Quell’inchiesta particolarmente “generosa”

Il giornalista Paolo Borrometi ha seguito e documentato l’indagine che ha portato all’incriminazione del sindaco Susino e allo scioglimento del comune di Scicli.
Abbiamo provato a ricostruire con lui quelle settimane, a partire dal significativo parallelismo che accompagna l’inchiesta sul sindaco Susino e il percorso autorizzativo dell’ACIF, fino alla già citata interrogazione del senatore Lumia, che proprio agli scritti del Borrometi fa esplicito riferimento.
FAVA, presidente della Commissione. La vicenda del Comune e la vicenda Acif: in che modo inquadra questi fatti?
BORROMETI, giornalista. In relazione allo scioglimento io inizio a trattare il tema dei rifiuti con un’intervista fatta al sindaco Bartolomeo Falla. Non ho mai scritto nello specifico della vicenda ACIF.
FAVA, presidente della Commissione. Il 15 luglio del 2014, la Giunta si esprime con parere contrario, il giorno dopo il Prefetto nomina una commissione d’accesso, il giorno dopo arriva l’avviso di garanzia per il sindaco: le chiedo se si sia mai chiesto se sia stato un parallelismo soltanto causale. Andiamo avanti: scioglimento del Comune il 29 aprile e pochi giorni dopo l’Assessorato regionale al Territorio ed Ambiente rilascia la V.I.A. per il progetto sul quale
si opponeva la Giunta Susino.
BORROMETI, giornalista. Allora non li ho mai collegati… Legati così come me li ha appena prospettati, cosa che io non avevo fatto, sono chiaramente inquietanti.
FAVA, presidente della Commissione. Si è mai occupato del movimento di opinione che ha accompagnato questa vicenda Acif?
BORROMETI, giornalista. Io rispetto i comitati ‘no trig’ mi sono sempre schierato pubblicamente a loro favore… però giornalisticamente non mi sono occupato della vicenda.
FAVA, presidente della Commissione. Si è occupato invece molto dell’inchiesta giudiziaria che ha preceduto lo scioglimento di Scicli, con una campagna giornalistica particolarmente intensa… Il 24 luglio il suo sito riceve dal Movimento politico ‘Novalex’ un comunicato di 81 righe, che pubblica senza alcun commento, nel quale si dice sul sindaco Susino: “Per noi potrebbe salire
sul patibolo oggi stesso”. Per quanto possa essere aspra la contesa politica, si parla del patibolo per il sindaco in carica, senza una vostra parola di commento.
BORROMETI, giornalista. Nella sua premessa vi era il termine campagna, io non ho avviato nessuna campagna, mi perdoni…
FAVA, presidente della Commissione. …una inchiesta giornalistica, particolarmente generosa nella quantità di articoli che è stata prodotta. Prego…
BORROMETI, giornalista. …relativamente a questo (articolo, ndr) onestamente non ricordo.
FAVA, presidente della Commissione. In un’altra vostra nota dell’11 agosto 2014… l’intervistato è una ‘fonte riservata’ di cui non viene rivelato il nome e che dice: “spero che sciolgano il Consiglio, bisogna mandarli a casa!”. Una ‘fonte riservata’ che dice ‘bisogna sciogliere il Consiglio comunale’ non rischia di apparire come una affermazione un po’ apodittica, non essendoci dietro nemmeno un nome?
BORROMETI, giornalista. Anche questo articolo non lo ricordo.
FAVA, presidente della Commissione. L’8 aprile del 2015 – pochi giorni prima che venga sciolto il comune di Scicli – lei pubblica un articolo “La mafia a Scicli, tutti i nomi nell’interrogazione di Lumia” che è il testo integrale di questa interrogazione, 193 righe, presentata sei giorni prima, il 2 aprile. Lei riferisce integralmente il testo di questa interrogazione, molto determinata
nel sollecitare lo scioglimento del comune di Scicli; eppure non c’è nessun riferimento, nei suoi articoli di quell’epoca, al manifesto pubblico che era stato firmato contro lo scioglimento da personalità che avevano una loro rilevanza certo non inferiore a quella del senatore Lumia, penso ai giudici Severino Santiapichi e Salvatore Rizza, penso ai pittori Guccione e Alvarez…
Perché pubblica integralmente la lunghissima interrogazione del senatore Lumia e non c’è mai alcun cenno a questo manifesto che offriva una lettura radicalmente diversa su quello che stava accadendo a Scicli?
BORROMETI, giornalista. Allora, in relazione alla interrogazione che abbiamo pubblicato, se non ricordo male, come proprio redazione, non fui io a pubblicarla…
FAVA, presidente della Commissione. C’è la sua firma.
BORROMETI, giornalista. Non lo ricordo, comunque va bene, ma anche in relazione al manifesto a me pare sia stato pubblicato, ora sono passati anni…
FAVA, presidente della Commissione. Non abbiamo trovato nulla, nonostante una ricerca abbastanza meticolosa.
BORROMETI, giornalista. A me pare sia stato pubblicato, e noi comunque abbiamo dato più volte voce a chi non voleva sciogliere quel comune, e ribadisco ancora una volta più volte abbiamo cercato di interloquire all’epoca con il sindaco Franco Susino, proprio per dargli possibilità di replicare

