Lamorgese e Cartabia a commemorazione Falcone a Palermo

I ministri a Interno e Giustizia, Lamorgese e Cartabia, alla commemorazione di Giovanni Falcone a Palermo. Gli interventi.

Intervenendo a Palermo, nell’aula bunker del carcere Ucciardone in occasione della conferenza internazionale dei procuratori generali d’Europa e della commemorazione del giudice Falcone, il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, cogliendo l’occasione dei 30 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, ha affermato: “Le stragi del ’92 furono il peggior investimento della mafia siciliana. Da quegli attentati del ’92 sono nate le nuove norme antimafia. All’inaudita violenza si rispose con misure mai viste e, giorno dopo giorno, grazie al nuovo slancio delle coscienze e agli importanti provvedimenti adottati dal Parlamento abbiamo ottenuto risultati straordinari. La legislazione ha messo in campo strumenti sempre più efficaci che sono nati dall’esperienza e dalle intuizioni di Falcone e Borsellino. Le mafie possono essere sconfitte colpendole nell’emblema della loro protervia, il denaro. Ci attende una stagione di ingenti finanziamenti e investimenti di risorse pubbliche. L’impegno è assicurare che le somme del Pnrr siano schermate dai condizionamenti criminali in un mondo globalizzato. Le mafie agiscono su piani molteplici. Serve stringere alleanze tra Stati per dare una risposta comune a un nemico che prospera negli spazi lasciati senza presidio”. E il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, ha aggiunto: “Le stragi del ’92 sono state uno spartiacque nella nostra storia. La Repubblica reagì e mostrò il suo volto più nobile. Il sacrificio dei suoi servitori mobilitò cittadini e istituzioni. Le immagini delle lenzuola bianche esposte al vento divennero simbolo di una chiara volontà di cambiamento. L’Italia comprese che la lotta alla mafia non doveva essere una distaccata opera di repressione, ma – come diceva Paolo Borsellino – un movimento culturale che coinvolgesse le giovani generazioni come diceva Paolo Borsellino. Tra le ragioni per cui siamo debitori a Falcone c’è l’ aver collocato la lotta contro il crimine organizzato a livello internazionale sia per strumenti di contrasto che per la condivisione della consapevolezza della sua pericolosità”.

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