La missione 6 del PNRR: Il Gusto del Futuro della Nuova Sanità

La missione 6 del PNRR: Il Gusto del Futuro della Nuova Sanità
di Giancarlo De Leo, Consulente in Editoria Medico-Scientifica e
Sanità Digitale Socio e Segretario dell’Osservatorio Sanità Digitale
dell’Associazione Italian Digital Revolution (AIDR)

«Sono certo che riusciremo ad attuare questo Piano. Sono certo che
l’onestà, l’intelligenza, il gusto del futuro prevarranno sulla
corruzione, la stupidità, gli interessi costituiti». Il premier Mario
Draghi ha illustrato nelle ultime settimane alla Camera dei Deputati
il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) da oltre 200
miliardi di Euro, che dopo l’approvazione della Commissione europea
verrà finanziato dai fondi del Recovery Fund.
La sfida proposta dal premier Draghi rimette in gioco tutto ciò che
ciascuno può realizzare con le sue proprie forze, affinché lo sforzo
di tutti trasformi il futuro in avvenire.

Le 6 missioni del piano
· La prima missione riguarda i temi della Digitalizzazione,
Innovazione, Competitività e Cultura;
· La seconda Missione riguarda la “Rivoluzione Verde” e la transizione
Ecologica;
· La terza missione è sulle infrastrutture;
· La quarta missione è sull’Istruzione e Ricerca;
· La quinta missione è destinata alle politiche attive del lavoro e
della formazione;
· La sesta missione è sulla Salute.

La missione 6 del PNRR sulla Salute
Per la missione 6 che riguarda la salute, il PNRR intende indirizzare
“risorse per il rafforzamento della resilienza e della tempestività di
risposta del Sistema Sanitario Nazionale alle patologie infettive
emergenti gravate da alta morbilità e mortalità, nonché ad altre
emergenze sanitarie” .
Questa missione è caratterizzata dunque da linee di azione per
rafforzare e rendere più sinergica la risposta sanitaria territoriale
e ospedaliera, nonché per promuovere e diffondere l’attività di
ricerca del Servizio Sanitario Nazionale.
Le linee d’azione puntano allo sviluppo della Sanità di prossimità e
una più forte integrazione tra politiche sanitarie, politiche sociali
e ambientali al fine di favorire un’effettiva inclusione sociale.
Un altro obiettivo dichiarato, coerentemente con le richieste
dell’Unione Europea, è anche quello di investire nella
digitalizzazione dell’assistenza medica ai cittadini, promuovendo la
diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico e la Telemedicina, ma
anche nell’adozione di tecnologie digitali nel settore dell’assistenza
medica e dei servizi di prevenzione.
Il piano prevede anche di avviare un investimento nell’ambito della
cronicità e delle cure a domicilio, per superare le attuali carenze
del SSN delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) e dei presidi
sanitari nelle aree rurali e marginali del Paese.
È previsto anche un investimento a sostegno della ricerca medica,
immunologica e farmaceutica. In questo contesto, anche le politiche e
le iniziative di valorizzazione del personale sanitario assumono
un’importanza cruciale.

Medicina territoriale e di prossimità
Per quanto riguarda il primo aspetto della medicina territoriale e di
prossimità, gli investimenti del PNRR sono orientati a potenziare gli
strumenti di cura sul territorio, nonché presso le abitazioni stesse
dei pazienti (utilizzando la Telemedicina), soprattutto quelli
cronici, per lasciare le cure ospedaliere solo quando veramente
necessarie.
Questo significa migliorare la diagnostica in termini di
strumentazione e utilizzo, la formazione e l’aggiornamento del
personale, coordinamento tra strutture di cura e accoglienza. Gli
strumenti deputati a tutto ciò, e che dunque sono oggetto degli
investimenti di potenziamento in molti territori, dovrebbero essere le
case della salute o case di comunità, le cure a domicilio (home care)
o Assistenza Domiciliare Integrata, la Telemedicina, ma anche le
stesse RSA, gli appartamenti o le residenze protette, le comunità
alloggio e i centri diurni.
Per quanto riguarda la Sanità Digitale il PNRR può fornire
l’opportunità di potenziare tre criticità:

1.L’ammodernamento della strumentazione diagnostica e dei vari
dispositivi, così da potersi avvalere in tutto il territorio nazionale
di strumenti non più obsoleti ma al passo con lo sviluppo tecnologico
e scientifico;

2.Gli strumenti ed iniziative che sfruttano le tecnologie digitali:
Fascicolo Sanitario Elettronico, Ricetta Elettronica, Telemedicina, ma
anche iniziative di diagnostica e cura che si basino sui Big Data e
sull’Intelligenza Artificiale;

3.Una adeguata formazione o aggiornamento sull’utilizzo di
strumentazione aggiornata tecnologicamente e degli strumenti della
Sanità Digitale a partire dagli studi universitari, per passare ai
medici di medicina generale e al resto del personale.