(in nota: Ad ulteriore e più attenta ricerca, nessun articolo a firma del Borrometi riporta notizia del manifesto “pro Scicli” né dei sui firmatari. Benché più volte sollecitato dagli uffici di questa Commissione, il giornalista non ha prodotto copia di alcuno scritto sull’argomento.).

FAVA, presidente della Commissione. Senta, lei si chiese perché ci fossero duecento righe di interrogazione da parte di un senatore di un altro collegio e la senatrice di quel collegio, dello stesso partito, non fosse stata nemmeno avvertita?
BORROMETI, giornalista. E’ un atto parlamentare e, quindi, non ho sindacato l’atto parlamentare. E’ curioso, è molto curioso che la senatrice del collegio non ne sapesse nulla…
FAVA, presidente della Commissione. Un passaggio di questa interrogazione la riguarda: “Va precisato – scrive il senatore Lumia – che l’attività giornalistica del giornalista pubblicista Paolo Borrometi è servita ad informare la collettività della presenza sul territorio dell’associazione mafiosa ed ha contribuito a svelare retroscena fondamentali per comprendere meglio i fatti e
da allora lo stesso giornalista ha subito gravi atti intimidatori…”. Abbiamo fatto una ricerca e ci risulta che sull’inchiesta giudiziaria della D.D.A. di Catania, sullo scioglimento del Comune di Scicli ed anche sul processo al sindaco Susino sono intervenuti tutti i giornali siciliani, articoli della Gazzetta del Sud, di Repubblica, della Sicilia, di Livesicilia, più tutti i siti web che ci sono in circolazione. Come mai il senatore Lumia dice che la sua attività “è servita a informare la collettività” come se fosse l’unica voce che si è spesa per raccontare quello che accadeva a Scicli?
BORROMETI, giornalista. Non so, questo andrebbe chiesto a Lumia non certamente a Paolo Borrometi.
FAVA, presidente della Commissione. La relazione che lei ci sta lasciando, e che acquisiamo, se ho capito bene è un focus più complessivo sul ciclo dei rifiuti. Lei approfondisce anche le questioni che riguardano Proto e l’Oikos?
BORROMETI, giornalista. In maniera marginale.
FAVA, presidente della Commissione. E della vicenda Catanzaro, Siculiana, scioglimento del comune, inchiesta della Procura?
BORROMETI, giornalista. E’ tutt’altra parte della Sicilia.
FAVA, presidente della Commissione. Diciamo che di Proto e di Siculiana non se ne è occupato perché territorialmente non erano nel raggio di azione del suo lavoro?
BORROMETI, giornalista. Io mi sono occupato in prevalenza di fatti che riguardano le province di Ragusa e Siracusa.

Resta irrisolto il punto di domanda da cui siamo partiti, identico a quello che abbiamo sollevato sulle vicende di Siculiana e di Racalmuto: è casuale la successione dei fatti? La giunta di Scicli si pronuncia contro l’ACIF; indagine per mafia a carico del sindaco; il comune viene sciolto; il sindaco viene assolto… Solo coincidenze?
Secondo l’ex assessore Schillaci, tra i promotori del Comitato di Scicli, la risposta è no.

