Le vittime che indagano su loro stessi

Le indagini sull’agguato vengono affidate, dalla Procura di Messina, alla squadra mobile e al Commissariato di Sant’Agata di Militello (nel quale lavorano tutti i soggetti “offesi” nell’agguato del 17 maggio: il vicequestore aggiunto Manganaro, che ne è il dirigente, gli assistenti capo Granata, Santostefano e Proto).
Come mai la scelta di coinvolgere in prima battuta, sul piano investigativo, proprio quel commissariato? Questa in Commissione la versione del dottor Anzalone, allora dirigente della squadra mobile di Messina:

ANZALONE: Fu una codelega. Ricordo che fu oggetto di discussione la partecipazione (o meno) del personale del Commissariato, compreso il Dirigente, alle indagini, e con i magistrati fu ritenuto che in quella fase il patrimonio informativo cui era in possesso il Dirigente del Commissariato e il personale della Sezione Investigativa poteva essere utile alla prosecuzione delle indagini.
FAVA, Presidente della Commissione: Ma non era inconsueto che a indagare fossero proprio le vittime dell’attentato?
ANZALONE: Certo, è stato oggetto di riflessione da un punto di vista emotivo (…) Questa è stata una valutazione decisa con i magistrati della distrettuale.

Identica domanda, sull’opportunità di codelegare le indagini ad agenti coinvolti nell’agguato, è stata posta anche all’allora questore di Messina, dottor Cucchiara:
CUCCHIARA: Presidente, è una domanda che andrebbe posta all’Autorità Giudiziaria… Mi mette in difficoltà con questa domanda.
FAVA, Presidente della Commissione: Le chiedo allora se l’è capitato in altri casi.
CUCCHIARA: Raramente, forse mai.

Questa, invece, l’opinione dell’attuale Procuratore Generale di Messina, dottor Vincenzo Barbaro, che all’epoca aveva sostituito il dottor Lo Forte (andato in pensione nell’ottobre 2016) alla guida della Procura in qualità di facente funzione:

PROCURATORE GENERALE BARBARO: Io intervengo in una fase successiva quando le deleghe erano già state rilasciate. Posso dire, in base alla mia esperienza, se non vi sono motivi ostativi non vedo perché non bisogna fare impegnare nelle indagini le forze di polizia presenti sul territorio che magari hanno una conoscenza più approfondita dei luoghi, delle persone, sanno come orientare le indagini…

Una scelta alla quale, almeno così riferisce in Commissione, il vicequestore aggiunto Manganaro si sarebbe sottratto volentieri.

MANGANARO: Tenga presente che io davanti al Questore, al dirigente della mobile e al procuratore Lo Forte chiesi di non essere coinvolto nelle indagini perché avevo fatto riserva di costituirmi parte civile, quale parte offesa, in un eventuale procedimento penale…
DE LUCA, componente della Commissione: Lo disse o lo formalizzò?
MANGANARO: Lo dissi verbalmente: “tenetemi fuori dalle indagini” …
FAVA, Presidente della Commissione: È accaduto esattamente il contrario…
MANGANARO: Sì, loro ritenevano che noi potevamo essere gli unici conoscitori dei delitti e del territorio, e quindi ci hanno fatto una co-delega, e di conseguenza alzo le mani e mi metto sugli attenti, presidente…

Dunque, Manganaro “si mette sull’attenti” e tocca al commissariato di Sant’Agata di Militello, congiuntamente alla squadra mobile di Messina, la responsabilità di condurre fin dall’inizio le indagini su un episodio che, stando alle dichiarazioni raccolte da un investigatore rimasto anonimo (vd. capitolo “I fatti”, pag 7 ss.), appariva come un “attacco da guerriglia civile” con scene da “terrorismo mafioso”. Ma com’è possibile che di fronte ad un attentato che lo stesso Antoci descrive come “uno degli attentati più studiati nella storia degli attentati di mafia, non ce n’è uno di più…”, si affidi l’indagine soltanto alla squadra mobile di Messina e a un commissariato di zona? Come se dopo il fallito attentato all’Addaura contro Giovanni Falcone la delega alle indagini fosse stata affidata al commissariato palermitano di Mondello. Perché non vengono coinvolti nell’indagine gli organi centrali della Polizia di Stato?

