Onorevole
Vizzini, questi sono i nomi che io mi vado a ricordare, e in più Falcone, il dottore Falcone e il dottore Borsellino, in quella data di cui ho detto, nel dicembre del 91… … . .. Antecedentemente alla riunione del 91, non ho un ricordo preciso di un discorso antecedentemente al 91. Probabilmente che vi sono stati anche altri discorsi in precedenza che andavano ad interessare sempre altri soggetti… … … sto parlando di discorsi nell’ambito della commissione o anche di riunioni ristretto in seno a Cosa Nostra, e in modo particolare quando parlo di questo, parlo sempre della presenza di Salvatore Riina. Se non vado errato, anche in altre circostanze, in altre circostanze, ora non mi vado a ricordare se sia un discorso a livello di commissione completa o se riunioni ristrette o meno, si è parlato sempre, o per meglio dire ha parlato il Salvatore Riina di questo malcontento, di questo malessere e dell’eliminazione di questi soggetti, tra cui Lima, il dottore Falcone e il dottore Borsellino. Se la memoria non mi inganna, c’è stata qualche altra occasione in cui con il Riina si
è parlato di questo … … … Diciamo che le posso tranquillamente dire che Lima ormai nel periodo di cui io ne posso parlare, dall’87, 88, 89, 90, cioè in modo cioè ne ho detto anche in particolare sul finire degli anni 80, per meglio dire, motivi che si era defilato, le ho detto anche i motivi che se ne è andato, si era portato alle europee, aveva abbandonato. Cioè, già diciamo che c’erano dei discorsi non solo per quanto riguarda il Provenzano, ma discorsi all’interno di Cosa Nostra, che già era considerato come un traditore per avere abbandonato quelli che erano gli interessi di Cosa Nostra. E già, cioè, questo discorso su Lima mi viene fatto, come ho detto, però non sono in grado di andare a quantificare se sia stato sei mesi, otto mesi o nove mesi prima del discorso … Se ne parlava all’interno di Cosa Nostra e me ne aveva parlato anche il Provenzano sui discorsi di Lima e che prima o poi doveva essere … Andava a sbattere perché veniva ad essere ucciso. Ma era un discorso che ormai diciamo all’interno di Cosa Nostra era … Era questione di tempo … “).
La decisione di uccidere I ‘On. Lima, infine, matura alla vigilia della sentenza della Corte di Cassazione nel c.d. maxi processo, quando è ormai chiaro, con la sostituzione del Presidente Carnevale, che l’esito sarebbe stato negativo per i mafiosi (v. dich. Brusca: ” ….. si poteva salvare se l’onorevole Lima avrebbe portato un risultato positivo per Cosa Nostra …. “).
Tale causale è stata, altresì, confermata anche In questo processo da due esponenti mafiosi particolarmente vicini ai “corleonesi”. Ci si intende riferire a Di Matteo Mario Santo, il quale, pur precisando di non sapere nulla del fatto materiale, non ha avuto il minimo dubbio nel ricollegare tanto l’uccisione dell’On. Lima, quanto quella successiva di Ignazio Salvo, al mancato interessamento degli stessi affinché nel giudizio di cassazione le condanne dei mafiosi fossero annullate (” … perché non si interessavano del Maxi Processo, c’è stato pure questo, non c’era interessamento sul Maxi Processo … … . … Si dovevano interessare sul Maxi Processo per non fare condannare diciamo le persone, su questo era. .. Invece non hanno fatto niente .. “); e a Gioacchino La Barbera, il quale ugualmente ha richiamato la medesima causale (“Le motivazioni erano appunto la sentenza che c’era stata in Cassazione nel 91, dove avevano confermato il teorema Buscetta, confermate le condanne e da allora si è partiti con questa strategia … .. …. Come esito, c’era sempre
ottimismo, almeno quello che si diceva per non mettere paura alle persone che erano già state condannate o quelle che erano in attesa di giudizio, c’era ottimismo nell’aria, però in realtà, perché forse qualcuno aveva promesso che andava meglio, ma poi le cose sono andate male e allora si è incominciato con questo tipo di strategia … “).
Ancora nel presente processo, una indiretta conferma della riconducibilità dell’omicidio Lima al volere della “commissione” per le ragioni prima esposte si trae dalle dichiarazioni di Tranchina Fabio, dalle quali è possibile, infatti, ricavare il coinvolgimento conoscitivo – e, quindi, decisionale stante l’importante ruolo ricoperto nell’ambito della “commissione” provinciale – di Giuseppe Graviano (v. dich. Tranchina: “Per quanto riguarda l’omicidio Lima, come ho anche dichiarato durante gli interrogatori, quando ci fu l’omicidio Lima Giuseppe Graviano mi disse espressamente di non andare nella zona di Mondello …. … … Prima, prima …. … .. ma sarà stato qualche giorno prima, una settimana prima, mi disse: “Non andare nella zona di Mondello in questo periodo ” … … … non mi ricordo se me lo disse tre, quattro, cinque giorni prima, nel momento in cui ci fu l’omicidio tutti i capimmo che il motivo era questo di qua, che non dovevamo recarci nella zona di Mondello”).

FOnte mafie blog autore

F