L’ex sindaco Petrotto nel 2015 denunciava Girgenti Acque in una Commissione d’Inchiesta: ‘operava violando le norme antimafia’. Contemporaneamente l’avv. Scozzari intercedeva presso l’ex prefetto Diomede, sul cui capo adesso pendono delle accuse pesantissime, anche per associazione a delinquere

E’ stato Salvatore Petrotto nel 2015 a segnalare che Girgenti Acque operava in violazione della normativa antimafia.  A consentire che ciò avvenisse, impunemente,  era stato l’ex prefetto di Agrigento Nicola Diomede e chi l’ha preceduto. Ciò è avvenuto nel corso dell’audizione del 20 maggio 2015, presso la Commissione Parlamentare Nazionale d’Inchiesta che si occupa del ciclo dei rifiuti e dei reati ad esso correlati. Tre anni dopo, nel 2018, il prefetto in questione veniva sollevato dall’incarico, dopo essere stato raggiunto da un avviso di garanzia per abuso d’ufficio ed associazione a delinquere.

Di seguito riportiamo un breve stralcio di quell’audizione del Petrotto.

Audizione di Salvatore Petrotto, in qualità di ex sindaco del comune di Racalmuto.

Rif. Camera Rif. normativi
XVII Legislatura
Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti
Resoconto stenografico

Seduta n. 40 di Mercoledì 20 maggio 2015

…ho denunciato anche altre cose che riguardano l’assenza di certificazione antimafia nell’agrigentino. Non si è fatto assolutamente nulla per quanto riguarda la gestione dei servizi idrici: la stampa ha pubblicato la notizia che Girgenti Acque non ha la certificazione antimafia sin dal 2012.

Tengo a precisare che attualmente ci sono ditte che gestiscono servizi essenziali senza avere la certificazione antimafia dal 2012, come è stato pubblicato su La Repubblica e su Il fatto quotidiano.

PRESIDENTE. Se vuole illustrarci brevemente nella parte secretata la questione acque, passiamo in segreta. Dispongo la disattivazione dell’impianto audio video.

  (La Commissione prosegue in seduta segreta indi procede in seduta pubblica)

Secondo quanto contenuto nei verbali dell’inchiesta su Girgenti Acque, che riguarda oltre al Diomede altre decine di soggetti, una figura sembra che abbia avuto un ruolo chiave, se non altro per quanto riguarda proprio queste sviste istituzionali, da parte della Prefettura agrigentina. Sviste finalizzate a favorire una gestione del servizio idrico integrato che possiamo tranquillamente definire per lo meno fallimentare. Si tratta di un ex parlamentare nazionale, di un’ex consigliere di amministrazione di Girgenti Acque,  di un avvocato difensore di Girgenti Acque. Ci riferiamo a Giuseppe Scozzari.

Onde evitare equivoci e fraintendimenti, preferiamo adesso fare parlare solo le carte dell’inchiesta che riguardano una serie di incontri tra l’avvocato Scozzari e l’ex prefetto Diomede quando faceva,  secondo la Procura della Repubblica di Agrigento, da tramite con  il suo cliente, Marco Campione, azionista di maggioranza e padre padrone di Girgenti Acque. L’obiettivo era quello di evitare che venissero comminate le sanzioni previste dalla legislazione antimafia, cosa che avrebbe comportato, già nel 2012, la revoca del contratto trentennale a Girgenti Acque. Una società che, tra l’altro, non si è limitata soltanto ad ottenere questo trattamento di favore, ma ha commesso, in maniera reiterata, per più di un decennio, una serie interminabile di reati amministrativi, fiscali, ambientali e delle truffe, quest’ultime di un  valore stimato di oltre 40 milioni di euro, ai danni degli utenti del servizio idrico integrato agrigentino, costretti peraltro a pagare delle bollette tra le più care d’Italia con tariffe e conteggi del tutto fuori controllo.

Ma adesso proviamo a decifrare rileggendo gli atti giudiziari che riguardano Scozzari,  Campione e Diomede, cosa hanno combinato alcuni anni addietro…