Spiega l’ex questore Cucchiara:
CUCCHIARA: La squadra mobile sicuramente ha informato lo SCO… Escluderei che abbia partecipato all’attività d’indagine, soprattutto nella prima fase…
FAVA, Presidente della Commissione: Come è possibile, per un episodio di questo tipo, che non ci sia nessun intervento diretto operativo da parte del Viminale e degli organi centrali?
CUCCHIARA: Evidentemente la squadra mobile ritenne di avere forze sufficienti ed esperienza sufficiente per affrontare la parte investigativa e non si ritenne necessario l’intervento di organi centrali.
FAVA, Presidente della Commissione: Quello che non riusciamo a capire è come mai da Roma, di fronte ad un fatto così eclatante, ci si limiti a dire “occupatevene voi”.
CUCCHIARA: Non sono in grado di rispondere, domanda che forse andrebbe fatta al capo della squadra mobile. (…) Io mi sono sempre preoccupato da questore, quindi non potendo più fare indagini – come voi ben sapete il questore non è un ufficiale di polizia giudiziaria –, a dire sempre al mio capo di squadra mobile “cosa posso fare per aiutarti? Cosa ti serve per fare le indagini?”.

Di diversa opinione il dottor Ceraolo, all’epoca dei fatti dirigente del commissariato di Barcellona (tratteremo della sua audizione più diffusamente in seguito):

AVV. CERAOLO. Inizialmente l’indagine è andata a senso unico quindi andando a senso unico, si è basata sulle relazioni di servizio che ha fatto Manganaro. Leggiamo dalla richiesta di archiviazione che Manganaro ha fatto diverse relazioni di servizio indirizzando i sospetti su queste 14 persone… Mi sorprende molto che in questa vicenda non ci sia stato un maggior coinvolgimento di organismi investigativi di alto livello… Io ritengo che i ROS dei Carabinieri che avevano delle attività in corso, i RIS dei Carabinieri, la Polizia scientifica, lo SCO, dovevano intervenire anche a livelli centrali da Roma… Considerate che vi è una prassi che è stata violata in maniera aperta nella circostanza, che è quella di allertare – quando succede un fatto così grave – tutti gli uffici territoriali… La Polizia scientifica dirà: “gli attentatori senza adeguati sistemi di illuminazione avrebbero avuto difficoltà ad allontanarsi nel bosco”. Dove sono gli attentatori? Dove sono scappati? Per uscire da quel bosco ci vogliono ore… Ci sono altri aspetti che impongono la prassi di avvisare gli altri. Fare posti di blocco. In quel caso – come si dice – si esce tutti fuori! …il Commissariato vicino di Capo d’Orlando, il posto fisso di Tortorici, il Commissariato di Milazzo, la Squadra mobile di Messina, le volanti di Messina, i Carabinieri, i ROS, le stazioni territoriali… Qui bisognava uscire tutti! C’è stata una tentata strage, non si deve muovere nulla, si iniziavano a fare le perquisizioni, si incominciavano a fare i tampokit… Tutta questa attività è assolutamente mancata nella fase iniziale. I sopralluoghi all’interno del bosco andavano fatti subito alla ricerca di tracce importanti a largo raggio. Ho sentito che Antoci ha dichiarato: “poi le trazzere, lì vicino… c’erano i fuoristrada, se ne sono andati e arrivano fino a Catania.” Ma non esiste! Se erano mafiosi di Cesarò, così come sono stati indiziati, per rientrare a Cesarò attraverso le trazzere, perché la strada statale dove c’erano loro è l’unica strada asfaltata, 27 chilometri attraverso le trazzere… ci vorranno due o tre ore. La mafia quando organizza un attentato pensa a garantirsi l’impunità, non vanno lì in un posto dove nessuno di loro poteva salvarsi. Con un intervento massiccio di forze di polizia, anche a distanza di venti minuti, di mezz’ora, dal bosco non usciva assolutamente nessuno!

Questo, infine, il commento del dottor Anzalone:

ANZALONE, già Capo della Squadra mobile della Questura di Messina. Il Servizio centrale operativo ritenne di mandarci una squadra di tecnici…
FAVA, presidente della Commissione. Tecnici che si dedicarono soltanto alle ricostruzioni dei tabulati telefonici?
ANZALONE, già Capo della Squadra mobile della Questura di Messina. Tre sicuramente… sono specialisti e quindi sono in grado di analizzare il traffico di cella…

In sostanza il Servizio Centrale Operativo intervenne solo ed esclusivamente con riferimento ad un frammento delle indagini, ossia quello relativo alla ricostruzione del traffico telefonico nella zona interessata all’agguato.

http://mafie.blogautore.repubblica.it/