Il Ruolo strategico della formazione in ambito digitale
La formazione in ambito digitale è considerata alla pari della
formazione di altre competenze nonché fortemente correlata alle
esigenze individuali, come giustamente deve essere la formazione.
Infatti la formazione ci consente di acquisire conoscenze e
soprattutto imparare “a fare”; perciò è collegato alle attitudini,
capacità ed interessi individuali. Rappresenta il processo più
delicato per la costituzione di un bravo professionista, non solo
rispondente ad un profilo giuridico ma anche deontologico e tecnico.
Aver affiancato la formazione digitale alle altre competenze
tecnico-professionali rappresenta un importante salto di qualità da
parte del mondo sanitario nel panorama del processo di abilitazione e
competenza professionale.
Dalla formazione discendono le competenze; programmare una formazione
in Sanità Digitale, significa pianificare una generazione di
competenze nuove, evolute ed in grado di garantirci ulteriore progresso.

Si definisce la competenza come:
·“L’insieme complesso e dinamico di conoscenze, di abilità, di
procedure metodologiche, di esperienze consolidate e ordinate fondate
sulla riflessione e sulla teorizzazione che connota in modo specifico
la professionalità”.
·“La capacità di mettere in moto e di coordinare le risorse interne
possedute e quelle esterne disponibili per affrontare positivamente
una tipologia di situazioni sfidanti”.

Si sottolinea il carattere complesso, multi-dimensionale e dinamico
del concetto di competenza. Entrambi inoltre incardinano la competenza
ad una professione o comunque alla risoluzione di un problema.
L’elemento fondamentale, cioè la “capacità di utilizzare”,
caratterizza anche la definizione di competenza che si trova nel
D.Lgs. n.13/2013 relativo al Sistema Nazionale di Certificazione delle
Competenze: “Comprovata capacità di utilizzare, in situazioni di
lavoro, di studio o nello sviluppo professionale e personale, un
insieme strutturato di conoscenze e di abilità.”
Purtroppo la formazione e l’aggiornamento continuo sulle competenze
digitali in Sanità hanno una distribuzione non sempre omogenea nelle
Università e nelle Aziende Sanitarie.
Per tali motivi occorrono atti d’indirizzo nazionali (Conferenza
Permanente Stato Regioni, Ministero della Salute, MIUR) vincolanti e
verificabili sui progetti formativi dedicati al personale
socio-sanitario, che devono interessare anche l’obbligo formativo ECM
che nel dossier formativo del professionista della salute deve
prevedere una parte obbligatoria relativa alla Sanità Digitale.
Nella valutazione della performance delle Direzioni Generali andrebbe
introdotto l’indicatore del grado di digitalizzazione delle strutture
ospedaliere, universitarie e di ricerca e il grado di soddisfazione e
di miglioramento della fruizione delle prestazioni socio-sanitarie che
il cittadino paziente ha percepito con gli strumenti e soluzioni di
Sanità Digitale adottate.
La Sanità Digitale si sviluppa con un programma strutturato di
formazione a tutti i livelli più che con misure legislative o
economiche, riconfermando i fabbisogni formativi e di aggiornamento
che il sistema di formazione universitario e aziendale non ha
soddisfatto.
Si sottolinea la necessità di sviluppare un programma che rapidamente
promuova la cultura della Sanità Digitale, con programmi di formazione
specifici da attuarsi sia nell’ambito del corso di studi universitari
e master universitari, sia all’interno della Educazione Continua in
Medicina.
I corsi dovranno prevedere lo sviluppo di moduli integrati dove
vengono approfonditi gli aspetti non soltanto tecnologici, ma anche di
appropriatezza della cura, organizzativi, sociali e psicologici
connessi all’utilizzo delle tecnologie ICT nei processi di cura,
diagnosi, prevenzione e telemonitoraggio, permettendo al personale
tecnico e sanitario di acquisire conoscenze e competenze
indispensabili per rendere più efficace ed efficiente la Sanità
italiana, e per formare vere e proprie nuove professionalità da
impiegare nel campo della Sanità Digitale (Esperto di deep learning:
addestratore di algoritmi; Stratega del lifestyle: per guidare i
pazienti basandosi sui loro dati sanitari; Telechirurgo: eseguire
interventi chirurgici da lontano; Esperto di bioprinting: progettare
organi sintetici; Terapista Vr: trattare i pazienti con “nuove
realtà”; Analista di dati sanitari: per dare un senso ai Big Data).
In questo modo si raggiungerà il duplice effetto di creare un terreno
adatto allo sviluppo della Sanità Digitale e di formare professionisti
che potranno trovare nuova occupazione in tale ambito. Così operando
ne trarranno giovamento l’attività del professionista, del sistema
salute e soprattutto il destinatario dell’azione di cura, il paziente
(sempre di più esperto).

