Matteo Messina Denaro e i medici

L’Ordine dei Medici di Trapani ha sospeso Alfonso Tumbarello, arrestato perchè avrebbe curato Messina Denaro consapevole che fosse lui. La lettera dell’altro medico indagato, Filippo Zerilli.

Alfonso Tumbarello

Dopo la loggia massonica “Grande Oriente d’Italia” lo scorso 18 gennaio, adesso anche l’Ordine dei Medici di Trapani ha sospeso il medico di base massone Alfonso Tumbarello, 70 anni, di Campobello di Mazara, arrestato martedì scorso perchè si sarebbe occupato delle condizioni di salute di Matteo Messina Denaro durante la latitanza, nella consapevolezza che fosse lui, il boss, e non Andrea Bonafede. Il presidente dei medici trapanesi, Vito Barraco, scrive: “Rimaniamo in attesa di conoscere l’esito della vicenda giudiziaria, confidando nell’accurato e delicato lavoro della Magistratura, su cui riponiamo massima fiducia”. E poi, in riferimento al dottor Filippo Zerilli, Barraco apprezza la trasparenza della nota stampa da lui diffusa, riconoscendo a Zerilli di essersi attenuto alle regole di deontologia e rispetto etico proprie del “Giuramento di Ippocrate” a cui ogni medico impronta la sua professione. Filippo Zerilli è il primario di Oncologia dell’ospedale “Sant’Antonio Abbate” di Trapani, indagato dalla Procura di Palermo per procurata inosservanza della pena aggravata, per una visita nel suo reparto di Matteo Messina Denaro alias Andrea Bonafede.

Filippo Zerilli

E il dottor Zerilli ha scritto: “Non ho mai conosciuto Andrea Bonafede prima del suo ingresso in ospedale né ho avuto con lui contatti personali per fissare la visita oncologica. Ho sempre esercitato la professione con scienza e coscienza, e non fa eccezione quanto accaduto in relazione al paziente Andrea Bonafede per il quale, il 3 dicembre 2020, in risposta a una richiesta della Chirurgia di Mazara del Vallo, supportata da un referto istologico del laboratorio di Anatomia patologica dell’ospedale di Castelvetrano del 24 novembre 2020, è stata fissata una visita oncologica all’Unità operativa che dirigo, segnata nell’agenda di reparto il 9 dicembre 2020. Non vi è altra documentazione, a mia conoscenza, dalla quale risulti la presenza del paziente Andrea Bonafede all’ospedale di Trapani. Andrea Bonafede non può essere stato ricoverato per circa un mese nel mio reparto nel quale possono essere disposti soltanto ricoveri in day hospital o day service e non certo ricoveri ordinari. Non ho mai conosciuto Andrea Bonafede prima del suo ingresso in ospedale, né ho avuto con lui contatti personali per fissare la visita oncologica. Non ricordo neppure un mio eventuale contatto personale con il paziente il 9 dicembre 2020, né ritengo si possa pretendere che ne abbia memoria, considerato che allora tutte le visite avvenivano (come ancora oggi) indossando la mascherina. E in riferimento all’esame del Dna preciso che tale esame nei pazienti da trattare con farmaci chemioterapici ha la funzione di individuare eventuali polimorfismi che possono aumentare la tossicità del farmaco, non certo di individuare l’identità dei pazienti. Auspico una rapida e positiva conclusione di questa vicenda. La magistratura chiarirà la mia totale estraneità a un contesto che non mi appartiene”.
.

teleacras angelo ruoppolo