L’inchiesta sui Lavori Pubblici

Fin dalle prime dichiarazioni, rese nell’immediatezza del delitto, i collaboratori del Presidente MATTARELLA hanno evidenziato che alcune delle questioni che più lo avevano impegnato e preoccupato nelle ultime settimane di vita erano ricollegate alle vicende dell’Assessorato Regionale dei Lavori Pubblici, il cui titolare, On. Rosario CARDILLO (PRI), si era dimesso, dopo essere rimasto. coinvolto in una indagine giudiziaria a Firenze per il ritrovamento di una sua valigetta contenente molto denaro.
Così, per esempio, il Dr. Felice CROSTA, vice-capo di gabinetto ed amico personale dell’On. MATTARELLA, ha dichiarato il 10.1.1980 (Fot. 614603, Vol. I):
“Per quanto concerne l’attività del Presidente MATTARELLA devo dire che, a parte le iniziative legislative, egli ha effettuato delle rilevanti inchieste nel campo della pubblica amministrazione.
In particolare, allorché dall’Assessore CARDILLO furono presentate le dimissioni, egli immediatamente assunse ad interim l’Assessorato ai Lavori Pubblici e quindi portò alla valutazione dell’Assemblea le predette dimissioni.
Ricordo che in sede assembleare il CARDILLO sostenne la tesi che si era dimesso dall’incarico affidatogli ai LL.PP. ma non da Assessore, per cui avrebbe dovuto partecipare come tale alle riunioni di Giunta.
Il Presidente e l’Assemblea vennero messi in difficoltà da questo atteggiamento e solamente dopo la sospensione di alcune ore, l’On. CARDILLO si decise a rassegnare in maniera completa le dimissioni.
In quella stessa seduta, poiché il Partito Repubblicano non era pronto alla designazione di un nuovo assessore, si rinviò tale nomina ad altra data.
Allorché l’On. MATTARELLA assunse l’Assessorato ai LL.PP. lasciò immutato il precedente Gabinetto, provvedendo soltanto a nominare il direttore regionale Dr. GIAMBRONE, capo Gabinetto, e provvedendo, inoltre, a disporre un’ispezione in ordine ad una lamentata differenza che si era verificata nella realizzazione di una opera pubblica in un Comune, forse S. Giovanni Gemini, rispetto al programma deliberato dalla Giunta Regionale.
Successivamente, un esponente del Gabinetto, tale Cafiero RENDA, se non ricordo male, non fece più parte del Gabinetto dei LL.PP.
In seguito il Presidente nominò una Commissione ispettiva per indagare sull’attività dell’Assessore CARDILLO.
A seguito di precisa richiesta da parte del predetto, nominò a tale veste funzionari esperti e capaci che garantissero un normale sviluppo dell’inchiesta.
La relazione che ne seguì venne poi trasmessa all’assessore per i LL.PP. ed unitamente all’esito di altre ispezioni al Presidente dell’Assemblea Regionale, che ne aveva fatto esplicita richiesta per la Commissione d’inchiesta nominata dall’Assemblea Regionale”.
La esatta portata dell’iniziativa disposta dal Presidente MATTARELLA emergeva ancor meglio dalle dichiarazioni del Dr. Alessandro MIGLIACCIO, direttore Regionale agli Enti Locali e incaricato, insieme ad altri funzionari, di procedere all’ispezione straordinaria presso l’Assessorato ai Lavori Pubblici.
Il Dr. MIGLIACCIO, dopo aver riferito che il Presidente MATTARELLA dispose che l’ispezione amministrativa avesse corso nonostante l’Assemblea Regionale avesse già nominato una commissione d’inchiesta sull’operato dell’Assessore CARDILLO (Fot. 614878, Vol. I), ha poi riferito:
“Nella nostra relazione noi prendemmo in esame tutte le opere realizzate con i finanziamenti dell’Assessorato ai Lavori Pubblici.
