Racalmuto. “Guai a parlare di ludopatia o di droga! Se capita una tragedia è per colpa di un pazzo”; di Salvatore Petrotto

Salvatore Petrotto

Salvatore Petrotto

Ricordo che sino ad una decina di anni fa a Racalmuto c’erano due squadre di calcio che militavano in eccellenza, con i relativi vivai giovanili.
C’era una squadra di basket e, se non ricordo male, una squadra di pallavolo.
Un palazzetto dello sport perfettamente funzionante e non devastato, dopo che, alcuni anni fa, vi hanno ammassato dentro, in maniera disumana, centinaia di migranti.
Non ricordo che, in passato, si spendeva qualcosa come qualche milione di euro l’anno per accogliere centinaia di immigrati, garantendo loro, doverosamente, assistenti sociali, psicologi, pedagogisti, insegnanti ed esperti di vario genere. Salvo poi a dimenticare, abbandonati a sé stessi, centinaia di bambini e ragazzi racalmutesi, nonché le loro rispettive famiglie, che vivono in quartieri di gran lunga più degradati di Librino o dello ZEN.
Se non ricordo male a Racalmuto c’era anche una fabbrica di cavi elettrici, in cui lavoravano un centinaio di persone.
C’era un distributore di carburante ESSO, con annesso ristorante ed albergo. Un’azienda che produceva salmone e pesce spada affumicato.
Una serie di attività, oltre che commerciali, anche artigianali, che hanno definitivamente chiuso i battenti.
Solo nelle ultime settimane, all’improvviso, abbiamo visto chiudere tre trattorie e qualche bar.
In compenso sono state installate, in molti esercizi commerciali, una miriade di macchinette per giocare e sono state aperte diverse sale-gioco, dove la gente passa tutto il suo tempo, ovviamente a giocare e, soprattutto, a giocarsi di tutto e di più.
Sino al 2010 a Racalmuto nascevano oltre 70 bambini l’anno. L’anno scorso ne sono nati 38.
Chissà perché!
Forse la gente non mette su famiglia e non fa figli perché manca il lavoro e, probabilmente, preferisce emigrare.
Chi rimane in paese è forse troppo indaffarato a giocare od a farsi bruciare il cervello da qualche venditore di caramelle.
Una volta i nostri genitori ci dicevano che non dobbiamo accettare caramelle dagli sconosciuti. Oggi forse le caramelle ce li forniscono gli amici sotto casa…
Guai a parlare di ludopatia o di droga!
Se capita una tragedia è per colpa di un pazzo. Come e perché si impazzisce, poco importa!
Se poi qualcuno, veramente più di qualcuno, a forza di giocare fallisce e chiude la sua attività, facciamo finta di niente.
Non vi viene il dubbio che siamo tutti quanti un po’ troppo distratti e che, un po’ per paura ed un po’ per quieto vivere, stiamo fingendo di non capire che Racalmuto è annichilito e tramortito a causa della nostra pericolosissima indifferenza.
Ne vogliamo discutere, una volta per tutte, ‘apertis verbis‘ e, se possibile, anche pubblicamente?

Salvatore Petrotto