Caso nomine Procure, chiuse le indagini . Luca Palamara ora rischia il processo

La stampa” filo “procure preferisce non dare molto spazio. Palamara a rischio processo. Un esempio evidente di come si gestiscono le notizie di giudiziaria.

Il coraggio dei PM umbriLa legge dovrebbe essere uguale per tutti

Viaggi all’ estero, da Londra a Dubai, fino a Ibiza. Lavori di ristrutturazione, vacanze in montagna, persino un trattamento di bellezza in una Spa. E ancora: informazioni riservate passate sottobanco, notizie di denunce e inchieste rivelate senza autorizzazione. E’ con l’ accusa di corruzione che il pm di Roma, Luca Palamara, ex presidente dell’ Anm, rischia di finire sotto processo a Perugia. Insieme a lui, la sua amica Adele Attisani, l’ ex consigliere del Csm Luigi Spina, il titolare di un’ agenzia di viaggi e l’ imprenditore Fabrizio Centofanti, già figura chiave nell’ inchiesta sulla «cricca» in grado di pilotare sentenze del Consiglio di Stato.

Secondo i pm umbri, che hanno notificato a tutti un avviso di conclusione delle indagini, Palamara, all’ epoca dei fatti consigliere del Csm, avrebbe ricevuto – per sé e per la Attisani – regali e favori da Centofanti e, in cambio, avrebbe messo al servizio dell’ imprenditore la sua funzione. Un’ inchiesta dalla quale era emerso un vero e proprio mercato delle toghe con strategie per pilotare le nomine ai vertici delle procure più importanti, in primis quella di Roma.

Tra i vari cadeaux, i magistrati umbri contestano anche un viaggio a Madrid regalato al pm e al figlio per assistere alla partita Real Madrid-Roma, un match di Champions League dell’ 8 marzo 2016, per il quale Centofanti avrebbe speso oltre 1.300 euro. Ma nel capo di imputazione si legge pure che l’ imprenditore, tra il 2013 e il 2017, avrebbe pagato lavori di ristrutturazione per decine di migliaia di euro nell’ appartamento della Attisani, pure lei accusata di corruzione e considerata dagli inquirenti «istigatrice delle condotte delittuose e beneficiaria in parte delle utilità».

PALAMARA E PIGNATONE

E’ finito nei guai anche Giancarlo Manfredonia, titolare di un’ agenzia di viaggi: avrebbe fornito «false informazioni e documentazione artefatta» alla Finanza, che stava indagando sui viaggi organizzati da Centofanti. Pesanti anche le contestazioni anche per l’ ex consigliere del Csm, Luigi Spina, che si è dimesso a causa dello scandalo: è accusato di rivelazione di segreto d’ ufficio e favoreggiamento. Avrebbe informato Palamara di un esposto presentato dal pm Stefano Fava contro l’ ex procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, e un aggiunto. E, inoltre, gli avrebbe passato informazioni sull’ inchiesta per corruzione.

Rispetto alle precedenti contestazioni, la posizione del pm si è alleggerita: non è più accusato di avere ottenuto 40mila euro per pilotare una nomina alla procura di Gela e per danneggiare un collega.

Lo sottolineano i suoi avvocati, Roberto Rampioni, e Mariano e Benedetto Buratti: «In relazione alle ulteriori ipotesi la difesa è certa di poter dimostrare l’ innocenza dell’ assistito».

Fonte: DAGOSPIA