La pista droga seguita dai carabinieri

3 De Mauro

L’esame della documentazione trasmessa dai Carabinieri alla competente Autorità Giudiziaria è di per se stessa più che sufficiente a dimostrare la totale inconsistenza della “pista droga”, sostenuta da Carlo Alberto DALLA  CHIESA e da Giuseppe RUSSO. Al riguardo è sufficiente riportare i giudizi espressi dai due magistrati che si sono occupati delle indagini sul sequestro De Mauro:

Ugo Saito, sostituto procuratore: “Ricordo perfettamente il rapporto dei Carabinieri nel processo De Mauro: si trattava di un rapporto che, almeno nella sua prima stesura, a giudizio sia mio che di Scaglione (Procuratore Capo della Repubblica di Palermo), non era nemmeno sufficiente ad avviare delle misure di prevenzione … Ricordo che il colonnello Dalla Chiesa mi portò personalmente il rapporto in udienza, accompagnato da operatori della televisione …”
Mario Fratantonio, giudice istruttore: “La tesi investigativa portata avanti dai Carabinieri per spiegare la scomparsa di Mauro De Mauro si dimostrò rapidamente inconsistente …”

Significativi sono pure  i ricordi di Bruno CONTRADA sul punto; lo stesso ha infatti dichiarato: “Mi sembrava assolutamente non aderente alla realtà investigativa che De Mauro avesse potuto scoprire qualcosa di mafia talmente grave da indurre l’organizzazione ad eliminarlo. Non era infatti emerso alcun elemento che facesse ritenere valida l’ipotesi dei carabinieri. In particolare, quanto alla presunta scoperta di De Mauro di traffici di droga ad opera di famiglie di mafia, voglio precisare che i veri traffici di mafia in Sicilia, con sbarchi sulla costa, sono iniziati soltanto in epoca successiva”.

L’intervento diretto del massimo rappresentante dell’Arma in Sicilia, con la personale esecuzione di alcuni atti di P.G., aveva – di fatto –  portato ad incanalare le indagini in una sola direzione con l’esclusione, al contempo, di qualunque altra ipotesi investigativa.

Fonte mafie blog autore repubblica