Quali i contenuti di questa formazione?
In primis occorre una formazione digitale di base per tutti, capace di
produrre una cultura ed una abilità nuova e fondata
sull’informatizzazione dei processi e la digitalizzazione operativa.
Inoltre le competenze di leadership digitale sono un fattore critico
di successo nella gestione dei progetti di e-health, con impatto su
tutte le professioni sanitarie che si trovano ad agire ruoli di
gestione e indirizzo di iniziative di innovazione digitale.
Da considerare anche che la sensibilità di medici e infermieri verso
il trattamento dei dati sanitari è singolarmente molto elevata in
quanto prevista nei codici deontologici.
Mentre altrettanto non si può dire della conoscenza del Codice della
Privacy e delle leggi e regolamenti entrati in vigore negli ultimi
anni (in particolare il GDPR) che stanno richiedendo agli operatori
del settore sanitario maggiori competenze in settori quali le
normative privacy e l’informatica giuridica.
Emerge forte la richiesta di sviluppare percorsi formativi nel settore
della privacy e della sicurezza, elementi non considerati estranei o
di competenza del solo apparato amministrativo aziendale. E i manager
hanno in effetti confermato che le loro strutture hanno tratto
benefici da un piano di formazione realizzato per migliorare
conoscenze e competenze del personale sanitario. Viene anche
confermata la necessità di sviluppare più approfonditamente le
conoscenze applicative relative ai flussi informativi del sistema
sanitario nazionale, al FSE e alla Telemedicina.
Infine, altro dominio di competenza è quello correlato alla conoscenza
e l’uso di risorse informative avanzate, basi e banche dati,
fondamentale nell’aggiornamento dei professionisti della salute per
garantire trattamenti appropriati e allo stato dell’arte.
In particolare le risorse informative basate su prove scientifiche
consentono di conoscere in tempo e di applicare ai casi clinici i
trattamenti e le prestazioni necessarie per garantire una adeguata
prevenzione, diagnosi e cura delle malattie.
La maggior parte dei professionisti della salute ha chiaro quale sia
l’impatto e l’importanza della formazione sulla documentazione e
informazione scientifica in relazione alle competenze professionali e
alla qualità delle prestazioni sanitarie ma si registra una, sia pur
minima, considerazione di poca o nessuna utilità di tale formazione,
probabilmente correlata alla scarsa considerazione che ha ancora il
ruolo della documentazione nel nostro Sistema Informativo Sanitario
(Aica, Osservatorio permanente competenze digitali in Sanità,
https://www.aicanet.it/-/osservatorio-permanente-competenze-digitali-in-sanita).

Verso una Sanità Antifragile
La missione 6 del PNRR sulla Salute permetterà aI Covid-19 di poter
essere l’opportunità per una nuova Sanità Antifragile (un concetto
introdotto nel 2012 da Nassim Nicholas Taleb con il suo famoso libro
“Antifragile”):

·Un sistema capace di evolvere attraverso lo stress e il cambiamento,
diverso sia dai sistemi fragili che da quelli robusti e in cui il
digitale potrà diventare un fattore chiave per il successo se ben
gestito.

Emerge quindi la necessità, per non sprecare queste ingenti risorse
economiche, di ipotizzare una proposta per attivare e propagare una
serie di Modelli Innovativi per la gestione integrata della salute,
abilitati dalle tecnologie (A. Rossi Mori, Gruppo LinkedIn Integrated
Care potenziata dalle tecnologie,
https://www.linkedin.com/groups/9033038/) e di insistere molto sulla
formazione per quanto riguarda la Sanità Digitale nel suo complesso e
nello specifico di ogni profilo professionale, attraverso percorsi
formativi universitari, master oppure corsi di alta formazione ed ECM.
Occorre uno slancio collettivo per poter ripartire antifragili e
fiduciosi che la generazione futura sappia cogliere i frutti gustosi
della Nuova Sanità.