UNA STOCCATA DEL PROCURATORE SALVI SULLA PRESUNTA ‘SUPERIORITÀ MORALE’ DEI MAGISTRATI: STOCCATA DEL PROCURATORE SALVI

UNA STOCCATA DEL PROCURATORE SALVI SULLA PRESUNTA ‘SUPERIORITÀ MORALE’ DEI MAGISTRATI: STOCCATA DEL PROCURATORE SALVI

– Di Pietro Cavallotti

«La comunicazione, nei toni misurati e consapevoli, deve essere tale da evitare anche solo il sospetto che non la fiducia della pubblica opinione sia ricercata, ma il suo consenso.

L’informazione non è resa nell’interesse del magistrato o della Procura; è un dovere di ufficio e il Pubblico Ministero deve attenersi ai doveri di riservatezza e correttezza, come manifestazione e riflesso della imparzialità e della indipendenza. Ne consegue che toni enfatici, tali da generare nell’opinione pubblica la convinzione della definitività dell’accertamento, sono professionalmente inadeguati e lesivi dei diritti degli indagati».

Queste non sono le parole di un pericoloso eversivo che vuole delegittimare i Magistrati più in vista, quelli che hanno un rapporto “particolare” con i media e che sono sempre alla ricerca del consenso popolare.

Sono le parole del Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Giovanni Salvi che ha criticato anche la tendenza di qualche magistrato a «proporsi come inquirente senza macchia e senza paura» alimentando una «cultura eroica della Magistratura e quella di una sua presunta superiorità morale».