La relazione si occupa, in modo particolare, delle cosiddette opere dirette, cioè di quelle opere in cui l’assessorato interveniva, non soltanto con la provvista di fondi, ma anche con gli appalti.
A D.R. La relazione dell’inchiesta da noi redatta, che supera le 460 pagine, metteva in particolare evidenza l’ampiezza dei poteri decisionali che l’Assessore CARDILLO si era attribuito nella scelta delle ditte da invitare fra quante avessero richiesto di essere invitate.
In particolare, fu rilevato che nell’elenco delle ditte figurava l’annotazione di pugno di un impiegato, Cafiero RENDA, delle ditte da invitare.
Apparentemente la scelta era regolare.
Senonché, ad una valutazione più approfondita, emerse un “riaccorpamento” di imprese tra di loro collegate e addirittura della stessa impresa che era inscritta all’albo sotto diversa denominazione.
Noi pervenimmo a questa conclusione per il motivo che le lettere delle ditte che chiedevano di essere invitate erano scritte dalla stessa macchina da scrivere e presentavano gli stessi errori di dattilografia erano presentate da ditte che avevano differenti ragioni sociali ma identico recapito.
Risultavano, pure, dagli esami degli elenchi, tutti allegati in fotocopia alla relazione, casi di partecipazione massiccia di ditte aventi tutte la sede nel Comune di San Giuseppe Jato”.
L’importanza che lo stesso On. MATTARELLA attribuiva a queste vicende risulta chiaramente da varie dichiarazioni.
Così il fratello, On. Sergio MATTARELLA, ha riferito in proposito (cfr. Fot. 614749 Vol. I):
“Allorché l’Assessore ai LL.PP. CARDILLO presentò una lettera, peraltro diretta personalmente a mio fratello e non al Presidente dell’Assemblea, come dovuto, con la quale rassegnava le dimissioni dall’incarico conferitogli ai LL.PP., dimissioni non espressamente dichiarate irrevocabili, mio fratello immediatamente, previa rapida consultazione con la Corte dei Conti, considerò operanti ed efficaci tali dimissioni ed assunse “ad interim” l’Assessorato ai LL.PP.
In tale sua veste allontanò dal Gabinetto del suddetto assessorato un funzionario nel quale non riponeva alcuna fiducia e nominò come capo del Gabinetto il direttore regionale GIAMBRONE.
Successivamente, allorché si discussero in assemblea le dimissioni di CARDILLO, questi sostenne che non si era dimesso come assessore ma soltanto come incaricato del ramo dei LL.PP. che pertanto tutte le sedute di Giunta alle quali non era stato invitato dovessero considerarsi invalide.
Per superare tale ostacolo mio fratello minacciò le dimissioni dell’intera Giunta nel caso in cui il CARDILLO non avesse confermato in maniera inequivocabile le proprie dimissioni.
Dopo una sospensione dell’Assemblea riuscì ad ottenere dette dimissioni.
Sempre nell’ambito dei LL.PP. mio fratello richiese un elenco dei funzionari che normalmente venivano nominati per i collaudi di nomine pubbliche, incarichi che notoriamente costituivano fonte di notevoli introiti che a quanto pare erano affidati sempre alle medesime persone.
Pertanto, non so in quale modo, egli cercò di modificare “l’andazzo””.
Anche la dott.ssa Maria Grazia TRIZZINO, capo di gabinetto del Presidente assassinato ha detto:
“Il Presidente MATTARELLA non ha autonomamente preso iniziative inerenti alla sua funzione in relazione all’inchiesta amministrativa sull’operato dell’Assessore ai LL.PP. CARDILLO.
Infatti, fu questo ultimo ad inviare una lettera con la quale sollecitava tale richiesta.
Tale fatto venne portato in Giunta, la quale deliberò di incaricare il Presidente, per la nomina di una commissione.