SCHILLACI, ex assessore di Scicli. C’è un intreccio perverso tra le sentenze assolutorie a favore di Franco Susino nel processo penale e invece, purtroppo, le sentenze dei tribunali amministrativi contro i nostri ricorsi… Il Tar Lazio contro il nostro ricorso usa la parola ‘dirimente’, cioè il fatto che ci sia in corso un processo per quell’accusa contro il sindaco e dirimente, e il Tar respinge il nostro ricorso… Non molto tempo dopo viene fuori l’assoluzione di Franco Susino, noi nel frattempo avevamo fatto ricorso al Consiglio di Stato, non si usa più la parola ‘dirimente’ però anche lì si sostiene che, siccome c’è in corso l’appello, anche per questo non ce la sentiamo di accogliere le tesi dei ricorrenti… La Procura ha ritirato l’appello (per il sindaco Susino, ndr) il giorno dell’udienza ma noi la sentenza (contraria, ndr) del Consiglio di Stato l’avevamo avuta qualche settimana prima.

Dunque, il ricorso dinanzi il giudice amministrativo avverso il decreto di scioglimento viene respinto in primo grado perché era in corso l’indagine per mafia a carico del sindaco, indagine considerata dal Tar Lazio
(in nota: Cfr. TAR Lazio, Sezione Prima, sentenza n. 03419/2016: Nel caso in esame, peraltro, vi è più di un indizio della sussistenza di tale penale responsabilità, attesa l’esistenza di un provvedimento di rinvio a giudizio del Sindaco della disciolta giunta, circostanza alla quale non può non essere assegnata valenza dirimente.) un fatto ‘dirimente’ ai fini della decisione. A poco servirà che l’inchiesta si afflosci rapidamente, che il sindaco venga assolto e l’accusa nei confronti degli altri imputati sia derubricata a reati ordinari: a quel punto Consiglio di Stato
(in nota: Cfr. Consiglio di Stato, Sezione Terza, sentenza n. 04285/2017.) avrà già riconfermato definitivamente lo scioglimento.

Vale la pena rileggere un passaggio della relazione che il Comitato di Scicli ha consegnato a questa Commissione:

“Perché proporre accuse così gravi che non potevano reggere – e non hanno retto – allo scrutinio valutativo del giudice penale? Allo stato non ci sono risposte. E’ però doveroso – proprio in considerazione della conclamata forzatura rimarcata nella sentenza – porsi l’antico quesito, cui prodest?, e ricercare l’’evento’ di particolare rilevanza che non si sarebbe verificato se non ci fosse stato lo scioglimento del Consiglio e il successivo governo commissariale. Orbene, quell’evento sembrerebbe essere, quasi certamente, il ‘via libera’ all’ampliamento dell’impianto ACIF, un business milionario ma soprattutto la soluzione per gestire i problemi derivanti dall’estrazione e dalla lavorazione del petrolio”.

Valutazioni preoccupanti perché propongono uno scenario in cui il contesto di convenienza non riguarda solo l’ACIF ma si estende a tutti i soggetti interessati allo smaltimento dei rifiuti petroliferi della piattaforma Vega.
Che quel contesto sia poi particolarmente torbido lo conferma una testimonianza acquisita durante il processo al sindaco Susino, quella del maresciallo dei carabinieri Furnò. Nel settembre 2013, spiega il sottufficiale in udienza, ci furono alcuni accessi alla banca dati del Ministero dell’Interno
riguardanti il sindaco Susino, alcuni assessori e due dirigenti del servizio ecologia.

“Il maresciallo Furnò chiese lumi al Ministero – riporta la sentenza di assoluzione del Susino – e gli fu risposto che gli accessi erano stati fatti con gli user id di ‘foca 608’ e di ‘foca 606’, quindi due operatori diversi, in uso all’AISI di Roma (l’Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna, i nostri servizi segreti interni, ndr).
La ulteriore richiesta di notizie del maresciallo Furnò non venne esitata per ‘motivi di sicurezza’.
(In nota: Sentenza del Tribunale di Ragusa n.1422/16 dell’11.07.2016, pp.65-66 4 72-73).

Stupisce infine rilevare che gran parte della stampa non si sia impegnata con altrettanto zelo per raccontarne l’assoluzione, indagare sulla manifesta infondatezza di quelle accuse e soprattutto approfondire l’opaca vicenda che ha riguardato l’iter delle autorizzazioni – concesse e poi da ultimo revocate all’ACIF.

(in nota: https://qds.it/scicli-discarica-contrada-cuturi-dalla-regione-arriva-il-no-allampliamento-dellimpianto/)