PIETRO CAVALLOTTI: IL MAGISTRATO PETRALIA CAPO DELLE CARCERI? UNA SCELTA ASSAI DISCUTIBILE…

Leggo che Bonafede ha nominato Dino Petralia come “capo delle carceri” per i suoi grandi “meriti” nella lotta alla mafia.

A scanso di equivoci, faccio una piccola premessa: la mia è una critica non alla persona di Dino Petralia ma al suo operato di Magistrato in riferimento alla vicenda Italgas.

Petralia ha fatto mettere in amministrazione giudiziaria la Italgas. Sapete con quale accusa? L’Italgas aveva tra i propri fornitori la Euro Impianti plus, cioè la nostra società.

Ricordo che la nostra azienda (sequestrata dal collegio presieduto dalla Saguto perché di proprietà di figli di persone assolte), dopo otto anni, è stata dissequestrata perché non c’entrava niente con la mafia. Anche la misura di prevenzione Italgas è stata revocata.

Ricordo quando lo stesso Petralia, insieme all’altro Pubblico Ministero Scaletta, andò in Commissione Nazionale Antimafia, dalla Bindi e da Lumia, dicendo una cazzata dietro l’altra. Cazzate che mi avevano costretto a scrivere una lettera alla Commissione per fare chiarezza. Ovviamente, la Commissione in quegli anni aveva altri interessi: difendere la Saguto dagli attacchi di Pino Maniaci, del Prefetto Caruso e de Le Iene; difendere l’operato della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo che era il punto di riferimento nella lotta alla mafia (e, infatti, lo abbiamo visto); difendere gli interessi che giravano attorno ai sequestri e alle confische.

Ma Petralia combatteva la mafia. Peccato che la cercava dove non c’era. Ovviamente, mica poteva rendersi conto che la mafia si trovava dentro alcune stanze all’interno del Tribunale di Palermo. Bisognava sequestrare, confiscare, arrestare e poi sequestrare ancora. C’erano interviste da rilasciare, prime pagine da occupare, convegni sulla “legalità” a cui partecipare, medaglie al valore da appuntare al petto, cittadinanze onorarie da incorniciare e incarichi pubblici da ricoprire.

Vorrei sapere quale merito antimafia si può riconoscere a Petralia in questa vicenda. Vedo solo danni ai patrimoni, parcelle milionarie staccate agli Amministratori Giudiziari che si sono arricchiti, famiglie distrutte, posti di lavoro persi, aziende smantellate.

L’Italia è un Paese che funziona al contrario: non solo non si interviene con provvedimenti disciplinari nei confronti di chi, con le proprie azioni, causa danni ma li premiamo pure con incarichi istituzionali perché tanto basta dire di “fare l’antimafia” per essere considerati buoni Magistrati.

Vergogna!