“Montante”, Marino rinuncia alla parte civile

L’ex assessore regionale e designato Procuratore aggiunto a Caltanissetta, Nicolò Marino, ritira la costituzione di parte civile al processo “Montante”. Si profila lo sblocco del dibattimento.

Nicolò Marino

A seguito della nomina del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, ed ex assessore della Regione Siciliana, Nicolò Marino, a procuratore aggiunto di Caltanissetta, deliberata dal plenum del Csm, il Consiglio superiore della magistratura, lo scorso 16 novembre, il processo al “Sistema Montante”, in corso a Caltanissetta, sarebbe stato trasferito a Catania. Marino infatti è parte civile per una delle imputazioni contestate. Poi, invece, il 6 dicembre la nomina di Marino è stata sospesa e il processo “Montante” è stato trattenuto a Caltanissetta perché il Tar del Lazio ha accolto un’apposita richiesta di sospensiva presentata dal sostituto procuratore della Procura antimafia di Caltanissetta, Pasquale Pacifico, anche lui candidato all’incarico di procuratore aggiunto a Caltanissetta, e che ha ottenuto 9 voti dal Csm contro i 13 di Marino. Poi lo scorso 27 dicembre Nicolò Marino, ex assessore regionale ai Servizi di pubblica utilità del governo Crocetta, ha impugnato innanzi al Consiglio di Stato la decisione del Tar del Lazio a favore di Pasquale Pacifico. Ebbene, adesso – poiché l’incompatibilità della permanenza del processo a Caltanissetta e lo stallo della nomina di Marino a Procuratore aggiunto a Caltanissetta sono legati alla costituzione di Marino, parte offesa, come parte civile al processo Montante – Nicolò Marino ha ritirato la costituzione di parte civile. Pertanto a breve, forse già alla prossima udienza del maxi processo al “Sistema Montante” il 30 gennaio, sulla scacchiera si profilerà la soluzione della controversia, non ricorrendo più la causa degli effetti, ovvero Marino parte civile e Marino Procuratore aggiunto nello stesso palazzo di Giustizia. Nel frattempo, dopo la sospensiva, il Tar del Lazio ha fissato l’udienza di merito il 10 maggio sul ricorso di Pacifico. Il Consiglio di Stato invece discuterà il ricorso di Marino il 17 gennaio.

Antonello Montante

E’ dunque in bilico tra Tar e Consiglio di Stato, e tra Caltanissetta e Catania, il maxi processo sul presunto “cerchio magico” di Antonello Montante. Ed è stato ribattezzato “maxi” perchè il presidente del Tribunale nisseno, Francesco D’Arrigo, nonostante il parere contrario della Procura e dei difensori degli imputati, ha riunito in un unico processo i due tronconi, con 13 e 17 imputati, dell’inchiesta imperniata sull’ex presidente di ConfIndustria Sicilia, Antonello Montante, ovvero il filone del presunto dossieraggio e della rivelazione di notizie riservate con accessi abusivi ai sistemi informatici di polizia, tramite scambi di favori ad elevatissimo livello tra le forze dell’ordine e non solo, e il filone politico, ovvero l’intreccio di interessi ruotanti intorno al governo Crocetta, in carica tra il 2012 e il 2017.