Cosa c’entrano i Cavallotti con il disastro di Ravanusa?

Nove morti, due feriti ricoverati in ospedale e cento sfollati. È questo il drammatico bilancio dell’esplosione che ha provocato il crollo della palazzina in via Trilussa, a Ravanusa.

Mentre si continua a scavare tra le macerie si fanno strada le prime ipotesi: la rottura del tubo del metanodotto causato dal maltempo o dallo smottamento del terreno. Fari puntati su Italgas, la società di distribuzione del gas ricordata dai più perché caduta nella morsa della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo quando a presiederla era l’ex giudice Silvana Saguto. Per proprietà transitiva, qualcuno ha ritenuto opportuno rievocare anche il caso Cavallotti con Euroimpianti Plus, pur ribadendo alcuna correlazione con i fatti di Ravanusa.

Perché richiamare la famiglia Cavallotti e legarla ai fatti di Ravanusa se i Cavallotti con la metanizzazione a Ravanusa non hanno alcuna correlazione? Lo chiediamo a Pietro Cavallotti.

 

«Questa è una bella domanda! Si sta cercando di ribaltare gli effetti mediatici dello speciale de “Le Iene”, andato in onda nei giorni scorsi, che ha messo in evidenza l’operato degli amministratori giudiziari e il calvario giudiziario che da oltre vent’anni sta attraversando la mia famiglia. Si sta cercando di ripristinare l’operato degli amministratori giudiziari e di chi li ha nominati, gettando discredito su di noi».

 

Qual è stata la tua prima reazione quando hai letto il tuo nome e quello della tua famiglia associato ai fatti di Ravanusa?

 

«Delusione e forte amarezza per la gravità. Non è tollerabile che si strumentalizzino i morti, il dolore delle loro famiglie e dell’intera comunità di Ravanusa per buttare fango addosso a persone innocenti che non c’entrano nulla con questi fatti. Permettimi di esprimere la mia solidarietà a tutta la popolazione di Ravanusa e in particolare alle famiglie delle vittime».

 

Abbiamo letto anche di una relazione tecnica redatta a suo tempo dagli amministratori giudiziari, sottoposta in Commissione Nazionale Antimafia all’epoca presieduta da Rosy Bindi, che avrebbero riscontrato delle difformità rispetto ai lavori che i Cavallotti avrebbero eseguito. Lavori che in ogni caso nulla hanno a che vedere con il territorio di Ravanusa. A quali territori si riferiscono? E a quale titolo gli amministratori giudiziari hanno redatto questa relazione?

 

«Questo non è dato saperlo e non entro nel merito di questa… consulenza? Perizia? Noi non ne abbiamo contezza. Non capisco perché un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale, con il compito di conservare il bene che ha in amministrazione, per accrescerne addirittura il valore, si metta a indagare le reti dell’azienda che amministra. Ma sono comunque vicende rispetto alle quali io non entro nel merito. Mi piacerebbe sapere però qual è stato l’obiettivo di questa relazione, quanto è costata e chi l’ha pagata. Ciò che sappiamo è che un anno di amministrazione giudiziaria di Italgas è costata circa 6 milioni di euro. Sappiamo pure che la misura Italgas non doveva essere fatta perché ricordo che Italgas è stata messa in amministrazione giudiziaria perché aveva tra i propri fornitori la nostra società: la Euroimpianti Plus, società dissequestrata perché non aveva nulla a che fare con la mafia. Eppure, questo è bastato per disporre l’amministrazione giudiziaria a Italgas. E non si può dimenticare neppure che, per un solo anno di amministrazione giudiziaria, gli amministratori nominati dal tribunale hanno avuto il coraggio di presentare una parcella da 120 milioni di euro. Non capisco come mai ci si ostini a volersi rifare una verginità quando sono stati fatti danni incalcolabili a tante persone».

 

Il senatore Beppe Lumia (PD) nel 2015, riferendosi a quella relazione e ai vostri lavori dichiarava: “Abbiamo avuto segnalazioni da far venire i brividi sulla qualità delle opere effettuate. Mi auguro Snam intervenga per evitare che tra qualche anno possano avvenire fatti spiacevoli in termini di sicurezza e di costi”…

 

«Non so proprio a cosa si riferisse il senatore Lumia. Di sicuro, il senatore Lumia e tutti gli altri componenti della Commissione Antimafia di allora hanno perso una buona occasione per fare chiarezza su fatti molto importanti. Avevo inviato una lettera alla Commissione fornendo chiarimenti che permettevano di rivalutare sotto una diversa luce di merito le vicende Cavallotti e Italgas. I provvedimenti giudiziari a noi favorevoli hanno stabilito che avevamo ragione noi».

 

E come si spiega il fatto che abbiano ripreso questo inciso del senatore Lumia?

 

«Non ne ho idea…»

 

Voglio esagerare e ti ripeto la domanda iniziale come si è soliti fare alla scrivania del Maresciallo. Perché tirare in ballo i Cavallotti se non hanno lavorato alla metanizzazione di Ravanusa?

 

«Per screditarci! Questa è l’unica spiegazione che si può dare. Ci si è preoccupati di screditare l’operato dei Cavallotti per controbilanciare il servizio de Le Iene. È così che funziona il sistema: quando si subisce un attacco mediatico, c’è sempre qualcuno che dà in pasto alla stampa delle notizie tendenziose, inesatte o incomplete. Questo è quello che è successo con Pino Maniaci, questo è quello che è successo con la notizia dell’attentato alla Saguto, notizia uscita – guarda caso – dopo il servizio de Le Iene al solo scopo di controbilanciare… È così che funziona il sistema, sistema che impropriamente è stato definito ‘sistema Saguto’ e che continua comunque a operare con gli stessi metodi. È un sistema qualificato ai più alti livelli delle istituzioni: a livello mediatico, a livello politico, a livello istituzionale. È un sistema multilivello che opera su più fronti».

 

Debora Borgese

 

https://m.tp24.it/2021/12/15/cronaca/cosa-c-entrano-i-cavallotti-con-il-disastro-di-ravanusa/171885#