Coronavirus, l’Ocse taglia la crescita mondiale. Per l’Italia previsione di un Pil fermo che indica recessione

L’ultimo Interim Economic Outlook sottolinea che il Covid-19 presenta per l’economia mondiale il pericolo più grande dalla crisi finanziaria del 2008. Per l’Italia previsto un Pil fermo

L’epidemia da coronavirus, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe dimezzare la crescita mondiale, portandola a 1,5% nel 2020 rispetto al 2,9% finora previsto, e appiattirà a zero quella italiana. Sono le stime dell’Ocse che nell’ultimo Interim Economic Outlook sottolinea come il Covid-19 «presenta per l’economia globale il più grande pericolo dalla crisi finanziaria» del 2008. L’influenza, continua l’Outlook, «si sta diffondendo dalla Cina ad altre regioni del mondo causando sofferenza e interruzione della vita economica».

Restrizioni crescenti
Covid-19, nota l’organismo internazionale, sta aumentando le preoccupazioni sanitarie e il rischio di più ampie restrizioni al movimento delle persone, delle merci e dei servizi, sta causando cadute verticali nella fiducia delle imprese e dei consumatori; rallenta in modo forte la produzione. Per questo l’Ocse prevede un primo prudenziale taglio alla crescita dal 2,9% al 2,5 per cento. Ma, in uno scenario paggiore, il taglio potrebbe giungere fino all’1,5 per cento. Un rimbalzo è invece previsto nel 2021.

L’Italia perderà 0,4 punti di Pil
Secondo l’organizzazione internazionale con sede a Parigi, il Pil dell’Italia scenderà dallo 0,2% del 2019 allo 0% nel 2020, un stima tagliata di 0,4 punti rispetto alla precedente stima di novembre. L’Ocse prevede invece uno 0,5% per il 2021, invariato rispetto a novembre. Per l’organismo, non solo l’Italia, ma l’intera economia mondiale è attualmente «a rischio».