La scelta dei funzionari venne fatta dall’On. MATTARELLA con molta oculatezza, in quanto scelse dei funzionari che avevano competenze in materia ispettiva ed in materia di appalti di opere pubbliche, ponendo a capo della stessa un direttore regionale tra i più giovani che desse il massimo affidamento.
Tale commissione ha ultimato i suoi lavori di recente depositando una relazione che LI stata trasmessa in copia all’Assemblea Parlamentare Regionale per l’inoltro alla commissione nominata in relazione al “caso CARDILLO””.
Ancora più significativa è poi la dichiarazione dell’On. Michelangelo RUSSO, esponente di primo piano del P.C.I. in Sicilia e, a quell’epoca, Presidente dell’Assemblea Siciliana.
L’On. RUSSO ha infatti riferito:
“Il Presidente non mi parlò mai di minacce, però, qualche volta, parlando con me, dopo aver compiuto degli atti amministrativi di un certo rilievo, con tono preoccupato ebbe a dirmi: «forse me la faranno pagare». Queste espressioni uscirono dalla sua bocca quando, di ritorno da Catania dopo la visita del Presidente della Repubblica, ebbe ad accennare ai suoi interventi presso il Comune di Palermo per la questione degli appalti per la costruzione degli edifici scolastici e presso l’Amministrazione Regionale per la questione relativa ai funzionari collaudatori.
A D.R. Con riferimento ai due episodi testé riferiti, non fece mai dei nomi.
Altra volta che io notai il Presidente preoccupato fu quando si discusse il caso CARDILLO” (Fot. 617131 Vol. IX).
In proposito si deve aggiungere che, oltre ad acquisire tutte le relazioni cui si è fatto riferimento, sono state anche disposte indagini sul tema dei collaudi assegnati a funzionari regionali e sulle iniziative assunte in proposito dall’On. MATTARELLA.
Le risultanze di tali indagini sono state esposte dalla Squadra Mobile e dal Nucleo Operativo dei Carabinieri nel rapporto in data 23.12.1980 (Fot. 616002 e segg. Vol. IV), le cui conclusioni possono essere testualmente riportate:
“Il Presidente aveva avuto modo di recepire malcontenti e lamentele da parte di quei funzionari regionali, la stragrande maggioranza di essi, ai quali non erano stati mai affidati collaudi di opere pubbliche.
L’assegnazione dei collaudi comporta infatti per gli assegnatari grossi guadagni, essendo il compenso ragguagliato percentualmente alla entità dell’opera eseguita.
Il Presidente si proponeva di inserire in un disegno di legge di riforma dell’Amministrazione Regionale una normativa che sancisse l’assegnazione dei collaudi soltanto a tecnici qualificati, quali i funzionari del Genio Civile e del Provveditorato alle Opere Pubbliche.
Si sarebbe evitato così la grossa disparità di trattamento economico nella categoria dei funzionari regionali, cioè tra quelli assegnatari di collaudi, una minima parte, e tutti gli esclusi.
Tale inchiesta, come le altre che hanno formato oggetto dei precedenti rapporti, evidenzia la serietà e qualità degli intenti con i quali l’On. MATTARELLA aveva improntato la sua azione di Governo” (Fot. 616005 Vol. IV).
Gli organi di P.G. hanno poi escluso, sul piano logico, la possibilità che questi atti amministrativi possano essere stati, di per sé soli, la causa del gravissimo delitto, ma hanno pure esattamente sottolineato che «gli accertamenti disposti dall’On. MATTARELLA per conoscere i nominativi dei funzionari regionali preposti ai collaudi di opere pubbliche sono da considerare parte integrante di un corretto esercizio di controllo politico-amministrativo dei vari componenti la Giunta Regionale … L’indagine conoscitiva tradiva chiaramente un intento innovatore e moralizzatore nella prassi che si era consolidata… ».

 

http://mafie.blogautore.repubblica.it/