Filippo Astone esalta le qualità taumaturgiche degli ‘apostoli della legalità’

In questo video, risalente ad alcuni anni fa, il giornalista torinese Filippo Astone esalta le qualità taumaturgiche degli ‘apostoli della legalità’, nonché ‘paladini dell’antimafia’ e tra questi, ovviamente,  Antonello Montante, già condannato a 14 anni di reclusione, per associazione a delinquere, corruzione e spionaggio e sotto inchiesta per mafia.
Per chi non lo sapesse, il giornalista Astone, tra le sue tante ‘fatiche’ letterarie, ha pubblicato, per conto ed a favore del Montante, un panegirico dal titolo: ‘Senza padrini’.
È uno dei tanti chiari esempi di giornalisti ‘d’abbaglio’, nel senso che rimangono sempre abbagliati, specie quando si tratta di regolare i conti, anche quelli di natura economica, a favore di un assortito stuolo di ‘prenditori’ alla Montante. Mi riferisco a quegli imprenditori, o sedicenti tali, di cui parlo nel mio libro ‘Il Sistema Montante’ che, qualche decennio addietro, hanno pensato bene di travestirsi da ‘professionisti dell’antimafia’.
Astone è soltanto uno dei trenta giornalisti della corte di Montante, di cui parlo diffusamente nel mio libro ‘Il Sistema Montante’. Il nostro ‘abbagliato’ Astone, non si limita soltanto ad esaltare le azioni, rivelatesi pienamente pseudo antimafiose di Montante, ma in questo video porta al settimo cielo il suo amico, delfino e successore dentro Sicindustria, ossia il gestore di una delle quattro più grosse bombe ecologiche della Sicilia, ossia la mega discarica di Siculiana-Montallegro, il cui fatturato, degli ultimi 20 anni, si aggira attorno ad un miliardo di euro. Ci riferiamo all’ex  ‘denunciante’ di una serie di crimini e criminali di cui sconosciamo la loro reale consistenza. Si tratta di Giuseppe  Catanzaro di Siculiana, concittadino dei famigerati Cuntrera-Caruana e vicino di casa di Nicolò Rizzuto. Ci riferiamo a dei notissimi mafiosi siculo-americani.
Il che non vuol dire che i Catanzaro, recentemente caduti in disgrazia, e sotto inchiesta per vari reati, sia ad Agrigento che a Caltanissetta, sono sospettati o sospettabili di essere mafiosi. Anche se per la verità il Montante, loro grande protettore, dentro e fuori Confindustria, stando a quanto risulta presso la  Procura di Caltanissetta, è ancora pienamente (lui si!), sospettato di essere stato molto, ma molto vicino alla mafia; nella sua qualità di compare, e non solo, dei capimafia Arnone di Serradifalco.
Salvatore Petrotto
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