CATANIA – È circa l’una della notte appena trascorsa, quando parte la protesta dentro il carcere di piazza Lanza del capoluogo etneo. Urla, battiture, lenzuola bruciate, un detenuto urla dalla finestra: “Non siamo animali! Abbiamo bisogno di cure, stiamo morendo“.
In pochi minuti il carcere è circondato da polizia e carabinieri. Sulla questione interviene il Comitato Reddito-Casa-Lavoro: “Subito amnistia o pene alternative al carcere“.
Non si fermano le proteste dunque, dopo Modena, Roma, Napoli, Palermo e altri circa trenta istituti penitenziari, la “rivolta” arriva anche a Catania.
Solo qualche giorno fa diverse famiglie, parenti dei detenuti, si erano presentati all’esterno del carcere per avere rassicurazioni sullo stato di salute dei loro cari. A fare partire le proteste la decisione del Governo di sospendere i colloqui a seguito del primo caso di Coronavirus all’interno di un penitenziario di Modena.