Abbassare le tasse di chi già le paga, prima di dare soldi a chi non le paga ancora.

di Achille Colombo Clerici

 

Uno dei principali elementi di incertezza sulla possibile reazione della nostra economia nel prossimo autunno, come è emerso qualche giorno addietro dal dibattito in Banca d’Italia a Milano in occasione della presentazione del rapporto annuale sull’andamento della economia lombarda, è costituito dalla ripresa o meno dei consumi, che oggi stanno languendo.

Lo scenario generale, descritto dal rapporto, è comunque drammatico, come da attese: perdita di fatturato delle imprese del 25%, calo della produzione industriale e delle esportazioni del 10%, calo del Pil di circa il 6%. Dopo il 2019, anno in cui l’espansione dell’occupazione era proseguita, il blocco delle attività produttive ha coinvolto oltre un terzo degli occupati e le ore autorizzate di Cassa integrazione sono aumentate di quasi venti volte rispetto allo stesso periodo del 2019.  Domina l’incertezza su quanto avverrà nei prossimi mesi: se i tecnici possono elaborare attendibili previsioni sulla base dei dati in loro possesso, il fattore umano sfugge ad ogni calcolo. E diventa decisivo tra ripresa più o meno rapida e crollo ulteriore.
La nostra economia fino ad oggi non ha ricevuto spinte positive: va avanti per forza di inerzia. Ma per quanto tempo lo potrà fare, se non si immettono urgentemente iniezioni di energia e di fiducia che valgano a rilanciare i consumi e a rinvigorire la produttività?
La via più diretta, semplice ed efficace, che non implica dispersioni e  incentiva al tempo stesso la parte attiva della popolazione, come ha avuto modo di affermare la Corte dei conti, è quella di ridurre le aliquote Irpef, in modo tale che coloro che pagano le tasse sui redditi del loro lavoro, siano incentivati a lavorare di più’ ed a consumare di più.

Ma non solo, come limitativamente ha detto la Corte, per i pensionati e i dipendenti. Le aliquote vanno abbassate per tutti i contribuenti, cioè anche per lavoratori autonomi, piccoli imprenditori, professionisti, risparmiatori i quali oggi, con il sistema delle attuali aliquote, sono penalizzati anche dal fiscal drag.
Ed infine, per completare il quadro di misure efficaci ai fini del rilancio economico, andrebbe anche ridotta l’ Imu su tutti gli immobili, almeno del 50%.

Ne beneficerebbero famiglie e imprese produttive e commerciali, a titolo di alleggerimento dei costi aziendali.