“Debito”, la giunta Musumeci rinuncia alle indennità

La coperta è ancora troppo corta. I soldi adesso nella cassa della Regione non sono sufficienti. Nella manovra correttiva 2019 servono 260 milioni di euro, subito, per raggiungere la cifra dell’1 miliardo e 103 milioni di euro da pagare come pregresso del disavanzo non pagato dal 2016 in poi, e come sentenziato dalla Corte dei Conti nel giudizio di parifica del rendiconto venerdì scorso 13 dicembre. Dunque, per rimediare, la ricetta è non per nulla sofisticata: si taglia. E si tagliano le spese tra i dipartimenti Agricoltura, Territorio, Autonomie locali, Energia, Infrastrutture, ed anche alle indennità di carica del presidente Musumeci e dei suoi assessori. L’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, ha preparato la lista dei tagli: nella giunta è prevista una sforbiciata di 545mila euro perché sono state soppresse le spese destinate agli esperti del presidente, alla rappresentanza per il cerimoniale, agli abbonamenti alle agenzie di informazione, e poi Musumeci e gli assessori hanno rinunciato all’intera quota di indennità di carica. E poi 1 milione e 400 mila euro dai fondi per i Consorzi di bonifica e l’Irvo (l’Istituto regionale vini e oli). Poi 1 milione e 300mila euro dal servizio antincendio e 500mila euro dalla manutenzione dei mezzi. E poi 2 milioni e 400mila euro per spese di affitto o leasing di locali adibiti a uffici regionali. E 1 milione e 631mila euro dal fondo per liti e arbitraggi. Poi meno soldi ai Comuni: tagliati 2 milioni di euro per sostenere le procedure di riequilibrio finanziario. Poi cancellati 1 milione e mezzo di contributi agli enti di assistenza e beneficenza, e 321mila euro alle associazioni antiracket. Severe potature anche al trasporto pubblico locale e forestale. Poi ko alla Presidenza ai 217mila euro per le nuove uniformi del personale. Ko a più di 6 milioni di euro al Fondo Pensioni Sicilia. Ko a 1 milione e 700mila euro alle bollette del dipartimento Funzione pubblica. Ko a 88mila euro destinati all’ufficio del Garante dei diritti dei detenuti. Ko a quasi 500mila euro ad enti e associazioni senza scopo di lucro destinatarie di sostegni economici regionali. Ko a quasi un milione e mezzo di euro di contributo all’Istituto sperimentale zootecnico. E si è raschiato ovunque: ad esempio, stop a 112mila euro del fondo regionale per le parti civili nei processi contro la mafia, e a 111 mila euro del fondo per il bonus bebé. Nel frattempo il presidente dell’Assemblea Regionale, Gianfranco Miccichè, invita Musumeci ad intensificare il dialogo con Roma e Conte, e afferma: “Adesso qui all’Ars dobbiamo affrontare il tema del bilancio, e dico basta alla ricerca dei colpevoli. Non interessa più a nessuno sapere di chi sono le colpe, dobbiamo salvare il bilancio e basta. A me non interessa sapere se questo governo Musumeci ha colpe o meno. Occorre però avviare un dialogo vero e paritario con Roma. La Sicilia non può chiudere, non può fallire, il presidente Giuseppe Conte deve intervenire. Ma Musumeci e Armao devono andarci a parlare. E’ sbagliato minimizzare la parifica della Corte dei Conti. Il mio invito a maggioranza e opposizione è di lavorare per la Sicilia. Il governo Musumeci la smetta di cercare colpe. Dobbiamo salvare il malato”.